BLOG > M4U Magazine

Competenze e leadership: viaggio intergenerazionale. Intervista a Simona Bizzozero, Communications @ QS

di Team Editoriale | M4U

Simona Bizzozero è Director of Communications di QS Quacquarelli Symonds, dove è entrata a far parte del 2001. È membro del QS Rankings Executive Advisory Board e ha guidato la promozione del World University Rankings sin dal loro inizio. Il suo ruolo comprende le comunicazioni aziendali, le relazioni pubbliche e con i media e il branding. Con il supporto del suo team di lei capace, Simona ha costruito solide relazioni di lavoro con centinaia di influenti giornalisti, commentatori e blogger in tutto il mondo e ha contribuito a far crescere l'impatto globale di QS come leader di pensiero nell'istruzione superiore. Dal 2014 Simona è anche Direttore di Reimagine Education Awards & Conference, un'iniziativa globale volta a identificare e premiare le pedagogie più innovative per migliorare i risultati dell'apprendimento e l'occupabilità. Reimagine Education è supportato dalle principali università e società tecnologiche come Amazon, Google, Microsoft e IBM. Prima di entrare in QS, Simona ha lavorato in settori creativi, tra cui moda, editoria e broadcasting. Simona è appassionata nel promuovere e celebrare la diversità e l'inclusione, sia nell'istruzione che sul posto di lavoro.
 

Qual è stata l'evoluzione delle competenze richieste dal mondo del lavoro in questi trent'anni di QS? 
Con lo sviluppo tecnologico, sono rapidamente emerse nuove competenze. È interessante ricordare che solo 25 anni fa, gli utenti di email account gratuiti al mondo erano appena dieci milioni, l’e-commerce muoveva i primi passi e che i social media iniziarono a spopolare circa quindici anni fa. Oggi, l’intelligenza artificiale e l’automazione stanno radicalmente cambiando il mondo del lavoro. Fonti autorevoli stimano che entro il 2030, il 30% delle ore lavorate saranno automatizzate e circa 375 milioni di posti di lavoro sono a rischio. 
Al contempo, il World Economic Forum stima che 58 milioni nuovi posto di lavoro saranno creati nello stesso periodo grazie alle nuove tecnologie. In questo scenario accelerato dalla pandemia, è fondamentale capire quali competenze sono complementari all’intelligenza artificiale e all’automazione, e non possono essere sostituite dalle macchine, per scegliere percorsi formativi e di crescita personale che incrementino la nostra occupabilità presente e futura.
QS conduce un sondaggio annuale che coinvolge oltre 75.000 datori di lavoro in tutto il mondo. 
Le tendenze emerse nel QS Global Employer Survey, confermano le rilevazioni del McKinsey Global Institute, la cui ricerca conclude che in ogni settore, occupazione e regione del mondo, ogni lavoratore deve possedere le competenze fondamentali per: 
a) Creare valore oltre a quello creato da sistemi automatizzati e macchine intelligenti 
b) Operare in un ambiente digitale
c) Adattarsi continuamente a nuovi modi di lavorare e alle nuove tecnologie. 
 
QS organizza una competizione globale, Reimagine Education, con l’intento di premiare i progetti e iniziative che migliorano l’apprendimento e l’occupabilità degli studenti e di chi è entrato o sta per entrare nel mondo del lavoro. Durante l’ultima edizione della conferenza annuale lo scorso dicembre, gli esperti coinvolti in questa iniziativa hanno condiviso la loro previsione sulle competenze più richieste. È emerso che le competenze necessarie per affrontare con successo il futuro del lavoro, si possono raggruppare in tre macro aree:  
1)     Competenze di Potere, che non possono essere sostituite dall’intelligenza artificiale.
Includono: comunicazione e lavoro di squadra, leadership e management, pensiero critico e problem-solving, produttività e collaborazione, crescita personale e benessere.
2)     Competenze Tattiche, tra cui: acume commerciale e business analytics, finanza e contabilità, design e UX, marketing, product management, vendita e esperienza del consumatore, risorse umane e sviluppo del talento.
3)     Competenze Tecniche, tra cui: intelligenza artificiale, machine learning cloud computing, quantum computing, internet delle cose (internet of things), blockchain, cybersecurity, nanotecnologia, robotica, data science, sviluppo del software, gestione sistemi IT. 
È emerso inoltre che le personalità più ricercate dai datori di lavoro internazionali possiedono specifici tratti distintivi tra cui: leadership, adattabilità, curiosità e propensione all’apprendimento, persistenza e grinta, consapevolezza sociale e culturale e inclusività.
 
