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Motivazione, Mentoring e competenze: ne abbiamo parlato con il Mentor Pierluigi Chiriatti

di Team Editoriale | M4U

Il Mentor Pierluigi Chiriatti ha studiato Finanza ed Integrazione Internazionale presso l’Università degli Studi di Pavia, e dopo due esperienze lavorative rispettivamente in Lussemburgo e ad Amsterdam, ha intrapreso la sua carriera a Milano lavorando per KPMG e Banca PSA, per poi approdare in BNP Paribas Cardif nell’area Financial Planning & Management Controls.
Gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo percorso universitario e professionale.
 

Sul tuo percorso di studi: quali sono le motivazioni che ti hanno spinto, dopo la triennale conseguita a Lecce, a trasferirti per frequentare il biennio specialistico all’Università degli Studi di Pavia? Chi, durante il periodo universitario ti ha supportato nelle scelte, nel cambiamento e nei momenti di difficoltà?
Già durante il mio percorso di laurea triennale è stato forte il desiderio di uscire dalla mia “comfort zone” e misurarmi con realtà e contesti diversi, con la voglia di crearmi quella che mi piace definire la mia “cassetta degli attrezzi”, fatta di strumenti e competenze sia tecnico-professionali che sociali-interpersonali. 
Da qui la mia decisione prima di cogliere un’opportunità di internship presso la Camera di Commercio Italo-Lussemburghese in Lussemburgo, poi di intraprendere il biennio Specialistico presso l’università degli Studi di Pavia e successivamente di cogliere un’ulteriore opportunità di internship presso una NGO di Amsterdam, per poi iniziare la mia carriera a Milano.
Ho colto dei “take away” da chiunque facesse parte della mia vita: ovviamente dalla mia famiglia, ma soprattutto ho cercato durante i miei anni accademici di avere una partecipazione attiva nel contesto universitario, arricchendomi enormemente dal confronto con colleghi di studio e Professori.
 
Cosa suggeriresti a studentesse e studenti che vorrebbero trasferirsi, lontano da casa, ma hanno paura, non riescono a prendere una decisione? Nella scelta del proprio percorso universitario, quali sono, a tuo parere, gli elementi ai quali è necessario dare maggior peso?
Prendere una decisione importante per il proprio futuro, come scegliere il percorso di studi oppure affrontare una nuova avventura lontano dalla propria casa, può spaventare al punto di decidere “di non prendere una decisione”, portando con sé un senso di insoddisfazione. Credo che l’attività di Mentoring possa svolgere un ruolo determinante per aiutare ad affrontare al meglio queste situazioni, de-strutturando il problema, aiutando a vederlo da prospettive diverse.
A mio pare, il Mentee deve lavorare in modo attivo su sé stesso, acquisendo consapevolezza delle proprie scelte e degli scenari che queste comportano; il Mentoring aiuta su questi aspetti, e porta il Mentee a prendersi le responsabilità consapevole delle proprie scelte.   
 
Sei ormai da tre anni in BNP Paribas: come si inizia a lavorare nel controlling/financial planning? Quali esperienze ad una/un neolaureata/o che desidera una carriera in questo settore, consigli di maturare?
Il mio consiglio è quello di abbracciare esperienze lavorative presso realtà che facilitino percorsi di crescita interni (manageriali e trasversali), e che ispirino integrità, leadership, team working, rispetto delle persone e trasparenza. 
Il percorso che mi ha portato a far parte dell’area Financial Planning di BNP Paribas Cardif è stato graduale, affrontando in precedenza diverse esperienze lavorative che mi hanno formato dal punto di vista tecnico-professionale ma anche dal punto di vista caratteriale. 
La mia esperienza in KPMG nell’area Audit - Financial Services è stata determinante in questo senso e mi sento di consigliarla come trampolino di lancio per chi voglia intraprendere un percorso professionale di rilievo in ambito Finance. Realtà di questo tipo sono dei network da migliaia di dipendenti impegnati non solo su temi di Audit, ma anche nell’ambito della Digital Transformation, della Consulenza Strategica, M&A e dell’IT.
Il coinvolgimento in diversi settori, conoscere aziende diverse tra loro, la possibilità di poter parlare con membri del Top Management e prendersi in poco tempo delle responsabilità, permettono di ottenere un approccio al lavoro molto apprezzato in realtà aziendali strutturate, e consentono una più ampia scelta per definire i successivi step professionali presso realtà aziendali strutturate. 
 
Affrontare un colloquio per lavorare nel tuo settore: to do & dont, quali sono? Ci sono dei libri che consiglieresti di leggere per supportare la propria preparazione?
Già nella fase di selezione si ha un primo impatto su cosa vuol dire lavorare presso uno dei maggiori players dell’Industry dei servizi Assicurativi.
Per le posizioni junior o per neolaureati potrebbero essere richiesti degli step di selezione iniziali, come test (di gruppo o individuali) di inglese e logico/attitudinali. Superati questi step preliminari, si entra in contatto con i manager di riferimento, e non di rado si può presentare l’occasione di un colloquio non “tecnico” con Dirigenti.
Di certo se si viene contattati per una posizione, significa che si è già in possesso dei requisiti richiesti. La motivazione è sempre alla base dell’esito positivo di un iter di selezione: l’interesse verso la posizione deve quindi essere reale. Consiglio di raccogliere informazioni sull’area in cui ci si vorrebbe inserire e di mostrarsi curiosi, intraprendenti, indipendenti e proattivi.
La letteratura è piena di testi accademici di supporto per la preparazione all’ingresso del mondo del lavoro; mi sento piuttosto di consigliare una lettura atipica, “Saggio sul dono” di M. Mauss: una sorta di esplorazione del dono, inteso come “scambio” al fine di alimentare il legame sociale (e, appunto, professionale) tra le persone. 
 
Alle/ai Mentee della nuova classe di M4U che entrerà a far parte della Community a luglio: cosa suggeriresti di chiedere alla/al propria/o Mentor? Cosa consiglieresti di fare per impostare un prezioso rapporto di Mentoring con lei/lui?
Ritengo che affinchè un progetto di Mentoring funzioni ci debba essere sincerità e fiducia reciproca; ho usato la parola “progetto” proprio perché penso che siano fondamentali la definizione dei ruoli, degli obiettivi da perseguire e degli step da compiere. Pertanto prediligo quei rapporti di Mentoring dove sia chiaro cosa aspettarsi l’un dall’altro e l’obiettivo realistico che si vuole portare a casa.
Ai nuovi Mentee suggerisco di approcciarsi con entusiasmo, in quanto i Mentor che fanno parte della Community M4U sono tutti professionisti autorevoli e affidabili; inoltre suggerisco ai nuovi Mentee un approccio pratico, e l’idea di fondo che la soluzione del “problema” deve arrivare da loro; il Mentoring deve essere uno strumento adeguato propedeutico a questo.

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