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Mentoring, cambiamenti e volontariato: l'intervista al Mentor Vittorio Martinelli

di Team Editoriale | M4U

Laureato in Economia Aziendale, sposato con due figlie, il Mentor Vittorio Martinelli si è sempre occupato di Sales e Marketing all0interno di grandi aziende medicali. 
Ad oggi è amministratore delegato di Olympus Italia e collabora attivamente con il Politecnico di Milano e SDA Bocconi. 
Gli abbiamo fatto qualche domanda sul suo percorso lavorativo e formativo.

Vittorio, per 17 anni hai lavorato in Medtronic: cosa implica un’esperienza lavorativa così intensa e duratura da un punto di vista professionale e lavorativo? Oggi, in un tempo di cambiamenti continui, credi che per un* giovane sia ancora possibile rimanere per così tanto tempo in una realtà lavorativa? 
Nella mia vita ho sempre inseguito il sogno di poter lavorare con persone interessanti e in aziende leader di mercato. Medtronic è stata una tappa importante della mia carriera, per tantissimi anni ha investito sulla mia crescita professionale e lavorato sulle mie aree di miglioramento. In Italia non sono molte ormai le aziende che investono sulla formazione a questi livelli. Ho avuto la fortuna di lavorare con top manager che mi hanno insegnato tantissimo.
Tornando alla tua domanda penso anche che la mia esperienza oggi non sia più percorribile per un giovane laureato, rimanere cosi tanto nella stessa azienda a posteriori ho compreso non è stato l'ideale anche per me, io consiglio a tutti i miei Mentee di provare a cambiare almeno ogni 5 anni (specialmente nella fascia d'età che va tra i 24 e i 45 anni). 
Quattro anni fa ho iniziato ad avvicinarmi al coaching professionale (attività molto affascinante e impegnativa) e li ho capito che anche per me era giunto il momento di uscire da una realtà che amavo (e tutt'ora considero un benchmark di settore) per poter acquisire nuove competenze professionali. 
 
Quali sono i consigli che ti senti di dare a chi si trova alla fine del percorso di studi e sta quasi per iniziare full time un percorso lavorativo lontano dai libri? E, proprio a proposito di libri, consiglieresti dopo anni, di tornare a studiare per conseguire un MBA, come tu stesso hai fatto? Quali sono i pro di questa esperienza?
Consiglio a tutti i miei Mentee di provare a comprendere quale parte dell'azienda o quale libera professione sentono più nelle loro corde, andando a toccare con mano quella determinata attività personalmente. In questo secondo il mio punto di vista M4U è un ottimo enabler.  Ad oggi le Università sono migliorate molto su questo aspetto, ma rimangono troppo teoriche sotto certi punti di vista.
L'MBA lo consiglio, ma deve essere fatto, solo se si hanno già le idee chiare, non deve essere usato come uno strumento per trovare lavoro, spesso in Italia si confondono le due cose.
 
Cosa significa per te essere Mentor? Quali sono a tuo parere, le caratteristiche imprescindibili che un* Mentor deve avere, come si deve mostrare e rapportare al* Mentee? Cosa può dare un* Mentor più di un amico, di un conoscente al quale si chiede consiglio?
È difficile riassumere in poche righe un argomento che mi sta così a cuore. 
Spesso molti manager (io stesso l'ho fatto) pensano di poter essere un Mentor partendo da concetti a volte non sempre reali: "sono il più alto in grado" "ho un team molto ampio di persone che riporta a me" "ho avuto diversi successi professionali", etc.
Quattro anni fa mi sono avvicinato a questa professione grazie ad un collega e da li ho iniziato un percorso interiore molto complesso e profondo (anche M4U mi ha aiutato in questo), molto lontano da quella che era la mia idea di Mentor. 
Ho capito l'importanza di ascoltare, di non giudicare gli altri, apprezzare il fallimento e le sconfitte, usandole come bandiere e non come fardelli, valorizzare la diversità e coltivare l'idea di poter lasciare un segno del tuo passaggio aiutando gli altri senza secondi fini
Appena laureato avrei sognato di poter avere una piattaforma come M4U a disposizione, questo mi avrebbe aiutato a conoscere realmente e a toccare con mano due emisferi che nessun amico o i miei genitori al tempo potevano comprendere realmente: la vita in azienda e il concetto di Mentorship.
Dall'altra parte il poter confrontarsi ogni anno con ragazzi così giovani e smart mi aiuta a rimanere "connesso" con tutte le nuove generazioni, spesso con alcuni dei miei Mentee alla fine del nostro percorso c'è un bellissimo scambio di idee e iniziative (reverse Mentoring).
 
Oltre all’esperienza in Mentors4u, sei convolto in diverse esperienze di volontariato. Cosa significa impegnarsi in tali attività? Spesso si pensa che un professionista del tuo calibro non abbia il tempo o la voglia, alla luce della mole di lavoro con la quale si interfaccia, di occuparsi, e di impegnarsi ad aiutare realtà addirittura pro bono, qual è invece il plus che queste attività lasciano?
Ho sempre cercato di aiutare in maniera concreta alcune associazioni che svolgono delle attività ammirevoli sul territorio italiano, specialmente quelle che lavorano a favore dei bambini.
Qualsiasi persona in grado di poter influenzare la propria azienda ad aiutare in maniera concreta questi settori dovrebbe farlo. Tutto questo lo si può promuovere e spiegare anche durante la propria vita professionale, io stesso negli ultimi tre anni ho aumentato molto il mio impegno su questi fronti grazie al mio precedente amministratore delegato, a lui devo molto, tra i tanti insegnamenti mi ha fatto comprendere l'importanza di aiutare i più deboli.
 
Facendo oggi un bilancio della tua esperienza all’università e di quella lavorativa fin qui collezionata, riesci a indicarci in entrambi i contesti qual è stato il momento di maggior soddisfazione ed il momento di maggior sconforto? Come ti hanno aiutati i primi? E come hai reagito ai secondi?
La mia vita universitaria e professionale sono stati un altalenarsi di successi e fallimenti, negli anni ho capito l'importanza delle "cadute", nessun manager o libero professionista può crescere se guida sempre al centro della strada, bisogna incentivare i ragazzi a sbagliare di più in maniera consapevole, senza vergognarsi delle conseguenze. Ad oggi lo stereotipo italiano è molto lontano da questa filosofia, che invece incarna molto bene il modello delle università/aziende americane. Sicuramente M4U è in grado di mettere in contatto "falliti" di successo con giovani promettenti studenti di ogni tipo di facoltà.
 

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