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Sensibilizzare la nuova generazione di universitari: intervista al Volontario Alessio Di Renzo

di Team Editoriale | M4U

Alessio Di Renzo, ha 25 anni e ha scelto di partecipare al nostro Progetto dedicato alle Scuole Superiori perché ama ascoltare le persone, riflettere, dare consigli. Ha studiato Ingegneria Energetica al Politecnico di Torino e in Finlandia; lavora su regolazione e scenari futuri del sistema elettrico. Tra le altre cose, è appassionato di tennis.
Con lui abbiamo parlato di sensibilizzazione delle studentesse e degli studenti universitari di domani.

Durante questo periodo in cui fai parte del Progetto Scuole, quali sono le riflessioni scaturite dal tuo operato? A tuo parere, alla luce di quanto hai avuto modo di riscontrare, quali sono le azioni che andrebbero attivate per studenti liceali?
Partecipando all’orientamento di Mentors4u presso le Scuole Superiori, ho apprezzato l’opportunità di interagire con ragazzi che appartengono a una generazione successiva alla mia, immedesimandomi nel loro punto di vista. Ho notato che gli studenti hanno comprensibili dubbi su cosa li aspetta dopo la scuola: per questo ci fanno tantissime domande, e soprattutto cercano risposte concrete. Credo che al tradizionale orientamento attivo erogato dalle scuole (brevi presentazioni, visite in università, magari anche i consigli degli insegnanti) sarebbe utile affiancare azioni che forniscano ai ragazzi gli strumenti per delle decisioni sempre più consapevoli.
Ad esempio, nel presentare le facoltà proposte dagli atenei e i loro corsi, è importante ricordare sempre le grandi sfide che la nostra società avrà di fronte nei prossimi anni (dalla digitalizzazione all’incremento demografico, fino ai cambiamenti climatici), e il ruolo che le facoltà possono avere nell’affrontarli; è utile focalizzare il discorso anche su temi molto concreti, come opportunità in residenze universitarie e borse di studio; infine, è fondamentale spingere i ragazzi a usare tutti gli strumenti disponibili, compresi canali social quali LinkedIn, per cercare informazioni e persone a cui chiedere consiglio senza le remore che si possono provare con la famiglia o gli insegnanti.
Naturalmente l’impegno comunicativo parte dalla scuola e dalle università, ma non solo. Ad esempio, le aziende possono avere interesse a proporre il loro punto di vista ai ragazzi, e alcune di loro organizzano eventi di orientamento anche post-diploma: sarebbe interessante vederne sempre di più. Nel suo piccolo, Mentors4u cerca sempre di impostare gli incontri non come lezioni frontali, ma con l’obiettivo di fornire agli studenti una guida alle scelte per il proprio futuro.
 
Cosa ti ha spinto ad entrare nel Team dei Volontari del Progetto Superiori? Quando hai frequentato tu le Scuole, chi ti ha supportato nelle tue scelte legate al futuro?
Ho aderito al Progetto Scuole Superiori soprattutto per la mia personale esperienza di vita: quando ero in quinta liceo ho ricevuto i consigli più disparati per il mio futuro, principalmente da familiari e parenti, ma anche dai professori delle università che ho visitato durante il periodo di orientamento. Col senno di poi mi sento di dire che questo tipo di supporto non teneva in considerazione i cambiamenti di un mondo del lavoro in costante evoluzione: ho realizzato al contrario che i consigli migliori li ho ricevuti da studentesse e studenti che stavano svolgendo, o in alcuni casi completando, il percorso di studi, e che hanno saputo darmi consigli in maniera non solo informata, ma anche empatica e consapevole delle incertezze che stavo affrontando.
Per me Scuole Superiori è una grande occasione di confrontarmi con i ragazzi che si accingono ad iniziare un percorso di studi, e di cui mi piace approfondire le esigenze. Personalmente, sono stato fortunato: durante il mio percorso universitario tante volte ho ricevuto aiuto da ragazzi appena più grandi di me, a partire dal mio Mentor: credo molto nel give back, e cerco nel mio piccolo di ricambiare questo aiuto con i ragazzi delle scuole superiori.
 
