Data la dinamicità del contesto lavorativo in cui ci troviamo oggi, non c’è una vera risposta: sicuramente sono un grande valore aggiunto, ma è anche rischioso specializzarsi in qualcosa che un domani potrà essere obsoleto, a maggior ragione se non è la propria passione.
I Mentor ci hanno così spiegato la loro opinione attraverso uno dei principi di Amazon, “Learn and be curious”: rimanere curiosi è fondamentale, e molto più importante rispetto a diventare dei super esperti. Occorre trovare il giusto mix fra ciò in cui si performa meglio e ciò che incuriosisce di più, così da mantenere la mente sempre aperta.
Più che coding skills, per lavorare in un contesto dinamico e sfidante come quello di Amazon è importante acquisire la capacità di definire, affrontare e risolvere i problemi. In ciò, l’esperienza in consulenza è stata molto preziosa per entrambi i Mentor. Nello specifico, è emerso come la capacità di mettere in discussione lo status quo ponendosi le giuste domande, sia nella fase di definizione del problema che durante analisi dei dati, si sia rivelata una competenza dall’applicazione trasversale e dal valore marginale crescente nel tempo.
Ciò si collega a un altro principio Amazon, “Have backbone; Disagree and Commit”: occorre sfidare lo status quo e proporre le proprie idee, altrimenti la distanza tra figure più senior e nuovi arrivati rischia di non far emergere determinate problematiche. Ognuno deve sentirsi responsabile del miglioramento di tutta l’azienda, assumendosi la responsabilità di contribuire in ogni suo aspetto e non dicendo mai ‘this is not my job’. Citando un altro principio Amazon, anche i nuovi arrivati devono mostrare “Ownership”.
Dato questo attaccamento più per l’intera azienda che per il proprio ruolo, non stupisce che in Amazon sia facile passare da un team a un altro.
Ed è proprio lo stretto contatto tra teams e flessibilità interna che permettono a un business di innovare continuamente, di adattarsi rapidamente, e di sopravvivere. Di conseguenza, alla domanda: “Quali aziende sono state avvantaggiate in questa crisi globale?” la risposta è semplice: quelle che erano già in grado di fare una riprogettazione aziendale da un giorno all’altro. Un altro aspetto fondamentale che ha favorito alcune aziende rispetto ad altre è stata la possibilità di raccogliere dati sul proprio business, la capacità di saperli analizzare, di prevedere, e la prontezza di cambiare la propria offerta. Amazon già a febbraio era stata capace di prevedere con 3 settimane di anticipo gli effetti che la pandemia avrebbe portato e ad adeguarsi di conseguenza. E qui subentra un altro principio Amazon, “Bias for action”, che invita non solo il business in sé, ma tutti i dipendenti a reagire prontamente senza timore di fare errori. Infatti, solo correndo grandi rischi si può innovare.