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Una Business School a -20 gradi: il compromesso del Nord Europa

di Federica Regoli | Team Editoriale Mentors4u

Ogni anno la BI Norwegian Business School di Oslo, Norvegia, conta centinaia di iscritti provenienti da tutto il mondo, offrendo loro una “life changing experience” a 360° che va oltre il business e la didattica.

Avete mai vissuto a 20 gradi sotto lo zero? Avete mai avuto la necessità di mettere i dopo sci per andare a comprare il latte? Per molti di voi queste potranno essere azioni ordinarie e comuni; per chi, invece, ha sempre associato la neve alla settimana bianca e non ha mai avuto la fortuna di ospitare grandi nevicate nella sua città Natale, queste azioni sono tutt’altro che quotidiane. Eppure, io non ho mai avuto dubbi sul fatto che il Nord Europa sarebbe stata l’unica possibile meta del mio Erasmus. Perché parliamoci chiaro: in una esperienza di studio all’estero, la differenza, oltre la qualità dell’istruzione, la fa il contesto.

Oslo ad agosto è un paradiso; le maniche corte, le gite a Bergen, le giornate di hiking, il panorama di Trolltunga. Oslo a dicembre è un paradiso ghiacciato; le scarpe da trekking, i fiocchi di neve, i viaggi a Tromso e la magnificenza dell’aurora boreale. Un paradiso che fa da contesto ad una esperienza di studio molto valida, visto e  considerato che la BI Norwegian Business School è tra le Università migliori al mondo secondo i ranking del Financial Times. E questi due elementi, didattica e contesto, si fondono in un unicum che costituisce l’essenza della “life changing experience a 360°” prima citata. Ma soprattutto, sono due elementi che non stonano tra loro: la Business School infatti si inserisce perfettamente all’interno dell’ambiente circostante. Fatta di ferro , vetro e legno, e caratterizzata internamente da un open space unico, permette agli studenti che vi camminano dentro di vedere il cielo, o agli studiosi che popolano la biblioteca o le aree studio di guardare il panorama circostante, attraverso le immense vetrate che la ricoprono e la rivestono.
Magnifico.


E la didattica? Certamente la didattica non è da meno; i professori, utilizzando un metodo lontano anni luce da quello italiano – questo non vuole essere un giudizio di merito, coinvolgono gli alunni in lezioni estremamente interattive e poco frontali, dando l’impressione allo studente di aver imparato più dai compagni, dal confronto e dallo studio individuale, che dal professore. I lavori di gruppo sono una costante, e ciò che li rende stimolanti è proprio quel “19% of International Students” che compone le classi del Master of Science. Puoi trovarti a lavorare con francesi, spagnoli, tailandesi, greci, francesi, in un ambiente che stimola il confronto e accende la creatività individuale. Ogni giorno, tutti questi ragazzi dai background più disparati si ritrovano a condividere case studies, presentazioni power point, papers e ricerche su argomenti di attualità, generando un dibattito sempre dinamico e mai banale. Essendo una Business School, la BI deve la sua forza e la sua posizione nei ranking universitari internazionali ai corsi prettamente economico-finanziari; sia tra i corsi del Bachelor, sia tra quelli del Master i programmi migliori sono relativi ai percorsi di Strategy, Business, Accounting and Auditing e Finance. Non solo; visti gli attuali bisogni delle aziende di controllare al meglio la gestione delle loro Supply Chain, e considerato il fatto che la BI cerca di proiettare i propri studenti verso il mondo del lavoro, interessanti sono anche i corsi relativi alla Supply Chain Management, che affrontano le dinamiche degli acquisti, fino ad arrivare alla logistica e alla distribuzione al cliente finale.

A coronamento di tutte le considerazioni relative ai percorsi didattici, una ulteriore specifica è doverosa: poiché la Norvegia ha una spiccata sensibilità per tutto ciò che riguarda l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e la “green transition”, di grande importanza sono tutti quei corsi relativi alla Sustainable Supply Chain, alla Business Ethics, alla CSR e alle Renewable Energies. Di fatto, la BI è attiva in numerose ricerche a livello internazionale correlate allo sviluppo sostenibile, e porta avanti i relativi corsi accademici facendo ricorso ad un pool di professori e ricercatori internazionali, che insieme a responsabili di aziende impegnate in questo settore, contribuiscono a rendere la didattica più vivace e dinamica. Non trovare un percorso adatto ai propri interessi diventa, quindi, impossibile per ogni “prospective student”; inoltre, ognuno di loro, specialmente se internazionale, viene seguito con molta attenzione da un servizio ad hoc, che ascolta e accoglie le difficoltà, favorisce la socializzazione con cene e attività organizzate a cadenza settimanale o mensile, e promuove l’integrazione con la cultura norvegese in generale.

Insomma, seppure per solo un semestre, vale sicuramente la pena di vivere ad una temperatura ben al di sotto dello zero e – per alcuni mesi – con più ore di buio che di luce, o viceversa; ciò che conta in una esperienza del genere, è riuscire a vivere la cultura locale e farla propria, è integrarsi e inserirsi in un contesto diverso da casa, per tornarci poi, a casa, con tanti colori in più.

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