Voglio quindi raccontarvi come io ho cercato di essere un first mover portandovi due esempi.
1. Essere pronti: Mentors4U adventure
Durante l’esperienza di scambio Australiana, molti degli studenti con cui preparavo gli esami, già facevano internship legati al loro percorso di studi. Dalla loro, la timetable universitaria era predisposta alla flessibilità e al fatto che essendo le fee più alte che in Italia, erano in un certo senso “forzati” a lavorare. Tuttavia, dubbioso, mi chiedevo: in un’arena globale, dove io, un ipotetico numero eccellente sulla carta e uno studente con esperienze alle spalle, dovessimo competere per la stessa posizione, il mio numero potrà battere la sua esperienza? Sport docet: un giocatore esperto batte molto spesso un giovane talento senza esperienza. Mi sono quindi reso conto fosse necessario strutturare un percorso che affiancasse studio ad esperienze pratiche. Fin qui tutto facile, ma quali esperienze? Quali opportunità cogliere? Qui entra il vantaggio da first mover: a Settembre 2014 entro a far parte della prima classe di Mentee. Il network di Mentors4U ed in particolare Marco, il mio mentor, mi hanno permesso di rispondere a queste mie domande, aiutandomi a strutturare un percorso che potesse rendermi pronto ad ambire agli obiettivi professionali che mi ero posto. Marco mi ha inoltre dato consigli preziosissimi sul curriculum, sulle cover letter e su come prepararsi e comportarsi nelle interview che ho affrontato, da Google a Vodafone, dove sono stato poi selezionato per il loro Discover Program un semestre prima di laurearmi. La cosa bella è la modalità in cui ho imparato da lui, sempre divertente, dove non mancavano mai le occasioni per farsi delle battute e scherzare.
2. Cambiare e rischiare: “My CEO for One Month Leap of Faith”
Una quote che mi ripeto spesso recita: “If you don’t risk anything, you risk even more” (Erica Jong). Ad aprile di quest’anno, trovo un’opportunità allettante, il progetto Adecco Ceo for One Month, un progetto globale attivo in 50 Paesi dove per un mese 50 “fortunati” ragazzi possono affiancare 50 CEO di rispettive Country e dove in una fase successiva si può ambire ad affiancare il CEO dell’intero gruppo Adecco, Alain Dehaze. Senza indugiare applico, in Italia, dove come me altri 5000 candidati ambiziosi volevano lavorare fianco a fianco con Andrea Malacrida, CEO di Adecco Italia. Arrivo alla fase finale, al bootcamp e mi chiedo se valga la pena nell’ipotesi di vittoria, lasciare Vodafone, per un’avventura di un mese. Molti penseranno che saltare in questo mese sarebbe una follia. Ne parlo con familiari, amici, colleghi e con Marco, il quale mi ha spronato ad andare avanti. Arriva il momento fatidico: vinco CEO for 1 Month Italia e lascio Vodafone. Badate bene, non lasciai Vodafone perché mi trovassi male, anzi, ringrazio Vodafone e le persone che mi hanno seguito perché mi hanno dato una struttura in grado di competere ai massimi livelli, con la qualità professionale di una multinazionale. Ho deciso di lasciare perché ho ritenuto che il progetto potesse darmi ora qualcosa che darà i suoi frutti in futuro, un approccio strategico e un’esperienza inestimabile, che in Vodafone avrei potuto fare realisticamente dopo 4/5 anni in modo graduale. Ho deciso di cambiare e di rischiare e solo il futuro saprà dirmi se ho fatto bene, ma per ora l’ho ritenuta un’opportunità unica nella vita, da cogliere al volo e da first mover.
Ho deciso di condividere con voi Mentee questa mia storia, per farvi capire la fortuna che abbiamo di essere in un network in grado di aiutarci a soddisfare le nostre ambizioni e di farci crescere, personalmente e professionalmente.
Sfruttatelo al massimo e se posso permettermi di darvi un consiglio, siate sempre umili e disposti ad imparare, perché solo con la consapevolezza che non si è mai arrivati, si può ambire ad andare davvero in alto: “Sky is (not) the limit”.
Filippo Principi
Mentee di Mentors4u
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