Mentors4u è un incredibile opportunità per giovani di talento per scoprire qual è il percorso di carriera migliore per esprimere al meglio il loro potenziale, attraverso un confronto costruttivo con professionisti ed esperti di diverse industrie, forniti di significative esperienze anche in campo internazionale.
Ho deciso di sostenere, in qualità di “Mentor”, il progetto perché le sue finalità sono un costante riferimento per chi voglia occuparsi concretamente di HR in società modernamente strutturate, attraverso il c.d. Talent Management, che si esplica in una serie di azioni rivolte ad individuare talenti e/o potenziali talenti in possesso di specifiche competenze e conoscenze, guidarli nei loro percorsi di carriera, valorizzare le potenzialità di ciascuno e promuovere la realizzazione delle loro legittime aspirazioni, assicurando, nel contempo, il successo del business aziendale.
Svolgi un ruolo di rilievo nell’ambito delle Risorse Umane. Quali aspetti del tuo lavoro porti con te quando aiuti un Mentee nel rapporto di Mentoring?
Cerco, innanzitutto, di raccogliere maggiori informazioni sulle aspirazioni e ambizioni dei Mentee, in modo da guidarli verso un percorso professionale ad hoc e di trasmettere loro il valore di trovare la giusta motivazione. Inoltre, suggerisco loro di puntare sull’apprendimento continuo tenuto conto della costante e crescente evoluzione delle norme e delle procedure di riferimento indipendentemente dalla concreta applicazione nell’azienda.
Quali esperienze parallele al percorso di studi consiglieresti a un Mentee interessato ad entrare nel mondo HR?
L’area delle Risorse Umane è una delle più delicate dell’impresa, nella quale interagiscono professionisti, tecnici, tirocinanti, ognuno con le proprie peculiarità. Perciò, al responsabile delle HR, oltre al classico curriculum vitae e studiorum, che deve necessariamente prevedere una laurea Magistrale ed un Master, è richiesta la capacità di problem solving, di mediazione e comunicazione, ma è altrettanto rilevante una forte empatia ed una grande capacità di ascolto. Queste ultime sono, ovviamente, doti innate, ma che in ogni caso, un buon corso di formazione può favorire, senza dimenticare la conoscenza delle leggi principali che regolano i rapporti con il personale. A mio avviso è importante anche un’esperienza di studio e lavoro all’estero, necessaria per il miglioramento delle conoscenze linguistiche. È difficile, infatti, che un’azienda ubicata all’estero assuma o dia la possibilità di collaborare ad un soggetto che non abbia un’adeguata conoscenza della lingua parlata nel Paese interessato o adottata dalla stessa azienda L’esperienza, serve quindi a “certificare” sul curriculum questa conoscenza più di qualsiasi attestato scolastico. Andare all’estero, trovarsi un alloggio, parlare una nuova lingua, organizzare la propria vita in un contesto culturale differente rinvigorisce lo spirito di iniziativa, la capacità di sopravvivenza e l’autodeterminazione, qualità particolarmente apprezzate dalle aziende che ricercano candidati alle posizioni di HR e non solo.
Molti dei nostri Mentee entreranno presto nel mondo del lavoro. Cosa ti colpisce di più di un profilo? Oltre alle conoscenze del settore, quali sono le soft skill maggiormente apprezzate dai responsabili HR?
Nella ricerca del candidato perfetto da assumere, le aziende tengono sempre più in considerazione le soft skill, divenuti ormai requisiti imprescindibili nel processo di reclutamento, ma nonostante il loro crescete valore in ambito lavorativo non tutti ne conoscono la vera portata ed anzi alcuni ne ignorano il significato.
Per soft skills si intendono tutte quelle abilità che afferiscono alla personalità del candidato e ai suoi atteggiamenti individuali (capacità comunicative, abilità sociali e gestionali). Oltre alle capacità elencate nella precedente domanda, sono fondamentali per il raggiungimento del successo aziendale, il lateral thinking utilizzato per proporre soluzioni non convenzionali ai problemi o semplicemente per introdurre elementi di novità nell’azienda. Il team working che consente di mettere in comune le risorse del singolo, amplificandole e valorizzandole. La flessibilità che permette di adattarsi facilmente al contesto lavorativo, affrontando le novità senza ansie o stress e sapendo trarre il massimo da ogni situazione. Ultima, ma non meno importante, è la leadership ovvero, la capacità di saper trascinare il team verso il raggiungimento di obiettivi ambiziosi, conquistando la loro fiducia, che è particolarmente richiesta ai talenti interessati ad intraprendere un percorso professionale nelle società di consulenza strategica, come ad esempio: McKynsey, Bain & Company e BCG; si chiede loro di essere in grado di creare e garantire una chiara “visione prospettica” per supportare le aziende clienti nel governare il cambiamento e a migliorare l’organizzazione e in generale l’impresa.
Nella stesura della lettera motivazionale, quali aspetti consiglieresti ai nostri Mentee di mettere in luce, per rendere unici loro percorsi?
La lettera motivazionale è l’allegato che non deve mai mancare quando si invia il CV. Infatti, nella maggior parte dei casi, è la prima cosa che i Recruiter/Talent Acquisition leggono perché fornisce informazioni dettagliate sia sotto il profilo professionale che personale. Una lettera motivazionale ben fatta è lo step necessario per avvicinarsi al lavoro ideale e dare un'impressione positiva. In essa il Mentee deve saper spiegare, con una grammatica non eccessivamente forbita ma scorrevole, perché si ritiene la persona adatta a ricoprire l'incarico dell’offerta di lavoro in azienda. Per preparare una lettera efficace, è perciò necessario raccogliere più dettagli possibili sull’azienda e sulla posizione desiderata, visitando il sito web aziendale, i social network (LinkedIn, Facebook e Twitter). È opportuno, inoltre, differenziare di volta in volta la lettera di presentazione per dare valore aggiunto alla candidatura, che, pertanto, potrà avere una parte simile o uguale per tutte le candidature ed una parte aggiunta che metta in luce ogni volta le esperienze e le competenze più in linea con l’annuncio, evidenziando i punti di forza. È utile, inoltre, che il Mentee sottolinei le motivazioni che lo hanno spinto a rispondere a quella specifica offerta di lavoro, gli stimoli, il motivo per cui ha scelto proprio quell’azienda, piuttosto che un’altra. Infine, per mantenere l’attenzione del recruiter è fondamentale che la lettera di presentazione sia ordinata e ben strutturata nella forma e nel contenuto, e non più lunga di una pagina.