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Sintesi del convegno "The Leader’s Way: Esperienze di CEO di successo"

di Matteo Grosso | Mentee di Mentors4u

Il mentee di Mentors4u, Matteo Grosso, sintetizza il contenuto degli interventi di importanti protagonisti di aziende italiane e internazionali che hanno preso parte al convegno “The Leader’s Way: Esperienze di CEO di successo”, organizzato da The Ruling Companies Association.
  

Nel convegno del 23 Marzo, organizzato dall’Associazione non profit “The Ruling Companies” ed intitolato “The Leader’s Way: Esperienze di CEO di successo”, i protagonisti di alcune fra le più importanti aziende italiane ed internazionali (Massimo Doris, Michele Scannavini, Marinella Soldi, Luca Rossi e Andrea Zappia) si sono confrontati presentando le best practices, le esperienze di successo e le difficoltà e i problemi superati per posizionare al meglio le organizzazioni in contesti internazionali sempre più complessi.

Come sopravvivere in un Mondo guidato dalla tecnologia, dall’innovazione e dall’ Hypercompetition?
“Tutte le qualità che vengono solitamente attribuite ai leader di successo - personalità, collaborazione, carisma, comunicazione – non sono più sufficienti per portare, e in particolar modo per mantenere, un’organizzazione al top” ha esordito Luca Rossi, Partner e Head of Europe, Middle East and Africa nella società di consulenza strategica A. T. Kearney. “Abbiamo recentemente condotto uno studio (The Leader’s Way) su 70 senior leaders provenienti da 10 aziende e 6 nazioni diverse, tutti accomunati da una serie di successi aziendali e siamo giunti alla conclusione che il Leader’s Way è caratterizzato da tre componenti fondamentali: i pilastri di lungo termine (the essence), le caratteristiche personali e l’aspetto sul quale l’azienda deve focalizzarsi (innovation, cost reduction, etc.)”.

Cosa hanno fatto i CEO? E come lo hanno fatto?
“Leadership e Business Models fanno la differenza fra successo e fallimento” inizia Andrea Zappia, Amministratore delegato di Sky Italia. “Pensate che Sky è passata dall’avere un unico Business Model ad averne quattro!”. Ed in effetti, come risulta anche dallo studio di A. T. Kearney, tutti i 70 CEO hanno impresso un cambiamento molto forte o sul Business Model o sul modello operativo dell’azienda!
La strategia è la base fondante del successo. Ma l’avere una visione strategica non è facile! “Un buon CEO analizza tutte le possibili strategie e, soprattutto, ha ben presente la Value Proposition dell’azienda!” dice Luca Rossi. “Ed inoltre, una strategia vincente guarda sempre al futuro, mai al passato! Per apportare un cambiamento significativo all’interno dell’azienda servono alcuni mesi, e di conseguenza un buon leader dovrebbe riuscire a programmare in una prospettiva almeno annuale. Inoltre un buon leader deve saper valutare l’impatto che le discontinuità esterne (in riferimento alle nuove tecnologie) avranno sul Business Model aziendale!”
“Una strategia vincente in un dato periodo di tempo potrebbe però rivelarsi fallimentare nel medio – lungo periodo” ricorda Michele Scannavini, Board Director in TOD’S e Business Advisor di TOD’S e Valentino. “Possiamo fare un parallelismo fra azienda e natura, ed applicare quindi alle aziende la teoria Darwiniana: non è l’azienda più forte che sopravvive, non è quella più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento! Quella più flessibile! Il manifesto culturale di TOD’S, infatti, è ‘Fast, Further and Freer’. Per avere successo dobbiamo essere veloci, migliorare incessantemente ed essere pronti ad apportare dei cambiamenti”.
Anche Luca Rossi concorda su questa affermazione, e ricorda che “Dobbiamo adattarci agli stimoli e al cambiamento! Non c’è un game plan fissato a priori! La strategia è un portafoglio di opzioni che viene gestito in maniera dinamica! Un buon leader stimola costantemente l’innovazione!”
“E qui entra in gioco il tema della Disruptive Innovation”, interviene Marinella Soldi, President and Managing Director di Discovery Networks Southern Europe e Amministratore Delegato di Discovery Italia. “In certe aziende l’innovazione che cambia il Business Model è necessaria, ma affinché venga effettuata in maniera vincente il team deve essere coeso! E inoltre un leader è tale solo se ha un team straordinario alle spalle che lo supporta nelle decisioni e una serie di stakeholders che credono in lui!”
“Non dimentichiamoci un’ultima cosa”, conclude Luca Rossi, “Strategia ed esecuzione devono andare di pari passo; strategia vuol dire ‘comprendere un ostacolo con le emozioni e senso del business’, esecuzione significa trasformare i sentimenti in un lavoro analitico”.

