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Dalla fisica alla consulenza: una scelta consapevole

di Manuel Pincetti | Mentor di Mentors4u

Intervista a Manuel Pincetti, Mentor di Mentors4u, che racconta il percorso accademico e professionale che lo ha condotto fino al suo attuale ruolo di Executive in Deloitte Strategy Consulting e fornisce il suo personale consiglio ai ragazzi che sentono il bisogno di effettuare un cambio di carriera.

Ciao Manuel! Raccontaci un po’ la tua storia. Che percorso accademico e professionale ti ha portato a lavorare in Deloitte?
Sono sempre stato un grande amante delle sfide. Scelsi di studiare fisica a Pavia perché ritenevo fosse la facoltà più difficile (originariamente volevo iscrivermi a ingegneria, ma una volta arrivato in segreteria, mi trovai davanti una coda di centinaia di persone, mentre invece solo 40 studenti avevano avuto il coraggio di iscriversi a fisica!). In effetti, gli anni all’università sono stati duri (siamo partiti in 40 e abbiamo finito in corso in 5) ma visto che andavo bene, la materia mi appassionava, e che soprattutto non avevo una chiara idea di cosa fare “da grande”, decisi di continuare prima con la specialistica, poi col dottorato.
L’idea della consulenza mi venne verso la fine della specialistica. Un giorno infatti, vennero tre ex-fisici a parlare nel mio dipartimento. Due di loro erano diventati consulenti di successo, e mentre spiegavano a noi “accademici” il loro lavoro, mi si accese una lampadina, che però misi da parte, visto che avevo già deciso di continuare col dottorato. Continuai a studiare per i successivi tre anni, ma nel mentre la lampadina non si era spenta. Iniziai così a informarmi sulla consulenza, leggendo libri, facendo ricerca su internet, e parlando con professionisti del settore. Ero determinato a saperne il più possibile. Finendo il dottorato, mi ritrovai quindi davanti a un bivio: post-doc o consulenza? Grazie alla ricerca che avevo fatto nei mesi precedenti, ero ben informato sui pro e i contro di entrambe le scelte. Scelsi la consulenza, ed entrai in Deloitte Consulting come Consultant.
 
Come può un Dottore in Fisica diventare consulente?
La cosa che mi ha aiutato di più in assoluto è stata l’auto consapevolezza. Sapevo di venire da un percorso “non standard”, sapevo di non sapere, sapevo di poter imparare in fretta, e soprattutto sapevo come comunicare chiaramente tutto ciò alle persone che avevano in mano il mio CV. Ero consapevole, per esempio, che non sarebbe stato possibile per me competere da un punto di vista tecnico con ragazzi che, per esempio, avevano studiato economia alla Bocconi, e che si erano preparati a diventare consulenti dal loro primo anno di università. Nei colloqui che ho sostenuto, ho cercato quindi di concentrarmi il più possibile sulla mia capacità di problem solving e sulla mia curiosità. Mi sono preparato per arrivare a un livello di preparazione tecnica “minima indispensabile”, ma quello che mi ha permesso di ottenere il posto di lavoro è stata la combinazione di curiosità e umiltà intellettuale, tanta ricerca per capire i dettagli del mestiere, e un approccio molto strutturato al problem solving.
 
La tua vita avrebbe preso una piega molto diversa se tu avessi scelto di rimanere nel mondo accademico. Ti chiedi mai come sarebbe stato diventare il Professor Pincetti?
La mia scelta di passare da fisica alla consulenza è stata molto consapevole. Sapevo a cosa stavo andando incontro, e quindi non mi sono mai pentito. Ci sono tanti aspetti dell’accademia in Italia, ma non solo, che non ero pronto ad accettare: la precarietà, l’auto-referenzialità, la mancanza di meritocrazia… Detto questo, il pensiero accademico è una cosa che fa parte di me, e non escludo in futuro di riavvicinarmici in qualche modo. Recentemente, per esempio, ho accettato con grande entusiasmo di tenere un corso chiamato “Strategy and Strategic Dilemma” alla European School of Economics di Milano.  
 
Negli ultimi 3-4 anni, hai visto centinaia di curriculum e decine di neolaureati passare per Deloitte. Qual è la caratteristica che contraddistingue i migliori candidati a livello junior?
Tornando al tema di cui parlavo prima, la cosa più importante è la curiosità. Questo vuol dire farsi sempre domande e non dare mai nulla per scontato. Per esempio, se il vostro “capo” vi chiede di fare un’analisi, non limitatevi a riportare i risultati. Chiedetevi: ha senso fare questa analisi? E dati gli input di partenza, questi risultati hanno senso? E quali sono le implicazioni di questi risultati nel risolvere il problema del vostro cliente? Quale altra analisi sarebbe utile fare?
I candidati ideali, ma soprattutto quelli che negli anni dimostrano le migliori performance, hanno quindi molta curiosità, capacità di analisi e umiltà intellettuale (nel senso più positivo del termine). Sono disposti a continuare a fare domande per arrivare al nocciolo del problema che si sta risolvendo, anche quando queste domande sono “scomode”, o portano a dover fare più lavoro del previsto.
Un altro aspetto non secondario è l’intelligenza emotiva. Ricordatevi il test dell’aeroplano: se dovessi fare un lungo viaggio in aereo con la persona che sto per assumere, preferirei fare finta di dormire, o avrei piacere a chiacchierare con lei? Se la risposta è dormire, non importa quanta esperienza o capacità questa persona abbia – sicuramente non la assumerei.
 
 Che suggerimento vuoi dare ai ragazzi che sentono il bisogno di fare un cambio di carriera "radicale" come il tuo, ma si sentono scoraggiati o intimiditi al pensiero di "ricominciare" da zero?
Per prima cosa, bisogna cercare di capire quello che vi piace fare e lavorare sui vostri punti di forza. Nel mio caso, non avevo studiato economia o finanza, però mi ero informato molto bene sulla consulenza. Avevo appreso chiaramente le caratteristiche necessarie per diventare un consulente di successo, e – dopo aver verificato che le mie aspirazioni fossero in linea con questo role model – ho sviluppato un piano per acquisire tutte le conoscenze necessarie ad iniziare il percorso.
Se la vostra aspirazione è di fare il pianista, il consulente, o il manager, chiedetevi: quali sono le conoscenze e capacità necessarie? Le possiedo? Se non le possiedo, come posso impararle? Quali risorse posso utilizzare? Quindi il mio consiglio è: non fate sì che la vita vi travolga, ma cercate di essere padroni del vostro destino!
 
Manuel Pincetti
Executive in Deloitte Strategy Consulting e Mentor di Mentors4u

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