Raccontaci un po’ il percorso che ti ha portato al ruolo che ricopri attualmente.
Volentieri! Mi sono laureata in economia e management presso l’Università Bocconi e successivamente, ho frequentato l’HEC di Parigi per un Master in Management, durante il quale ho avuto la possibilità di completare un anno di lavoro che si è rivelato fondamentale per capire quale fosse la carriera più adatta a me.
Ho prima lavorato 6 mesi nel marketing presso P&G a Parigi, altri 6 mesi in consulenza presso Bain & Company a Milano e poi 3 mesi in investment banking presso Goldman Sachs a Londra.
Proprio al termine della mia esperienza in Goldman Sachs ho ricevuto un’offerta per unirmi al team di Private Equity in Blackstone e dopo 3 mesi di internship sono ritornata dopo la laurea come full-time analyst.
Nello specifico, le mie mansioni giornaliere sono molto diverse e includono varie attività di business e financial due diligence per valutare l’attrattività di potenziali investimenti.
Cosa ti ha spinto a fare proprio questa scelta?
Il Private Equity è un mondo che mi ha sempre affascinato. Infatti, ho pianificato il mio gap year di lavoro con grande anticipo e con il chiaro obiettivo di costruire un set di skills differenti e complementari, sia quantitative che qualitative, che potessero prepararmi al meglio per questa carriera.
Per me è sempre stato importante scegliere una carriera con l’ambizione di restarci nel medio-lungo termine e, fortunatamente, è proprio quello che penso del mondo Private Equity! Il mio lavoro è molto stimolante, si imparano cose nuove a tutti i livelli di seniority (visto che le responsabilità cambiano a seconda del ruolo), ed in generale c’è una bella cultura del lavoro basata sullo spirito di squadra, dove ci si aiuta reciprocamente e viene presa in considerazione l’opinione di tutti.
Come valuti tutte le esperienze che hai fatto prima di trovare il percorso di carriera più adatto a te? (Utili, istruttive, arricchenti...piuttosto che poco utili o stimolanti)
L’esperienza in P&G, come primo lavoro e in una città come Parigi, ha rappresentato una bella sfida culturale che mi ha permesso di misurarmi con una grande realtà e di apprendere tanto, vista la grande esposizione che avevo sui progetti (generalmente gestiti autonomamente con la supervisione parziale di un manager in remoto). L’esperienza in multinazionale mi ha anche fatto capire che avevo bisogno di un ambiente più dinamico, che mi permettesse di lavorare su progetti diversi e più “actionable”.
Grazie all’opportunità in Bain, ho esplorato un’ampia gamma di settori, lavorando con società nell’Healthcare, nel Consumer e nel Luxury, e lavorato con vari fondi, cosa che ha validato molto il mio interesse per il Private Equity. Le dinamiche che ho potuto approfondire durante l’internship si sono rivelate molto interessanti ma mi sono resa conto che la natura del lavoro non era fatta per me, considerando la breve durata dei progetti.
Sin dal primo giorno in Goldman Sachs, invece, ho potuto apprezzare l’ambiente di lavoro e di conseguenza la natura dei progetti molto internazionale. Il downside più grande secondo me è la struttura molto gerarchica dei team che non permette all’ultimo arrivato di offrire grandi contributi sui progetti.
In definitiva, sono comunque molto soddisfatta delle mie esperienze di internship. Credo che la diversità del mio background si sia rivelata fondamentale nel portarmi dove mi trovo oggi. Infatti, il mio attuale lavoro riassume, per certi versi, le parti più interessanti delle mie precedenti esperienze.
Quale ruolo ha avuto M4U nelle tue scelte relative alla carriera? ...e il tuo Mentor in particolare? Puoi raccontarci un episodio specifico in cui il parere del tuo Mentor è stato decisivo per te?
