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La generazione dei millennials

di Marta Prato | Mentee di Mentors4u

Quali sfide devono affrontare i giovani d'oggi e cosa li differenzia rispetto alle generazioni precedenti? Marta Prato, Mentee di Mentors4u, parla della generazione dei millennials, riflettendo su alcuni argomenti chiave come istruzione, lavoro e mobilità.
 

La nuova generazione di giovani fa parlare di sé in modi diversi. Si dice di giovani cervelli in fuga alla ricerca di nuove opportunità all’estero, quanto di “bamboccioni” che si crogiolano nel benessere faticosamente conquistato dalla generazione precedente. Si parla di generazione “connessa”, ma anche di giovani anestetizzati dai social media: giovani che confondono la vita virtuale con quella reale. Cosa rende questa generazione diversa dalle precedenti?
Questa generazione è la più istruita di sempre, tanto che, i giovani in Zambia e ad Haiti completano più anni di istruzione rispetto alla media degli Italiani nel 1960*. Se l’aumento degli anni di istruzione è una buona notizia, l’altra faccia della medaglia è il ritardo nell’ingresso del mondo del lavoro, nel raggiungimento dell’indipendenza economica e nella formazione di nuovi nuclei famigliari. Queste tendenze sono rafforzate dalla difficoltà nel trovare lavoro: secondo i più recenti dati Istat, la disoccupazione giovanile in Italia si attesta oltre al 40%, il tasso più alto da quando queste statistiche vengono raccolte. Un altro tratto che distingue la nuova generazione è la mobilità: i giovani si spostano molto più dei loro genitori, sia per studiare che per lavorare; a volte ritornano e altre si fermano permanentemente in luoghi diversi da quelli dove sono cresciuti, all’interno del loro Paese o all’estero.
Il comun denominatore di queste tendenze è l’incertezza verso il futuro. Non si sa cosa si farà in futuro, né dove lo si farà: la nuova generazione vive a tempo determinato.  Tutto questo ha delle forti ripercussioni sulla vita privata. I giovani sanno che devono fare sacrifici e che il terzo millennio richiede loro di essere disposti ad allontanarsi dalla propria famiglia e dai propri luoghi d’origine alla ricerca di opportunità. Ma la direzione da prendere non è univoca e questo crea delle tensioni: cogliere le occasioni che si presentano all’estero o cercare di aprirsi una strada nel proprio Paese? L’incertezza verso il futuro, poi, ha anche delle ricadute sulla sfera affettiva. Come coltivare le relazioni, di amicizia o sentimentali, se tra qualche mese si potrebbe venire catapultati dall’altra parte dell’oceano? Come prendere decisioni, investire su se stessi, sul proprio futuro, sulla propria carriera, sulle relazioni umane in questo clima di incertezza?
I giovani che riusciranno ad emergere in questa selva di incognite sono coloro che avranno sviluppato la capacità di adattarsi. Adattarsi alle condizioni lavorative, adattarsi ai luoghi nuovi, adattarsi alle usanze diverse. Ma soprattutto, adattarsi all’idea di un mondo in continuo cambiamento. Questo significa, per la vita professionale, acquisire abilità a tutto campo ed essere sempre disposti ad imparare. E per mantenere un sano rapporto lavoro-vita privata, occorre reinventare il modo di intrattenere le relazioni personali. Ecco perché per i giovani è vita reale e non virtuale quella cha si svolge sui social media, per mantenere i rapporti a distanza attraverso un “social network” senza frontiere.  Una rete non solo professionale ma anche umana, su cui si può fare affidamento nei momenti di necessità, nonché una rete di informazione, in cui condividere le proprie esperienze e fare tesoro di quelle altrui.
I ragazzi plasmati da questo mondo in movimento saranno leader diversi dai loro predecessori: sia in campo professionale che civile, saranno tolleranti, aperti all’innovazione e orientati a una visione globale della realtà. Si dice che i millennials siano troppo egocentrici e narcisisti per preoccuparsi di ciò che accade loro intorno. Anche se sono più individualisti delle precedenti generazioni, questo non significa che non si curino degli altri. Lontani dalla sicurezza della famiglia, i giovani del terzo millennio hanno imparato a chiedere aiuto agli altri nel bisogno e a essere pronti ad aiutare quando possono. Per questo i millennials sanno apprezzare l’importanza di acquisire responsabilità nei confronti di se stessi e del prossimo e sono pronti a farlo.
 
Marta Prato
Mentee Mentors4u
*Dati tratti da “The Economist”, 23-29 Gennaio 2016.
 

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