Lurisia nasce come stabilimento termale nel 1940. Nel 1950, due imprenditori genovesi iniziarono ad imbottigliare l’acqua e venderla come prodotto medicinale. Mio padre, che già lavorava nel settore del beverage, decise di rilevare Lurisia nel 1996, assumendosene i debiti. Da subito iniziai a collaborare con lui, coprendo svariati ruoli, in particolare la relazione con i clienti. Nel 2004 ci incontrammo per la prima volta con Oscar Farinetti, che al tempo stava iniziando a concepire il progetto Eataly (ndr: Oscar Farinetti è il fondatore di Eataly). Affascinati dall’idea, e in cerca di un partner, decidemmo di vendere il 50% di Lurisia ad Eataly. Iniziò così una partnership che dura ancora oggi. La partnership con Eataly è stata fondamentale perché ha permesso a Lurisia di valorizzare e distribuire i nostri prodotti attraverso la rete di negozi di altissima qualità di Eataly in tutto il mondo. Con il nuovo assetto societario, mio padre decise di uscire dalla gestione diretta di Lurisia, da qualche anno avevamo visioni diverse di come gestire l’azienda, e in accordo con Farinetti, divenni CEO. Nel gennaio 2017 abbiamo venduto un’altra percentuale di Lurisia a Idea Taste of Italy, un fondo italiano di private equity. Questa transazione ci ha portato un nuovo partner con grandi competenze manageriali e una struttura più formale, di cui avevamo molto bisogno. Ad oggi, l’azienda conta oltre 20 milioni di euro di fatturato e circa 50 dipendenti.
Quali sono i valori di Lurisia?
Dal primo giorno, Lurisia ha avuto una serie di valori molto definiti che hanno dato all’azienda e ai suoi dipendenti un’identità chiara. Li viviamo e respiriamo in ogni attività che facciamo e spiegano il modo in cui prendiamo qualsiasi decisione:
∙ People first: prima di tutto, vengono le persone. Questo vuol dire prendersi cura dei nostri collaboratori e ricordarsi che ci sono loro al centro dell’azienda.
∙ Ambiente: prendersi cura dell’ambiente che ci circonda è importantissimo per ognuno di noi e in particolare per aziende come la nostra che dipendono completamente dalle risorse che il pianeta ci regala ogni giorno, l’acqua. Nel 1971 c’erano 3 miliardi di persone su questo pianeta, nel 2025 ce ne saranno 8 miliardi. Dobbiamo continuare ad impegnarci per fare in modo che queste tematiche ambientali rimangano top of mind per tutti.
∙ Valore economico: per noi questo significa avere gli strumenti e le risorse economiche per sopravvivere per i prossimi 20 anni. Agiamo oggi e pensiamo all’effetto che questo avrà sul conto economico del 2037.
∙ Migliorare: siamo sempre alla ricerca di nuove tecnologie e nuove competenze. Sappiamo che al giorno d'oggi non è più possibile sopravvivere come azienda replicando passo per passo quello che si faceva in passato.
∙ Alta qualità: la nostra strategia è di creare un prodotto di altissima qualità. Questo è chiaro a ciascun dipendente. Per esempio, l’anno scorso un ragazzo che lavorava per noi da poco con un contratto stagionale si è accorto che alcuni dei tappi che stavamo utilizzando per imbottigliare la nostra acqua puzzavano di plastica. Senza che nessuno glielo chiedesse, è andato subito dal suo supervisore, il quale mi ha avvisato del problema e così abbiamo bloccato la produzione ed evitato che un prodotto di qualità non eccellente arrivasse sul mercato. Questo episodio mi ha reso molto orgoglioso, perché è stato un chiaro indicatore che la qualità è un valore fondamentale per ogni dipendente di Lurisia.
∙ Evolversi: questo vuol dire non solo migliorare le cose che già facciamo ma non aver paura di espandersi ad altri settori. Bibite analcoliche, birra e poi chissà: un giorno, magari, l’arredamento da tavola o altri prodotti innovativi. Teniamo gli occhi aperti continuamente per cercare la giusta opportunità.
∙ Fare: cioè, trasformare tutte queste grandi intenzioni e grandi valori in fatti. Spesso si fa l’errore di valutare (se stessi e gli altri) sulle intenzioni. Invece dovremmo tutti valutarci sui fatti.
Qual è la relazione tra i valori di Lurisia e i tuoi valori personali?
I valori di crescita e miglioramento hanno sempre avuto un ruolo centrale nella mia vita. Sin da bambino soffro di dislessia, una difficoltà di apprendimento che colpisce principalmente le competenze coinvolte nella lettura accurata e fluente e nell'ortografia. Questo significa che il mio modo di imparare era ed è diverso da quello di altri: imparo al meglio facendo le cose, invece che studiandole. Purtroppo però da bambino i miei maestri e professori non capirono questa cosa, pensando invece che io non stessi studiando e non mi volessi applicare. Venivo punito ogni volta che commettevo un errore invece di essere incoraggiato a riprovare ad imparare in un modo diverso.
Grazie a questa esperienza mi sono reso conto che non è possibile applicare uno stampino a tutti gli studenti, o dipendenti, e aspettarsi che tutti imparino e crescano allo stesso modo. Bisogna mettere le persone al centro dell’azienda e gli studenti al centro del sistema scolastico. Bisogna valorizzare l’errore e incoraggiare le persone a prendere dei rischi, provando cose nuove, a costo di sbagliare e fallire. Questo concetto purtroppo non è molto presente nella cultura italiana.
Un’altra esperienza che mi ha fatto molto crescere è stata quando, nel 2009, mi sono ammalato di leucemia acuta e ho passato 3 mesi in camera sterile. Questo momento poteva essere la fine della mia carriera, ma invece ho scelto di vederlo come momento di crescita, durante il quale ho consolidato moltissimo il rapporto con tutti i miei collaboratori, con i quali ero in contatto quotidianamente grazie alle moderne tecnologie. L’anno scorso ho avuto una ricaduta e sono rimasto per un altro mese ricoverato in camera sterile, ogni giorno, ballavo per 45 minuti, trasmettendo la mia “dance time” via Periscope (ndr: Periscope è un’applicazione di Twitter per trasmettere in diretta una ripresa fatta col proprio Smartphone). L’ho fatto sia per fare esercizio fisico durante il mio periodo in camera sterile, sia per mantenermi in contatto con le persone che mi volevano bene. La loro energia, la loro attenzione, il dimostrami il loro affetto seguendo ogni giorno la trasmissione, sono state sicuramente le migliori cure per la mia guarigione.
Un ultimo consiglio per i nostri Mentee?
Ragazzi, per essere felici professionalmente, è essenziale che i valori dell’azienda per la quale lavoriate rispecchino i valori in cui credete personalmente, in modo autentico. Quindi concentratevi nel capire quali siano i vostri valori! Quando siamo giovani, non facciamo altro che credere nei valori delle persone che ci circondano e che ci hanno cresciuto: i genitori, i compagni di scuola, gli amici del bar, i personaggi famosi o la squadra di calcio. Sono però le esperienze personali, anche quelle più difficili o scomode, che vi permettono di trovare la vostra stella polare e di conoscervi al meglio. Non abbiate paura di intraprendere nuove esperienze difficili, anche al costo di fallire e rialzarvi. Una volta chiariti i vostri valori personali, sarà facile trovare aziende nelle quali vi sentirete “a casa” e nelle quali potrete costruire una carriera di successo.
Team Mentors4u