L’esperienza dell’MBA ha avuto il merito di aprire molto la mente del nostro Mentor. È servita però anche una buona dose di coraggio, per lasciare un percorso di carriera avviato e più sicuro. Ma quello che conta è la volontà e, come racconta Antonio, anche la sensazione di essere pronti ad una sfida di questo genere. “Avevo costruito il mio toolkit durante gli anni in consulenza, e sentivo di essere pronto a provare qualcosa di più stimolante. Avevo imparato come approcciare un progetto e scomporlo in parti fondamentali, avevo le necessarie capacità analitiche, avevo una visione completa del business ed ero abituato a lavorare sodo. La realtà, comunque, è che non sai mai se sei davvero pronto finchè non ti cimenti e non provi”.
Insomma, secondo Antonio i tempi erano quelli giusti. Inizia così a Londra l’avventura di “CompareEuropeGroup” che oggi ha raccolto oltre EUR20m da investitori quali Peter Thiel e conta circa 100 dipendenti. Il lato interessante del fare startup è che si riescono a vedere chiaramente i risultati ottenuti grazie al duro lavoro, inoltre si impara moltissimo (e di tutto) perché è necessario gestire ogni cosa in prima persona. Ovviamente ci sono anche i lati meno positivi, per esempio il fatto che si debba partire davvero da zero e la responsabilità sia grandissima: devi gestire delle somme di denaro e la comunità ha delle aspettative nei tuoi confronti. “Hai davvero la responsabilità di te stesso e dei dipendenti, e per questo non si è mai davvero pronti, probabilmente devi solo sentirtelo e poi buttarti se credi davvero che la tua idea abbia senso e possa avere successo”.
Quindi va bene fare delle analisi sul mercato e chiedere consigli, ma alla fine iniziare una start-up rimane una decisione molto personale. Quando chiedi alle persone dei consigli riguardo al fatto di lasciare il lavoro per fondare la tua start- up, senti risposte svariate e queste possono, a volte, solo confonderti. È meglio chiedere aiuto a poche persone di cui ci si fida davvero e che diano consigli da amici e non solo da colleghi. Fondare una start-up è sicuramente un lavoro duro, “mi aspettavo che fosse dura e così è stata. Ho montato personalmente 100 cassetti quando abbiamo cambiato ufficio”, ironizza Antonio. Ci racconta che la parte più difficile è stata il recruiting e imparare a motivare le persone: “quando non hai il brand e non puoi pagare stipendi stellari non è facile attirare talenti. Anche motivare le persone è difficile, soprattutto perché veniamo da contesti dove la gente è già molto motivata, come la banca o la consulenza. Nel mondo della start-up devi trovare il modo di motivare i dipendenti, specialmente quelli più junior”. Chiediamo ad Antonio se ci sono state cose andate più lisce del previsto. La risposta? Un secco: “no”. CompareEuropeGroup è nata in Inghilterra, quindi domandiamo ad Antonio quale sia la differenza tra fare start-up in un contesto come Londra e in quello italiano: “Negli US come in UK, Svezia o Germania è tutto più facile perché c’è un accesso al capitale più agevole, il fundraising (raccogliere i capitali necessari per finanziare una start up) è una parte fondamentale e poterlo fare in un ambiente fertile rende tutto più semplice. A Londra la crescita è più veloce e ci sono più punti di riferimento e una comunità con cui poter avere un confronto: hai degli esempi da seguire, puoi vedere i risultati tangibili degli altri, affronti le stesse sfide e sai sempre a chi rivolgerti, anche per un supporto morale”. Antonio crede poco nel talento innato, crede molto di più nel lavoro duro e nell’impegno costante: “È un muscolo che tu fortifichi: impari ad impegnarti. È il concetto di dare tanto e provarci, veramente. Se esaminassimo a fondo il gruppo di noi Mentor probabilmente non troveremmo nessun “genio” o “talento innato” ma semplicemente persone in gamba che si sono impegnate molto più della media. È frutto del duro lavoro, punto. E di un po’ di fortuna, che serve sempre!”. Serve impegno e coraggio e in fondo, dice Antonio “è un lavoro, non stiamo andando in guerra. Se non funziona riparti più veloce di prima!”.
Ed è proprio questo il consiglio che Antonio vuole dare a tutti i Mentee: impegnarsi sempre al 100%.