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Globalizzazione e Umanità

di Diego Garau | Team Editoriale Mentors4u

Il secolo che stiamo vivendo è quello di affermazione definitiva della prima fase del processo di globalizzazione iniziato nell'ultimo ventennio del secolo scorso.Il filosofo spagnolo Alejandro Llano definì la globalizzazione come una procedura che permette ai potenti di sfruttare i più deboli; da un'altra prospettiva, secondo il produttore Neil Blomkamp, la mondializzazione, congiuntamente con la tecnologia, contribuisce a costruire un futuro migliore per l'Uomo. 
 

Così come per qualsiasi importante tematica economica e sociale, anche sulla globalizzazione vi sono pareri autorevoli discordanti e spesso opposti, con due differenti linee generali di pensiero: alcuni la considerano come una causa del crescente impoverimento di alcune regioni, per altri è, al contrario, un processo attraverso cui si raggiunge un equilibrio mondiale, con impoverimento delle Nazioni più ricche e arricchimento delle Nazioni più povere, con la maggioranza della popolazione mondiale che ne gioverebbe nel medio e lungo termine. 

Ma cosa sappiamo, di oggettivo, sulla mondializzazione?
La globalizzazione si configura innanzitutto come fenomeno economico consistente nell'intensificazione di relazioni commerciali e investimenti internazionali su scala mondiale, con conseguente tendenza dei mercati ad omogenizzarsi sulla base dei trend globali. In un mondo ormai saldamente basato sulle dinamiche economiche, un fenomeno economico condiziona interamente la società; questa considerazione ci consente di valutare la globalizzazione con un'ottica più ampia e identificare le sue sfumature sociali e culturali: rientrano nel processo di mondializzazione la tendenza ad adottare una lingua universale, la diffusione su scala mondiale delle stesse modalità di pensiero e di vivere, la costituzione di organizzazioni sociali e politiche che agiscono a livello mondiale (ad esempio l'Organizzazione delle Nazioni Unite, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il Fondo Monetario Internazionale), la volontà di definire obiettivi comuni a tutti gli Uomini e tutti quei fenomeni caratterizzati da una rapida diffusione su scala mondiale.

Il processo di globalizzazione è, quindi, molto di più di un semplice fenomeno economico, tant'è che è possibile individuare e definire diverse tipologie di globalizzazione: economica, spaziale, informatica, culturale, psicologica, militare. Una definizione più completa che ho particolarmente apprezzato è quella fornita dal sociologo britannico Rolan Robertson, il quale la definì come compressione del mondo e intensificazione della coscienza mondiale in quanto insieme. 

Ed è proprio dall'idea di coscienza mondiale che vorrei far partire la mia riflessione sull'importanza della globalizzazione. La meta ultima del processo di mondializzazione è chiaramente l'ottenimento di un'unica società globale, con l'eliminazione di tutte le barriere territoriali e culturali e con la condivisione, su scala mondiale, delle stesse leggi, di una stessa lingua, di una stessa moneta, di una stessa religione e di qualsiasi aspetto che oggigiorno è ancora confinato all'interno delle singole Nazioni o, al limite, piccole Federazioni. Tale condizione di cosmopolitismo e di completa unitarietà globale è necessaria per ragionare in termini di Umanità e raggiungere, non come individui bensì come Uomini, reali traguardi ideologici, sociali e scientifici.

La globalizzazione si configura quindi come lo strumento che illumina il sentiero verso una reale coscienza mondiale, fondamentale per la realizzazione dell’Individuo stesso.

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