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Winning Women Leading The Way

di Mentors4u- Valeria Lucia Passoni | Team Mentors4u

Winning Women Leading The Way è il nostro evento annuale dedicato alle donne che desiderano intraprendere una carriera nei settori di economia, imprenditoria e finanza, che si è tenuto lo scorso 12 aprile in Bocconi e che abbiamo organizzato in sinergia con l’associazione studentesca Women in Finance.

Donna e finanza è un binomio che fino a vent’anni fa suonava strano, un accostamento di parole che non solo nell’immaginario collettivo, ma anche, e soprattutto, nella realtà dei fatti, proiettava davanti agli occhi la visione di un numero ridottissimo di femmine in riunioni costipate di uomini che all'epoca monopolizzavano il settore.
Vent’anni fa è più o meno il periodo in cui le ospiti di Winning Women Leading The Way hanno iniziato la loro carriera.

Cinque manager che hanno eccelso in posizioni di leadership in Italia e nel mondo sono state coinvolte per condividere la loro storia di successo e fornire preziosi consigli a giovani donne che stanno per intraprendere il delicato passaggio dall’università al lavoro, provando così ad abbattere gli stereotipi e i pregiudizi che ancora incombono sulla figura della donna nel mondo della finanza e più in generale nell'ambito manageriale.
 


L’evento è stato aperto dalla fireside chat in cui Maurizia Iachino Leto di Priolo, (Partner @ Key2People) ha intervistato Monica Mandelli (Managing Director @ KKR), ed è proseguito con il panel che ha avuto come protagoniste Cristina Catania (Partner @ McKinsey & Company), Maria Teresa Iardella (Managing Director @ Mediobanca) ed Ulrika Wikström (General Manager Lancôme Italy @ L’Oréal), moderate dalla Professoressa Manuela Geranio (Università Bocconi).
Ciò che emerso è che negli ultimi anni, un’evoluzione della condizione femminile nel settore sicuramente c’è stata. A partire in primis dal numero di donne che ricoprono ruoli anche di alto livello.
Per intenderci, se vent’anni fa al tavolo durante una riunione pressoché il 100% dei riuniti era di sesso maschile, oggi i numeri sono cambiati.
Anzi, in alcune companies, il problema è diventato l’inverso: mancano quote blu o iniziano a scarseggiare.
Molto lo sta facendo anche il cambiamento delle aspettative sulle ragazze che è in atto da decenni ma non è del tutto finito.
Se è sdoganato e finalmente considerato normale che anche una donna possa intraprendere un percorso di studi specialistico, successivamente una carriera, ed ancora, rimanere lontana in parte o del tutto dai fornelli, non è implicito che questo upgrade della condizione femminile sia ovunque e sempre accettato.
Non ci si aspetta più che la donna debba solo rimanere a casa a rassettare, curare i figli e chiedere soldi ed autorizzazione al marito per comprarsi un paio di scarpe ma non è sempre metabolizzato che a dare gli ordini dal vertice, ci sia una femmina.
Cambiano le aspettative sulle ragazze ma rimangono pochi i modelli ai quali ispirarsi, al contrario invece del più ampio ventaglio dai quali i giovani uomini possono prendere spunto. E questo è un male, in quanto le ragazze che si approcciano alla scelta universitaria e poi al primo impiego hanno bisogno di riferimenti ai quali guardare, dai quali farsi ispirare e prendere spunti di riflessione. Soprattutto quando in casa hanno figure materne che hanno intrapreso percorsi differenti dalle carriere di stampo economico-imprenditoriale.
Le donne non sono meno adatte nell’avviare una carriera di successo nella finanza.
Le donne della finanza non sono diverse dagli uomini della finanza nell’attitudine e nell'approccio al lavoro.
Il successo dipende sì dalla fortuna e dalle capacità.
Ma non è una questione di genere.
Avere idee e qualità per emergere non è una questione di genere.
È importante sviluppare consapevolezza delle proprie capacità e andare avanti anche nei momenti di sconforto. Trovare le caratteristiche che ci rendono uniche, riconoscibili nella nostra persona.
Speciali.
Fondamentale a livello mediatico e nel settore è non smettere di parlare dei bene ci di una maggiore presenza femminile.
Il problema di far emergere il potenziale femminile riguarda tutti: le donne, gli uomini, l’economia e il nostro Paese. Nelle aziende bisogna continuare a discutere di diversity, che cosa poter fare per le donne.
Se è vero che non tutte le professioniste durante il loro percorso hanno percepito che il loro essere donna abbia creato ostacoli, ancora oggi una vera parità non c’è, neanche a Milano, che in Italia, è il centro nevralgico dell'economia.
 
Cosa trasmettere allora, alle ragazze che vedono il loro futuro nell'imprenditoria o nella finanzia?
Prima di tutto come si fa a scoprire e coltivare il proprio talento, ad ascoltare se stesse e gli altri, ad imparare dalle esperienze altrui, ad ispirarsi.
Ad utilizzare il proprio cervello per scoprire il proprio talento.
Bisogna insegnare alle giovani donne a capire cosa vogliono fare. E come si può scoprirlo? Chiedendosi cosa si vuole fare, guardando alla propria attitudine, al proprio carattere ed alla propria personalità.
Essere chiare ed oneste con se stesse è il primo passo verso il futuro: sapere cosa vogliamo e non vogliamo ci porta ad andare più velocemente dove vogliamo andare, ricordandoci sempre che ogni momento è tale in quell’istante e subito dopo sarà diverso.
Tutto cambia velocemente e nessuna situazione è destinata all'immobilità.
Fondamentale è non solo scoprire cosa ci appassiona, ma diventarne appassionati, imparando a percepire la sottile differenza che risiede tra ciò che è good per noi e ciò che è great.
È importante porsi non un big goal, ma uno huge one.
Non meno importante è preparare le ragazze a gestire eventuali fenomeni discriminatori e demotivanti che possono veri carsi negli ambienti lavorativi e nei quali può capitare di incappare.
Scoraggiarsi è normale, quanto può succedere in situazioni competitive essere oggetto di paragone.
I confronti danno la misura, quanto gli errori che commettiamo input di cambiamento e miglioramento delle nostre azioni.
Sbagliare ed avere paura è naturale.
Senza commettere sbagli, senza paura, non si cresce.
Quanto senza massimizzare i propri sforzi svolgendo solo ed esclusivamente il proprio lavoro.
Oltremodo, non bisogna dimenticare un aspetto rilevante: avere un lavoro impegnativo non significa rinunciare alla propria vita personale.
Certo, le difficoltà organizzative e la mole di impegno che alcune figure professionali richiedono sono elevate, ma non per questo non è possibile conciliare la propria vita personale con l'attività che si svolge.
Serve tanta consapevolezza e forza, soprattutto nel resistere alle pressioni esterne. Ed essere sicure di se stesse.
Oltre che una straordinaria pianificazione della propria agenda.
A contribuire alla realizzazione della parità tra i generi e all'estinzione degli stereotipi sulle donne dobbiamo però essere prima di tutto noi stesse.
Partendo dal demolire quel retaggio culturale che ci vuole incapaci di aiutarci l'un l'altra e silenziosamente zitte senza esigenze o richieste da esternare.
Bisogna imparare a chiedere ciò che si vuole.
Imparare a far sentire la propria voce.
E continuare fino a che non raggiungiamo il nostro obiettivo.
Stand up, be unique. And ask.
 

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