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Dalla consulenza al lusso: il lungo percorso per il lavoro dei sogni

di Gabriella Libonati | Mentor di Mentors4u

Intervista a Gabriella Libonati, Mentor di Mentors4u, che ripercorre le sue esperienze professionali fino al suo attuale ruolo di Retail Marketing Manager presso Bottega Veneta e fornisce il suo personale consiglio ai giovani mentee che si affacciano al mondo del lavoro.

Gabriella, il tuo profilo è molto variegato. Sei passata dal mondo di advisory in consulenza al consumer products e poi al settore fashion. Potresti farci un “excursus” del tuo percorso professionale?
Innanzitutto vi ringrazio per l’invito a condividere il mio percorso con la community di Mentors4U. La mia carriera è iniziata in KPMG Advisory, percorso che ho scelto principalmente per la possibilità di esplorare diverse industrie e funzioni e che mi ha dato la possibilità di lavorare tra l’Italia e la Germania. La mia vera passione però è sempre stata quella di lavorare su un brand e vederlo crescere e ho scelto Procter & Gamble perché è rinomata per sviluppare leaders ed essere una vera e propria “scuola di management”. Gli anni trascorsi in Procter nella sede internazionale di Ginevra sono stati molto intensi e sfidanti e gran parte di ciò che so a livello di business lo devo a P&G, a cui sarò sempre grata.
Il 2013 è stato un anno di svolta in cui ho deciso di seguire la mia vocazione per l’industria del retail e del lusso ed ho intrapreso un percorso di MBA a Londra presso London Business School, per rendere possibile il cambiamento di settore e di geografia accelerando allo stesso tempo la mia carriera. In LBS sono stata ammessa ad un programma in Luxury Management e ho collaborato con numerosi luxury brands, da Fashion House creative come Alexander McQueen a brand innovativi in forte espansione come Victoria Beckham. Questo percorso mirato mi ha fornito un’ampia credibilità nel settore, permettendomi di entrare in Bottega Veneta dopo l’MBA, dove lavoro come Retail Marketing Manager negli Headquarters di Milano.
 
Hai avuto esperienze di studio e di lavoro all’estero. Quanto ritieni sia importante fare una esperienza fuori dall' Italia? Potresti raccontarci una difficoltà incontrata e come l’hai superata? 
Credo che svolgere esperienze all’estero sia assolutamente fondamentale per affermarsi nel mondo lavorativo al giorno d’oggi. Viviamo e lavoriamo in un contesto globale e le esperienze all’estero sono il modo migliore per comprendere le differenze culturali e i diversi modi di fare business nel mondo, dimostrare una volontà di mettersi in gioco e una vera adattabilità al cambiamento. Se molti anni fa avere esperienze all’estero era un modo per distinguersi nel mondo del lavoro, oggi è un vero e proprio imperativo per accedere ai ruoli migliori.
Riguardo alla difficoltà incontrata, posso parlare del mio periodo iniziale a Ginevra, durante il quale ho faticato ad adattarmi ad una quotidianità molto diversa da quella riscontrata non solo in Italia ma anche a Londra o Berlino, dove avevo abitato in precedenza. Le sfide spaziavano dalla costante sensazione di vivere in una “città fantasma” all’alto turnover di persone tipico delle città con molti expats, che rendeva difficile sentirsi davvero a casa. Sono riuscita a superare queste sfide innanzitutto grazie agli amici fantastici che ho incontrato e poi maturando la consapevolezza che si può essere felici in ogni circostanza di vita, traendo il meglio da quello che ogni situazione può offrirti. Nel caso di Ginevra, le ottime opportunità di carriera e la possibilità di lavorare e vivere in un contesto veramente internazionale.
 
