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APPROFONDIRE IL PRIVATE EQUITY CON JODY VENDER

di Guglielmo Albanese | Mentee di Mentors4u

Grazie a Mentors4u lo scorso 10 Maggio ho avuto l’incredibile occasione di partecipare, assieme ad altri quattro Mentee, ad un incontro informale con Jody Vender, uno dei maggiori esperti di finanza a livello nazionale e colui che ha portato il Private Equity in Italia, ossia quella categoria di investitori finanziari nel capitale azionario di aziende private non quotate. 
 

Tale incontro è stato di estremo valore e motivo d’arricchimento personale, non solo perché ho avuto la possibilità di entrare in contatto con altri talentuosi membri della Community che, come me, sono interessati al Private Equity, ma soprattutto per gli spunti e riflessioni offertici dal Senior Mentor, il quale ha risposto ad ogni nostra domanda in modo preciso, cordiale e dettagliato, mettendo in campo tutta la sua esperienza professionale e accademica

Tra le diverse tematiche intercorse durante l’incontro, due sono quelle che hanno catturato maggiormente l’interesse mio e dei partecipanti: le dinamiche sottostanti e gli sviluppi futuri del Private Equity, e i percorsi di carriera da intraprendere per avere successo in suddetto settore.

Con riferimento alla prima tematica, siamo entrati più nel dettaglio rispetto alle dinamiche competitive esistenti tra i fondi di Private Equity e i così detti “investitori strategici”, ossia gruppi industriali operanti nello stesso business dell’azienda oggetto d’acquisizione, o in altri settori più o meno correlati. Questi ultimi infatti hanno costituito una concorrenza crescente negli ultimi anni per i fondi di Private Equity. Tali investitori possono maturare una più approfondita expertise nel settore dell’azienda target; innescare delle sinergie operative superiori rispetto ai fondi di Private Equity e perciò estrarre maggiore valore rispetto ai primi; e garantire una più consolidata continuità aziendale, dato l’orientamento di più lungo termine rispetto all’holding period medio caratterizzante un fondo di Private Equity (non più di 10 anni solitamente).

Tuttavia, i fondi di Private Equity possono offrire il vantaggio fondamentale, soprattutto nei confronti delle aziende medio-piccole, di garantire una maggiore autonomia al management e all’assetto proprietari esistenti, e quindi sfavorire l’insorgenza di qualsiasi attrito che potrebbe altresì negativamente alterare il processo di creazione del valore. Per converso, invece, gli investitori strategici attuano un più stretto controllo, inficiando talvolta il processo di acquisizione.

Quest’ultimo punto è stato utile per introdurre il secondo dei topic prima citati: come costruire una carriera di successo nel private equity. Jody Vender ci ha infatti suggerito in tal senso di guardare al Private Equity come un punto d’arrivo e non come uno sbocco di carriera immediato. I diversi percorsi propedeuticida lui indicati sono i seguenti: investment banking, consulenza e corporate

I primi due infatti offrono rispettivamente un focus specifico sulle dinamiche finanziarie, una esperienza diversificata, e un modus operandi analitico e razionale. Ma, tuttavia, è il terzo e forse meno scontato, a garantire la formazione migliore a detta di Vender. Se infatti maturato in più aziende, e preferibilmente nella funziona finanziaria di controllo di grandi organizzazioni, esso offre, oltre che indubbie skill tecniche, capacità d’analisi, gestionali relazionali superiori ai primi due, e quindi, nell’ottica del Private Equity, un processo di investimento più integrato ed efficace.
Per concludere, tale esperienza ha fatto maturare in me ancora più fortemente la convinzione di intraprendere un processo professionale-formativo nell’ambito corporate, salvo poi orientarmi, forte di più solide basi, in ambiti più specifici, siano essi il private equity o altri ancora.  

Ringrazio ancora Mentors4u per l’occasione offertami!

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