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EUROPA: MIRAGGIO O REALTÀ?

di Team editoriale Mentors4u |

Tratto dal Magazine n.10 di Settembre 2018 Lo scorso 22 settembre si è tenuta in Bocconi la Conferenza Annuale Europeans Bocconi-Boroli “EUROPA: MIRAGGIO O REALTÀ?”.  
Per superare la crisi d’identità e di valori condivisi che l’Europa sta vivendo oggi serve il contributo di tutti; è da questa consapevolezza che la Fondazione Achille e Giulia Boroli e l’Università Bocconi hanno dato vita nel 2015 a Europeans, un progetto volto a sensibilizzare i giovani sul delicato tema dell’Unione europea.
 

Nel corso delle scorse conferenze e seminari sono stati trattati temi importanti, quali l’Unione bancaria europea e le sue politiche monetarie, i rischi e le conseguenze della Brexit, la ricostruzione di una nuova Europa e il rinnovo del sogno europeo. 

L’ultimo appuntamento della Conferenza Annuale Europeans ha visto come relatrice Emma Bonino, Senatrice della Repubblica, che ha parlato dello stato dei complessi rapporti che legano l’Europa, l’Italia e il bacino del Mediterraneo con un’attenzione particolare alle sfide del futuro. 
 
Mario Monti, Presidente dell’Università Bocconi, introduce Emma Bonino, una donna che nel corso della sua carriera ha sempre agito secondo un fondamentale filo conduttore: il senso delle istituzioni, il senso della legge, l’importanza dello stato di diritto, l’importanza della democrazia.
 
La senatrice parte da una overview della situazione politica mondiale per arrivare al Mediterraneo, all'Europa e infine all’Italia. 
 
Da una parte del mondo troviamo la Russia con Putin, dall’altra parte ci sono gli Stati Uniti con Trump, non sicuramente un appassionato europeista. 
 
Esiste poi la sponda sud del Mediterraneo, dove da anni arrivano notizie di stragi, di rifugiati, di profughi, di milioni di sfollati interni che non accenna a trovare una soluzione, nemmeno temporanea. Parliamo della Siria e delle potenze regionali limitrofe. La situazione è come quella di “una guerra per procura”, dove si intersecano gli interessi geopolitici e geostrategici di vari stati: dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Turchia all’Iran all’Arabia Saudita. Si passa poi al Libano e alla Giordania, paesi molto fragili, con un carico di rifugiati straordinari; l’Egitto, in esplosione demografica eccezionale e nessun avanzamento economico e infine la Libia, con problemi interni di tribù nonché preda degli interessi internazionali, situazione che non accenna a trovare una soluzione di mediazione. Un raggio di speranza, la Tunisia, per arrivare infine all’Algeria e al Marocco.  
La panoramica è quella di una situazione di fragilità e instabilità, un panorama di guerra e mancanza di sviluppo economico. 
 
Spostandosi nell’area dell’africa subsahariana si trovano sì alcuni paesi in via di sviluppo, come o la Nigeria, ma al contempo si assiste ad un’esplosione demografica del tutto fuori controllo senza nessuna possibilità di adeguato sviluppo economico capace di assorbire le nuove generazioni. 
 
Nel frattempo, il mondo è diventato multipolare: sono cresciute delle potenze regionali che fino a vent’anni fa non si pensava potessero avere influenza, la Bonino fa l’esempio del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti ma anche della Turchia.
 
Infine, si arriva alla potenza di fuoco della Cina, che comincia ad aver necessità di espandersi a nuovi territori e avere una posizione, anche se non esplicita, di politica estera. La compie coi fatti, anche se non la dichiara, tramite investimenti importanti. 
 
Quello che la senatrice Bonino dipinge è: “uno scenario di un ordine antico che è morto o moribondo senza che ancora si sia affacciato uno scenario di governance nuovo o più adeguato”
 
L’attenzione passa ora al continente europeo, composto da 500 milioni di cittadini, 27 paesi, e che nonostante tutto, rimane il continente più ricco al mondo. 
La senatrice ci tiene a ribadire che l’Europa è non solo il continente più ricco in termini di PIL, ma anche in termini di welfare, di speranza di vita, di alfabetizzazione e si è riusciti a farlo in sole due generazioni venendo fuori da quella guerra che solo cinquant’anni prima aveva lasciato il continente totalmente distrutto.  Tutto ciò è stato fatto grazie ad un progetto politico che è appunto l’Unione europea. 
 
Secondo la Bonino, una volta fatta la moneta, questo progetto politico si è fermato e sostiene che quello che oggi non funziona è l’Europa dei capi di Stato e di governo, è: “l’Europa delle patrie che non hanno saputo costruire la patria europea”.
 
Le politiche comunitarie, come ad esempio le politiche della coesione, della concorrenza e dell’agricoltura, funzionano.  Quella che non funziona è l’Europa intergovernativa, in cui i capi di stato, senza mediazione della commissione, fanno gli interessi nazionali. 
L’integrazione non è ad oggi una politica europea, non esiste una difesa comune, non esiste una politica estera comune. Nello scenario mondiale che la senatrice ha dipinto, non sedersi come unione Europa ma sedersi come 27 paesi distinti renderebbe questi ultimi del tutto irrilevanti e ininfluenti di fronte alle altre potenze mondiali. 
 
La Bonino esorta gli studenti ad agire, perché l’Europa non è un progetto tra nazioni ma deve essere un sentire comune, deve essere appartenenza. “La generazione Erasmus pensa che l’Europa sia qui per resistere per sempre, ma non è così. Bisogna difendere l’Europa per farle riprendere un cammino verso progetto politico e democratico.”
 
La senatrice passa quindi alla situazione italiana e alla delineazione degli avvenimenti politici degli ultimi mesi. L’ascesa dei movimenti populisti e nazionalisti sono per lei motivo di preoccupazione e una potenziale uscita dall’Europa e dall’Euro avrebbero secondo lei un risultato disastroso. 
 
Bisogna raccogliere le sfide dell’innovazione per un nuovo rinascimento culturale economico e politico. Bisogna costruire un futuro migliore grazie alle immense opportunità che ci sono offerte. 
Pone quindi una domanda: “Le attuali organizzazioni politiche, organizzazioni europee ed alleanze atlantiche sono adeguate ad accogliere questa sfida?”
Secondo la senatrice no, urge concepire nuove politiche, nuove classi dirigenti e nuove organizzazioni per coinvolgere fasce più vaste della popolazione attorno a un progetto di rinascimento del paese e di rilancio di un Unione Europea capace di affrontare le sfide dei nostri tempi. Bisogna trasformare il rancore nella speranza di un futuro migliore, nella speranza di valorizzare la comune patria europea forte della ricchezza e delle diversità culturali dei rispettivi paesi.
 
La senatrice conclude con un accorato appello agli studenti:  
“Un po’ di esperienza, un po’ di meritocrazia, aiuta. Come diceva il presidente Obama: “Is not cool not to know what you’re talking about. If you’re sick, you need a doctor. And you would like to have the best doctor available.” Conoscere è la base fondamentale. Perché la conoscenza rende più forti e più consapevoli di quello che ci circonda. La conoscenza è un’arma di difesa, un’arma democratica. 
Non fatevi mai dire da nessuno, tu questo non lo puoi fare. Voi potete se lo volete. Buon futuro.”

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