Oggi credi che chi studia sia sensibilizzato all’importanza dei fattori ESG perché possano impattare positivamente nel loro futuro personale e professionale?
Credo che oggi l’importanza dei fattori ESG si stia sempre più imponendo all’attenzione del grande pubblico e anche nelle scuole come tema centrale, ma non sono certo che la loro importanza emerga allo stesso modo per quanto concerne l’impatto sulla vita personale e professionale. In generale, la sensibilizzazione sui fattori ESG è difficile ad ogni livello, non solo studentesco: come evidenziato dall’International Corporate Communication Hub, quando si parla di Corporate la discussione non verte a sufficienza sui temi della sostenibilità sociale o ambientale; e questo nonostante una consistente quota degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia esplicitamente vincolata ad obiettivi di sostenibilità.
Proprio perché i fattori ESG indirizzano gli investimenti a livello sia pubblico che privato è fondamentale per gli studenti indirizzare la loro formazione in questa direzione. Trasmettere questo messaggio è uno degli impegni che mi piace portare avanti con le scuole.
 
Quali sono a tuo parere le regole d’oro per delle scelte consapevoli e sostenibili che possono essere applicate da tutte/i e declinate di persona in persona?
Ne indico due che ritengo non solo valide per tutti, ma anche applicabili nella vita di tutti i giorni. La prima regola è provare tante attività nuove: uscire dalla propria zona di comfort e affrontare situazioni diverse è motivo di crescita personale, ma aiuta anche a trovare più facilmente la propria strada; banalmente, mettendosi alla prova nelle sfide più varie, è più probabile che una di queste sia quella che davvero ci appassiona; fare tante esperienze diverse significa acquisire maggiore consapevolezza delle alternative, e quindi delle scelte compiute e da compiere in futuro; la varietà infine rende le nostre scelte sostenibili nel tempo, perché ci consente di non annoiarci mai e ci propone tante possibilità. La seconda regola è di mettere sempre in discussione le nostre certezze, prendendo in considerazione anche possibilità e punti di vista alternativi: questo ci aiuta a fare delle scelte scevre da pregiudizi, mantenendoci consapevoli del perché le abbiamo fatte, dei loro pro e contro, e di come queste possano essere anche riconsiderate.
 
In che modo, in qualsiasi momento della vita, affrontare un cambio di direzione, di interesse, senza che questo possa portare con sé frustrazione e senso di “aver sbagliato tutto”?
Il mio consiglio per affrontare la scelta di un cambio di direzione nella propria vita, e portare poi avanti questa scelta senza rimorsi, è di non cancellare mai quello che si è fatto prima, ma anzi ricavarne quanti più insegnamenti possibili.
Nel momento della scelta dell’università, io e tanti altri ragazzi come me abbiamo sentito la pressione di non poter sbagliare: “cosa succede se poi sbagliamo?”, oppure “come si giustifica sul CV o a colloquio un cambio di corso di laurea?” sono alcune delle domande che mi sono fatto in passato, e come me tanti altri ragazzi. La risposta deve consistere nel fatto che da subito ci siamo impegnati al massimo e abbiamo acquisto maggiore autoconsapevolezza, nonché comprensione della materia che abbiamo affrontato, e concluso che non era la nostra strada. Non potevamo saperlo a priori e lo abbiamo sperimentato, imparando lezioni che ci torneranno utili per tutta la vita. Per questo faccio mio il consiglio di Michele Boldrin, che ho avuto l’onore di ascoltare proprio in un evento con Mentors4u: quando scegliamo un percorso, è fondamentale impegnarsi al massimo sin da subito, in modo da capire presto se la scelta è quella giusta.
Aggiungo infine che è utile mettere tutto in prospettiva: a volte anche “perdere un anno” può sembrare una tragedia, ma dopotutto è solo un anno, per ragazzi che spesso hanno tutta la vita davanti. In conclusione, va benissimo avere il coraggio di cambiare strada se necessario. L’importante è fare la scelta consapevoli dei suoi vantaggi e svantaggi, portando con sé quanto più possibile dalle esperienze passate e tuffandosi con ancora più entusiasmo nel nuovo percorso: questo ci aiuta a non avere rimpianti.

 

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