Quali sono le caratteristiche personali distintive di un leader?
“Un leader deve avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità” esordisce Massimo Doris, Amministratore Delegato di Banca Mediolanum “e, soprattutto, deve avere la lucidità di proteggere gli altri, perché quando tutto va bene i cervelli funzionano, ma quando le cose iniziano ad andare male le persone non ragionano più lucidamente e rischiano di agire in maniera avventata!”. “Inoltre, merita una menzione particolare il discorso del passaggio generazionale, molto frequente in Italia, che ho vissuto anch’io con Banca Mediolanum. Il passaggio generazionale è molto delicato, ci vuole molta intelligenza! Il padre deve dare spazio al figlio, e il figlio deve ascoltare i consigli del padre. Da un punto di vista del management questo è fondamentale, perché Banca Mediolanum ha 2500 dipendenti e una discontinuità dovuta alla mancanza di comunicazione fra padre e figlio può portare a seri problemi di leadership. Inoltre, una cosa è vedersi affidare un ruolo di leadership, diverso è conquistarsi la leadership! Ci vogliono innanzitutto le qualità, senza le quali non si va da nessuna parte, e poi bisogna riflettere ed ascoltare i managers che hanno più esperienza”.
“Un leader partecipa alla vita aziendale!” sostiene Michele Scannavini, “Un buon leader deve ridurre le distanze e deve essere l’esempio! Walk the talk! Bisogna far seguire le parole ai fatti per acquisire credibilità. Quest’ultimo fattore è di incredibile importanza al giorno d’oggi, in quanto con lo sviluppo della tecnologia e dei mezzi di comunicazione il consumatore può mostrare con facilità la sua insoddisfazione! Al giorno d’oggi l’azienda è responsabile in molteplici modi, e quindi un buon leader deve lavorare sulla reputazione aziendale in anticipo, perché in seguito è impossibile! Infine, un buon leader semplifica il complesso, in modo tale che tutti possano comprendere le diverse situazioni ed avere un ruolo attivo all’interno dell’azienda”.
Riprendendo la riduzione delle distanze menzionata da Michele Scannavini, Massimo Doris porta la conversazione sul tema del team working: “un buon leader è colui che accetta gli errori dei suoi colleghi e dei suoi dipendenti. Gli errori non vanno derisi, non vanno ignorati e non vanno puniti! È fondamentale che il gruppo muova critiche costruttive affinché chi ha sbagliato rientri in pista e dia il meglio di sé per rimediare all’errore commesso”.
“Un buon leader riconosce il merito e permette ai talenti di emergere”, conclude Andrea Zappia.

Quanto è importante la comunicazione?
Tutti i leader hanno toccato il tema della comunicazione. Michele Scannavini l'ha menzionata addirittura come uno dei fattori che aiutano a dare la scossa motivazionale che nella maggior parte dei casi fa la differenza! “È compito del leader creare una visione che possa parlare all’aspetto cognitivo (testa) e all’aspetto della coscienza (cuore)! Grazie alla capacità di generare passione, in COTY siamo passati da un contesto di lotta e affermazione delle proprie posizioni che caratterizzava l’anno 2000 ad un team coeso che va nella stessa direzione!”
“La comunicazione risulta particolarmente importante quando vogliamo portare l’azienda in mare aperto”, continua Luca Rossi, “in questo caso dobbiamo convincere sia le teste, ma soprattutto i cuori delle persone! Come citato nello studio di A. T. Kearney, un buon leader combina una visione strategica con l’abilità di muovere i cuori e le menti”.
Andrea Zappia riprende i passaggi precedenti ed incalza: “Dobbiamo ricordare ai nostri dipendenti perché siamo qui e dove vogliamo andare, perché in un’azienda tutti devono andare nella stessa direzione! Inoltre, è meglio comunicare troppo piuttosto che troppo poco! Infine, mentre in passato c’erano strutture aziendali più piatte ed una voce dall’alto raggiungeva tutti, ora per comunicare con tutte le sottostrutture ci vuole tempo e quindi bisogna lavorare in anticipo!”.
“Comunicate anche l’ovvio! Può fare la differenza.” ammonisce infine Massimo Doris.
Alla domanda “Come dobbiamo gestire un dipendente che non va d’accordo con il nuovo leader?” Marinella Soldi ha risposto con sicurezza: “In un’azienda tutti devono andare nella stessa direzione, e cambiamenti nella leadership possono complicare le cose. È fondamentale innanzitutto dare l’opportunità a chiunque di rimanere. Are you on the bus or are you off the bus? Se il dipendente vuole rimanere, bene, in caso contrario, purtroppo, certe volte è necessario licenziare”.

In un contesto di Hypercompetition è fondamentale avere costantemente nuove idee; come favorirne la nascita?
Mentre Michele Scannavini mette l’accento sull’importanza dell’assegnare responsabilità ampie e precise, Andrea Zappia menziona la destrutturazione, in quanto troppi processi possono sfavorire le idee. Inoltre, ci ricorda, porre domande ai lavoratori è fondamentale.
Infine, Marinella Soldi e Massimo Doris citano l’importanza del diminuire le distanze fra management e dipendenti. “Tutti all’interno dell’azienda devono essere trattati allo stesso modo!” sostiene la prima. “Bisogna salutare tutti col sorriso! Ed inoltre è importante organizzare eventi (8000 all’anno per Banca Mediolanum) per diminuire la distanza fra CEO ed investitori” conclude il secondo.
In conclusione, a tutti i giovani che cercano di individuare la strada migliore per il loro futuro rispondono Marinella Soldi e Andrea Zappia: “Fate, al posto di parlare! Tutti dicono Why?, io dico Why not?”, esorta la prima; “La passione è importante, il coraggio ancor di più”, conclude il secondo.

L’incontro è stato una grande opportunità per crescere da un punto di vista personale e professionale; è stato una finestra strategica, un’opportunità di riflessione che ha visto partecipare professionisti di diverse età, professioni e ruoli (70 partecipanti su 250 ricoprivano posizioni al top delle aziende), tutti accomunati dalla convinzione che non si smette mai di imparare e, soprattutto, che i “Leaders Learn From Leaders”.
 
Matteo Grosso
Mentee, Mentors4u

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