Quando ho fatto i colloqui per entrare in Microsoft, nel 2015, ero a Madrid a concludere il periodo di scambio del Master in Business Administration. Una volta concluso l’assessment center ho capito subito di avere a che fare con una azienda in trasformazione, molto diversa da quella dipinta dallo stereotipo.
Il cambio di Mission e culturale portato da Satya Nadella, che ha da subito puntato sul cloud e sulle tecnologie emergenti quali AI, Big Data, IoT, Blockchain, Quantum… ha portato l’intera organizzazione a cambiare mindset, sviluppando una comprensione di industry e dei processi aziendali impattati da queste tecnologie che non erano più solo materia dell’IT, ma sulla bocca di tutti ed in particolare nell’agenda dei CEO per il valore economico di ROI quantificabile e tangibile.
Pensiamo solo a come il digitale ha supportato le aziende nel periodo COVID-19 e fatto la differenza tra chi ha innovato in anticipo e chi si è trovato in corsa a recuperare anni di inerzia.
Questo ha portato l’azienda a investire sul reskilling delle risorse esistenti e a ricercare nuovi talenti e profili come il mio che sapessero parlare la lingua del business e tradurre quindi il valore portato dalle tecnologie.
Hai un background da Consulente: cosa ti ha spinto a cambiare e spostarti professionalmente nel Tech? Quali sono, a tuo avviso, le somiglianze e le differenze tra i due ambiti? Quali plus l’esperienza in Consulenza ti ha lasciato e che oggi sono un prezioso bagaglio di conoscenza?
Oltre a quanto descritto prima, i motivi che mi hanno spinto a far parte di questa azienda sono sicuramente legati alle infinite opportunità di vivere “da dentro” le opportunità del nuovo mondo digitale che stiamo vivendo, toccare il cambiamento con mano.
Inoltre, con la giusta attitudine proattiva ed imprenditoriale, c’è la possibilità di lasciare veramente il segno sul mercato, vedere realizzati progetti di grande trasformazione end to end, passare dalle “slide” alla realtà. L’azienda fa di tutto per farti sentire “empowered” di fare grandi cose.
Il mindset da consulente mi ha aiutato sicuramente a fornirmi il corretto skillset per risolvere problemi legati a variegate industry, funzione di business, e ad essere veloce ad imparare sempre cose nuove per poi metterle in pratica e raggiungere gli obiettivi.
In Microsoft infatti è molto apprezzata la capacità di essere in grado di portare valore e impatto velocemente, in una organizzazione sicuramente complessa ma non gerarchica (a differenza della consulenza) che richiede la capacità di far succedere le cose in tempi rapidi, orchestrando le risorse messe a disposizione.
Intelligenza Artificiale e Big Data: in che modo queste due macrotematiche sono strettamente connesse ed in che modo si possono (o devono?) far convergere? Quali sono i vantaggi e contestualmente le problematiche che implicano il loro utilizzo?
I temi sono strettamente legati perché gli algoritmi di AI non performano bene se non allenati con una mole di dati significativamente numerosa e di buona qualità. Il vecchio detto “garbage in, garbage out” vale anche qui e abbiamo visto esempi di come gli algoritmi possono essere fuorviati nel riconoscere meglio ad esempio un colore di pelle rispetto ad un altro, oppure errori banali nel tradurre la voce in testo. È importante mantenere nell’equazione l’intelligenza umana per decidere, perché quella artificiale è efficiente ma non è necessariamente giusta. Lo sviluppo di queste tecnologie deve essere etico, volto al bene di tutti e sostenibile. Microsoft ha, per esempio, sottoscritto un documento per sostenere un approccio etico ad essa e promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso di responsabilità condivisa con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione. I vantaggi sono chiari a tutti, ad esempio L’AI si è rivelata preziosa nella lotta al COVID-19 ancora in corso. Significativi i progetti dell’Istituto Spallanzani, dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, ma anche dell’ASL Napoli 3 Sud, che, grazie al cloud computing e all’Intelligenza artificiale, hanno realizzato strumenti di self-assessment e sorveglianza proattiva.
Come la trasformazione digitale sta impattando sull’economia ed in che modo la sta cambiando/la cambierà?
L’intelligenza artificiale e la trasformazione digitale, grazie allo sviluppo della tecnologia, alla presenza di motori più intelligenti e all'esplosione dei dati, sono realtà che entrano in misura crescente nelle organizzazioni e nelle imprese. Il McKinsey Global Institute ha recentemente stimato in 13.000 miliardi di dollari l’impatto economico globale dell’Artificial Intelligence (AI) entro il 2030, pari a un aumento complessivo del 16% del Prodotto Interno Lordo mondiale. La sfida tecnologica e di innovazione rappresenta un’opportunità unica, ne va della competitività del Paese, ma anche di ogni singola impresa. Europa e Italia in particolare sono in ritardo rispetto a Cina e Stati Uniti. Per recuperare e ripartire dopo la crisi, le imprese devono prendere consapevolezza dell’importanza centrale di queste tecnologie e avviare rapidamente piani ambiziosi.
Nel tuo percorso di studi conseguito un MBA c/o la SDA Bocconi: in che modo un MBA accrescere il proprio valore umano e professionale, allarga contatti, network ed orizzonti professionali?
È stata un’esperienza life-changing per me, a livello personale e professionale ne sono uscito una persona diversa, ho allargato esponenzialmente le mie conoscenze di business, il mio network, avuto la possibilità di confrontarmi con un ambiente stimolante e internazionale, percorso poi completato con uno scambio all’IE di Madrid. Ma credo che nel periodo che viviamo, in continua mutazione, studiare sia una costante se si vuole rimanere rilevanti sul mercato, per questo 3 anni dopo la mia graduation (2018) sono volato a Boston per perfezionare il mio percorso al MIT Sloan School of Management conseguendo un Executive Certificate in Strategy and Innovation, avendo la fortuna di partecipare a un corso di Digital Marketing Analytics con professori del calibro di Sinan Aral (vi consiglio il suo libro, “The Hype Machine”, se volete saperne di più sui social network e su come influenzano le nostre vite). La parte più importante rimangono le persone, con cui continuo ad avere ottimi rapporti personali e con alcuni anche di lavoro.