I consigli ad-hoc della mia mentor, Stefania, sono stati fondamentali per guidarmi nelle mie scelte e per dare il meglio delle mie capacità sul lavoro. Devo sicuramente ringraziarla per essere stata una guida molto presente. Quando frequentavo il Master, mi era stata offerta l’opportunità di trascorrere un anno presso l’MIT per un programma di doppia laurea. Comprensibilmente, all’inizio ero al settimo cielo e tutti intorno a me spingevano affinché cogliessi questa grande opportunità. Con il passar dei giorni, però, ho iniziato a domandarmi se era davvero quello che volevo. Volevo vivere negli USA? Era la scelta giusta per crescere professionalmente / accademicamente oppure ero attratta solo dal grande prestigio dell’università? Non è stato per nulla semplice! Stefania mi ha aiutato a ragionare sul costo-opportunità della mia scelta e, soprattutto, su cosa volessi davvero fare. Alla fine, grazie al suo aiuto, ho capito che questa non era la mia strada e che era meglio optare per una esperienza più formativa ed arricchente a livello umano e sono partita per un semestre di scambio a Tel-Aviv!
Quanto conta per te la volontà di rialzarsi dopo eventuali cadute? Se si percepisce che una carriera è quella più adatta, è importante essere testardi?
La volontà di rialzarsi se qualcosa va storto è sicuramente fondamentale! Sono fermamente convinta che un approccio positivo e propositivo è ciò che ci permette di avere successo. Allo stesso modo, bisogna sempre seguire le proprie passioni! Non c’è niente di più bello che andare a lavoro entusiasti per quella che sarà la giornata in ufficio.
A proposito dell’importanza di essere testardi...Quando ho ricevuto offerta di internship da Blackstone, mi hanno chiesto di rifiutare tutte le offerte che avevo sul tavolo dai miei precedenti employers. Per quanto ero certa che il Private Equity fosse il campo dove mi vedevo nel lungo periodo, non è banale scegliere di iniziare un'altra internship rinunciando alla sicurezza di un contratto da Analyst. Anche qui, Mentors4u si è rivelato un grandissimo alleato nel mio processo decisionale. Stefania e Dimitrios sono stati fantastici nell’incoraggiarmi a seguire la mia passione e a non farmi spaventare dall’incertezza e, ad oggi, non potrei esserne più felice!
Chiara De Bortoli
Mentee di Mentors4u
Volentieri! Mi sono laureata in economia e management presso l’Università Bocconi e successivamente, ho frequentato l’HEC di Parigi per un Master in Management, durante il quale ho avuto la possibilità di completare un anno di lavoro che si è rivelato fondamentale per capire quale fosse la carriera più adatta a me.
Ho prima lavorato 6 mesi nel marketing presso P&G a Parigi, altri 6 mesi in consulenza presso Bain & Company a Milano e poi 3 mesi in investment banking presso Goldman Sachs a Londra.
Proprio al termine della mia esperienza in Goldman Sachs ho ricevuto un’offerta per unirmi al team di Private Equity in Blackstone e dopo 3 mesi di internship sono ritornata dopo la laurea come full-time analyst.
Nello specifico, le mie mansioni giornaliere sono molto diverse e includono varie attività di business e financial due diligence per valutare l’attrattività di potenziali investimenti.
Cosa ti ha spinto a fare proprio questa scelta?
Il Private Equity è un mondo che mi ha sempre affascinato. Infatti, ho pianificato il mio gap year di lavoro con grande anticipo e con il chiaro obiettivo di costruire un set di skills differenti e complementari, sia quantitative che qualitative, che potessero prepararmi al meglio per questa carriera.
Per me è sempre stato importante scegliere una carriera con l’ambizione di restarci nel medio-lungo termine e, fortunatamente, è proprio quello che penso del mondo Private Equity! Il mio lavoro è molto stimolante, si imparano cose nuove a tutti i livelli di seniority (visto che le responsabilità cambiano a seconda del ruolo), ed in generale c’è una bella cultura del lavoro basata sullo spirito di squadra, dove ci si aiuta reciprocamente e viene presa in considerazione l’opinione di tutti.
