Oslo ad agosto è un paradiso; le maniche corte, le gite a Bergen, le giornate di hiking, il panorama di Trolltunga. Oslo a dicembre è un paradiso ghiacciato; le scarpe da trekking, i fiocchi di neve, i viaggi a Tromso e la magnificenza dell’aurora boreale. Un paradiso che fa da contesto ad una esperienza di studio molto valida, visto e considerato che la BI Norwegian Business School è tra le Università migliori al mondo secondo i ranking del Financial Times. E questi due elementi, didattica e contesto, si fondono in un unicum che costituisce l’essenza della “life changing experience a 360°” prima citata. Ma soprattutto, sono due elementi che non stonano tra loro: la Business School infatti si inserisce perfettamente all’interno dell’ambiente circostante. Fatta di ferro , vetro e legno, e caratterizzata internamente da un open space unico, permette agli studenti che vi camminano dentro di vedere il cielo, o agli studiosi che popolano la biblioteca o le aree studio di guardare il panorama circostante, attraverso le immense vetrate che la ricoprono e la rivestono.
Magnifico.
E la didattica? Certamente la didattica non è da meno; i professori, utilizzando un metodo lontano anni luce da quello italiano – questo non vuole essere un giudizio di merito, coinvolgono gli alunni in lezioni estremamente interattive e poco frontali, dando l’impressione allo studente di aver imparato più dai compagni, dal confronto e dallo studio individuale, che dal professore. I lavori di gruppo sono una costante, e ciò che li rende stimolanti è proprio quel “19% of International Students” che compone le classi del Master of Science. Puoi trovarti a lavorare con francesi, spagnoli, tailandesi, greci, francesi, in un ambiente che stimola il confronto e accende la creatività individuale. Ogni giorno, tutti questi ragazzi dai background più disparati si ritrovano a condividere case studies, presentazioni power point, papers e ricerche su argomenti di attualità, generando un dibattito sempre dinamico e mai banale. Essendo una Business School, la BI deve la sua forza e la sua posizione nei ranking universitari internazionali ai corsi prettamente economico-finanziari; sia tra i corsi del Bachelor, sia tra quelli del Master i programmi migliori sono relativi ai percorsi di Strategy, Business, Accounting and Auditing e Finance. Non solo; visti gli attuali bisogni delle aziende di controllare al meglio la gestione delle loro Supply Chain, e considerato il fatto che la BI cerca di proiettare i propri studenti verso il mondo del lavoro, interessanti sono anche i corsi relativi alla Supply Chain Management, che affrontano le dinamiche degli acquisti, fino ad arrivare alla logistica e alla distribuzione al cliente finale.
A coronamento di tutte le considerazioni relative ai percorsi didattici, una ulteriore specifica è doverosa: poiché la Norvegia ha una spiccata sensibilità per tutto ciò che riguarda l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e la “green transition”, di grande importanza sono tutti quei corsi relativi alla Sustainable Supply Chain, alla Business Ethics, alla CSR e alle Renewable Energies. Di fatto, la BI è attiva in numerose ricerche a livello internazionale correlate allo sviluppo sostenibile, e porta avanti i relativi corsi accademici facendo ricorso ad un pool di professori e ricercatori internazionali, che insieme a responsabili di aziende impegnate in questo settore, contribuiscono a rendere la didattica più vivace e dinamica. Non trovare un percorso adatto ai propri interessi diventa, quindi, impossibile per ogni “prospective student”; inoltre, ognuno di loro, specialmente se internazionale, viene seguito con molta attenzione da un servizio ad hoc, che ascolta e accoglie le difficoltà, favorisce la socializzazione con cene e attività organizzate a cadenza settimanale o mensile, e promuove l’integrazione con la cultura norvegese in generale.
Insomma, seppure per solo un semestre, vale sicuramente la pena di vivere ad una temperatura ben al di sotto dello zero e – per alcuni mesi – con più ore di buio che di luce, o viceversa; ciò che conta in una esperienza del genere, è riuscire a vivere la cultura locale e farla propria, è integrarsi e inserirsi in un contesto diverso da casa, per tornarci poi, a casa, con tanti colori in più.