Cosa del tuo lavoro ti entusiasma di più? What gets you up in the morning?
La mia fonte di ispirazione deriva dalla ricerca dell’eccellenza in tutto quello che faccio e dal fatto di lavorare in contesti affini al mio sistema personale di valori. Nel mio ruolo attuale è sicuramente la possibilità di contribuire alla “creazione di un sogno” per i nostri clienti e di lavorare per un brand che rappresenta una vera eccellenza italiana.
 A livello personale, sono sempre stata molto motivata nel lavoro ma sicuramente riesco esprimere al meglio il mio entusiasmo in aziende con una cultura organizzativa più imprenditoriale, in quanto offrono maggiore libertà di introdurre cambiamenti, innovare e avere un impatto tangibile sul business e sull’organizzazione. Mi entusiasma molto lavorare in un contesto meritocratico dove vedo opportunità di crescita, la possibilità di intraprendere nuove sfide in ruoli progressivamente più grandi e dove ho la possibilità di crescere professionalmente insieme al mio team.

Hai fatto l’MBA alla London Business School con focus su Retail & Luxury, che ti ha portato a conoscere diverse realtà aziendali in quei settori. Ci racconti qualche esperienza che ti ha colpito? Guardando indietro cosa ti ha aiutato a crescere come persona? 
Durante l’MBA ho avuto modo di lavorare fianco a fianco con alcuni Business Leaders di grande successo in diversi settori, dal fashion all’eyewear. Ognuna di queste esperienze mi ha arricchita in modo diverso ma sicuramente sono stata molto colpita dalla mia esperienza in Alexander McQueen, dove ho lavorato sul piano di marketing e strategico del brand McQ. Provenendo da un ambiente strutturato e data-driven come Procter & Gamble, ho trovato davvero affascinante conoscere una realtà incredibilmente creativa e piena di ispirazione come Alexander McQueen. Ho visto da vicino quanto il business della moda sia una combinazione unica di arte e scienza e sia portatore di una cultura che unisce tradizione e modernità.
Guardando indietro penso che ciò che mi ha fatto crescere maggiormente sia stata la combinazione di tutte queste esperienze lavorative, svolte in parallelo all’MBA e al mio ruolo di Presidente del Retail & Luxury Goods Club di LBS. Lavorare su numerosi progetti di breve termine riportando direttamente al top management mi ha portata a crearmi un metodo per inserirmi velocemente in nuove realtà, comprendere l’essenza di un brand in poche settimane e riconoscere le opportunità da cogliere per portare risultati alle aziende in tempi molto brevi.
 
Quali sono stati i “key takeaways” del periodo del tuo MBA, dal punto di vista personale e professionale?
Dal punto di vista professionale, il mio primo takeaway è stato l’importanza di avere chiare in mente le proprie aspirazioni lavorative prima di iniziare l’MBA, in modo da strutturare l’intera esperienza a partire dall’obiettivo e dar vita ad un percorso coerente.
Secondo, che il successo di lungo termine generalmente si accompagna a un forte entusiasmo per il proprio lavoro e al fatto di lavorare in aziende con una cultura e un “purpose” affini al proprio, perché solo in quel modo si va entrambi nella stessa direzione.
Infine che indipendentemente da quale sia l’obiettivo che ci siamo prefissi nella vita, la perseveranza è fondamentale perché ci saranno necessariamente degli ostacoli durante il percorso e ciò che conta ai fini del risultato è il modo in cui li affrontiamo.
Dal lato personale, ho un unico take-away. L’MBA mi ha insegnato a scegliere l’incertezza unita alla passione rispetto ad una sicurezza non del tutto appagante. Dal momento in cui ho lasciato P&G e la Svizzera ho detto addio a ogni forma di certezza e il mio percorso si è sviluppato su un continuum di “rischi calcolati” più o meno grandi. Guardando indietro posso dire che ne è valsa assolutamente la pena.