Come valuti tutte le esperienze che hai fatto prima di trovare il percorso di carriera più adatto a te? (Utili, istruttive, arricchenti...piuttosto che poco utili o stimolanti)
L’esperienza in P&G, come primo lavoro e in una città come Parigi, ha rappresentato una bella sfida culturale che mi ha permesso di misurarmi con una grande realtà e di apprendere tanto, vista la grande esposizione che avevo sui progetti (generalmente gestiti autonomamente con la supervisione parziale di un manager in remoto). L’esperienza in multinazionale mi ha anche fatto capire che avevo bisogno di un ambiente più dinamico, che mi permettesse di lavorare su progetti diversi e più “actionable”.
Grazie all’opportunità in Bain, ho esplorato un’ampia gamma di settori, lavorando con società nell’Healthcare, nel Consumer e nel Luxury, e lavorato con vari fondi, cosa che ha validato molto il mio interesse per il Private Equity. Le dinamiche che ho potuto approfondire durante l’internship si sono rivelate molto interessanti ma mi sono resa conto che la natura del lavoro non era fatta per me, considerando la breve durata dei progetti.
Sin dal primo giorno in Goldman Sachs, invece, ho potuto apprezzare l’ambiente di lavoro e di conseguenza la natura dei progetti molto internazionale. Il downside più grande secondo me è la struttura molto gerarchica dei team che non permette all’ultimo arrivato di offrire grandi contributi sui progetti.
In definitiva, sono comunque molto soddisfatta delle mie esperienze di internship. Credo che la diversità del mio background si sia rivelata fondamentale nel portarmi dove mi trovo oggi. Infatti, il mio attuale lavoro riassume, per certi versi, le parti più interessanti delle mie precedenti esperienze.
Quale ruolo ha avuto M4U nelle tue scelte relative alla carriera? ...e il tuo Mentor in particolare? Puoi raccontarci un episodio specifico in cui il parere del tuo Mentor è stato decisivo per te?
I consigli ad-hoc della mia mentor, Stefania, sono stati fondamentali per guidarmi nelle mie scelte e per dare il meglio delle mie capacità sul lavoro. Devo sicuramente ringraziarla per essere stata una guida molto presente. Quando frequentavo il Master, mi era stata offerta l’opportunità di trascorrere un anno presso l’MIT per un programma di doppia laurea. Comprensibilmente, all’inizio ero al settimo cielo e tutti intorno a me spingevano affinché cogliessi questa grande opportunità. Con il passar dei giorni, però, ho iniziato a domandarmi se era davvero quello che volevo. Volevo vivere negli USA? Era la scelta giusta per crescere professionalmente / accademicamente oppure ero attratta solo dal grande prestigio dell’università? Non è stato per nulla semplice! Stefania mi ha aiutato a ragionare sul costo-opportunità della mia scelta e, soprattutto, su cosa volessi davvero fare. Alla fine, grazie al suo aiuto, ho capito che questa non era la mia strada e che era meglio optare per una esperienza più formativa ed arricchente a livello umano e sono partita per un semestre di scambio a Tel-Aviv!
Quanto conta per te la volontà di rialzarsi dopo eventuali cadute? Se si percepisce che una carriera è quella più adatta, è importante essere testardi?
La volontà di rialzarsi se qualcosa va storto è sicuramente fondamentale! Sono fermamente convinta che un approccio positivo e propositivo è ciò che ci permette di avere successo. Allo stesso modo, bisogna sempre seguire le proprie passioni! Non c’è niente di più bello che andare a lavoro entusiasti per quella che sarà la giornata in ufficio.
A proposito dell’importanza di essere testardi...Quando ho ricevuto offerta di internship da Blackstone, mi hanno chiesto di rifiutare tutte le offerte che avevo sul tavolo dai miei precedenti employers. Per quanto ero certa che il Private Equity fosse il campo dove mi vedevo nel lungo periodo, non è banale scegliere di iniziare un'altra internship rinunciando alla sicurezza di un contratto da Analyst. Anche qui, Mentors4u si è rivelato un grandissimo alleato nel mio processo decisionale. Stefania e Dimitrios sono stati fantastici nell’incoraggiarmi a seguire la mia passione e a non farmi spaventare dall’incertezza e, ad oggi, non potrei esserne più felice!
Chiara De Bortoli
Mentee di Mentors4u