É da poco che sei tornata in Italia. Come mai hai scelto di tornare? Com’è stato il tuo rientro nel mondo del lavoro in Italia dopo l’esperienza all’estero?
La mia decisione di rientrare in Italia dopo sei anni all’estero è maturata da un mix di ragioni personali e professionali. Volendo lavorare nel lusso, Milano rappresentava una scelta coerente poiché è sede di numerosi Headquarters di luxury brands. Pur non avendoci mai vissuto prima, devo dire che mi sono sentita immediatamente a casa e che la trovo una città davvero stimolante e piena di energia.
L’idea di rientrare in Italia può spaventare inizialmente, anche perché sentiamo continuamente notizie legate all’assenza di opportunità lavorative per i giovani nel nostro paese. Pur riconoscendo che il contesto macroeconomico attuale non è dei più rosei, la mia esperienza di rientro è stata assolutamente positiva e sono felice di poter dare un messaggio diverso da quello a cui siamo abituati. Innanzitutto, ho realizzato che le esperienze all’estero sono molto apprezzate, poiché le aziende vedono nelle persone che rientrano in Italia un pool di talenti prezioso: giovani che sono disposti a mettersi in gioco e portano una visione di business internazionale pur comprendendo al 100% le dinamiche e la cultura di business italiana. Questo porta alla possibilità di ottenere ruoli veramente di rilievo rientrando in Italia.
In secondo luogo, le opportunità variano molto a seconda dei settori. Non dobbiamo dimenticarci che molte aziende italiane dei settori Food & Beverage, Fashion & Leathergoods e Eyewear, per citarne alcuni, sono leader affermati a livello mondiale e pertanto, soprattutto in questi ambiti, si possono trovare delle opportunità lavorative che non hanno davvero nulla da invidiare a quelle presenti all’estero, ad esempio la possibilità di lavorare in team internazionali e sui mercati esteri pur essendo basati in Italia.

Sei una Mentor attiva e apprezzata dalla community di Mentors4u. Cosa ti ha portato a far parte del nostro programma?
Credo fortemente nella mentorship e io stessa ho avuto dei fantastici mentors durante l’MBA che mi hanno incoraggiata e sostenuta a scrivere la mia nuova storia. I giovani talenti italiani sono la vera forza del nostro paese e se posso fare qualcosa per supportare le nuove generazioni a diventare i business leaders del futuro lo farò sempre.
Ricordo che quando mi sono laureata non avevo una chiara visione di tutte le diverse opportunità che si profilavano dinanzi a me e dei relativi pro e contro, perché molti aspetti dei diversi percorsi lavorativi si possono cogliere fino in fondo solo attraverso l’esperienza sul campo. In questo senso la figura di un mentor di fiducia diventa fondamentale per associare all’idea teorica dei diversi percorsi lavorativi una visione più tangibile di cosa davvero significa intraprendere un percorso di carriera piuttosto che un altro.
Per questo motivo credo che iniziative come Mentors4U siano da ammirare e mi sono resa conto del vero potenziale di questo progetto soprattutto grazie alle relazioni che ho stabilito con i miei mentee.
 
Quali sono i 3 consigli che vuoi lasciare ai nostri giovani mentee?
Il primo è sicuramente quello di seguire sempre la propria passione e di scegliere la propria professione sulla base delle preferenze personali e dei propri punti di forza, senza lasciarsi influenzare dalle pressioni sociali, perché è il modo più semplice per garantirsi ottimi risultati sostenibili nel lungo termine. Il secondo è quello di svolgere più esperienze possibile durante gli studi, sia di tipo lavorativo che attraverso posizioni di leadership in Students’ Clubs o associazioni. Questo permette sia di sviluppare delle competenze assolutamente critiche nel mondo del lavoro, come leadership e people management, sia di capire sul campo cosa più ci piace e quali sono i nostri punti di forza. Infine, il mio consiglio è quello di prendere dei rischi se necessario, soprattutto da giovani quando forse possiamo permettercelo di più. Guardandosi indietro è sempre meglio non avere rimpianti ma anzi rendersi conto di aver sfruttato al meglio tutte le opportunità che si sono presentate lungo la nostra strada.

Gabriella Libonati
Retail Marketing Manager e Mentor Mentors4u

 

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