Generazione Z e generazione Y a confronto: sono mutati gli obiettivi professionali degli studenti? In cosa l'immissione nel mondo del lavoro odierno è differente rispetto a quella vissuta dai Millenials? Come intrepretano la leadership?
Entrambe le generazioni sono le protagoniste della “Great Resignation”, il fenomeno istigato dalla pandemia che ha visto milioni di persone lasciare volontariamente il posto di lavoro. Secondo uno studio di McKynsey, il 40% dei lavoratori dalla primavera dello scorso anno è intenzionato a cambiare lavoro, e un sondaggio parte del medesimo studio, indica che il 36% di chi si è licenziato lo  ha fatto senza avere prima trovato un nuovo lavoro. La crisi epocale ha portato milioni di persone e rivalutare le proprie priorità e a scegliere nuovi percorsi, allineati con i propri valori e con la ricerca di un bilanciamento tra lavoro e vita privata. 
I Millenial sono considerati una generazione di ottimisti, spesso viziati dai propri genitori, e cresciuti durante un periodo di boom economico. La Gen Z è considerata più pragmatica, essendo cresciuta in tempi di recessione e grandi incertezze per il futuro.
Per entrambe le generazioni l’autenticità, la giustizia sociale e la trasparenza sono valori essenziali. 
I Millenial amano soprattutto conversare dei propri ideali sui social media, mentre la Gen Z è più zelante e attivista: agiscono, partecipano e mobilitano. Sono disposti ad assumersi rischi per difendere le proprie idee. Entrambe le generazioni hanno avuto più probabilità di crescere in famiglie non convenzionali rispetto alle generazioni che le hanno precedute. Di conseguenza, tendono ad essere persone inclusive e ad apprezzare e valorizzare le differenze etniche, culturali e religiose, i diversi orientamenti sessuali e le identità di genere. Attraverso molti studi che esaminano i Millenial, si evince che alcuni dei tratti più comuni sono la fiducia in sé stessi, l'alto grado di istruzione, l’essere tecnologicamente esperti e ambiziosi, e dinamici. Attualmente costituiscono il 50% della forza lavoro e la percentuale è destinata a crescere. É una generazione che vuole sentirsi coinvolta nei progetti di cui si occupa e capire nel dettaglio quanto e come il proprio lavoro contribuisce al raggiungimento degli obiettivi aziendali. I Millenial si concentrano sui risultati, non sulle regole. Ambiscono a raggiungere un equilibrio tra lavoro e vita privata e danno il meglio di sé quando possono lavorare in modo flessibile e con grande autonomia. Per loro conta l’esperienza del lavoro nella sua totalità. Preferiscono aziende che investono sul team building e sulla crescita personale. Il punto debole dei Millenial sembra essere la minore resilienza rispetto alle generazioni precedenti, il bisogno di costante approvazione e l’insicurezza di chi è diventato adulto al riparo dalle prove della vita, per scelta di chi lo ha cresciuto. Inoltre la competitività esacerbata dai social media, crea ulteriore ansia in questa generazione, la prima che ha visto i confini tra realtà fisica e virtuale, confondersi. 
La generazione Z è la prima vera generazione digitale e punta sull'adozione della tecnologia per rivoluzionare il posto di lavoro e l’economia. I talenti della Gen Z apprezzano le opportunità che li aiutano a realizzare un cambiamento più ampio nella società e questo è uno dei motivi per cui molti di loro si stanno unendo a startup e aziende innovative. Per la Gen Z, L’etica e i valori del datore di lavoro sono essenziali per motivarli e creare un senso di appartenenza e di gruppo. Questi giovani talenti tendono a sentirsi fuori luogo e a demotivarsi rapidamente se la natura del proprio lavoro non si allinea ai valori che li ispirano. Sono desiderosi di imparare e fare la differenza, tuttavia, la sfida più grande per loro è la mancanza di pazienza. Rispettano i leader che sono coinvolti e sono disposti a dare loro feedback costanti, a faccia a faccia. Hanno bisogno di essere ascoltati e guidati. Al contempo, cercano una leadership che dia loro spazio e autonomia e detestano i "micro manager". L’autenticità e la trasparenza sono essenziali per questa generazione, che si aspetta leader che predichino bene e razzolino meglio. Spesso i talenti della Gen Z danno il meglio di sé quando hanno l'opportunità di gestire un progetto innovativo che consenta loro di esplorare il proprio lato imprenditoriale. Molti Gen Z non danno importanza all'esperienza e questo potrebbe creare frizioni intergenerazionali nel mondo aziendale. La Gen Z è sia “vocale”, nel senso che non hanno paura di far sentire la propria voce e punto di vista, sia collaborativa, il che li rende ottimi giocatori di squadra. Tuttavia, i leader che lavorano con la Gen Z dovrebbero costruire una cultura di squadra non gerarchica in cui i membri possano connettersi, parlare, collaborare e contribuire secondo i propri punti di forza, se vogliono valorizzare questi talenti che stanno già cambiando il mondo.
 
Gli Atenei in che modo si stanno adeguando al cambiamento generazionale in corso? Quali sono ad oggi le Università maggiormente all'avanguardia?
La pandemia ha accelerato la digitalizzazione delle Università e l’innovazione che ne è conseguita, espande e migliora la didattica anche quando si frequenta in presenza. Le Università maggiormente all'avanguardia uniscono ricerca e imprenditorialità, e diventano efficienti “incubator” e “accelerator” di startup innovative, guadagnando in competitività. Sono quelle che hanno stabilito collaborazioni con le aziende ed evoluto la propria offerta formativa per includere le competenze emergenti e favorire l’occupabilità dei propri studenti. QS compila una classifica, QS Graduate Employability Rankings che identifica gli atenei più attivi nel favorire l’accesso al mondo del lavoro. Sono Università che si sono impegnate a potenziare i servizi di orientamento al lavoro, ad includere l’insegnamento delle competenze di leadership e interpersonali, a favorire il networking con gli alumni che spesso sono nella posizione di assumere nuovi talenti, e a ripensare i tirocini, in molti casi effettuati in “smart working”. Un esempio intelligente è Future17, un’iniziativa di QS e di un consorzio di Università internazionali i cui studenti migliori sono invitati a lavorare in gruppo per un semestre (ogni gruppo è formato da studenti di diverse università e paesi) su progetti aziendali che contribuiscono a uno o più dei 17 “Sustainable Development Goals” indicati dalle Nazioni Unite. Gli studenti imparano a lavorare in squadra in un ambiente digitale e ad apprezzare la diversità culturale. Possono attivamente contribuire a progetti di sostenibilità mentre segnalano alle aziende coinvolte il proprio talento. 
 
MBA & Master: perché persistono ad essere due opportunità senza tempo? Come e in che modo i percorsi di Mba e Master hanno saputo e sanno ancora garantire un upgrade del proprio profilo professionale?
La popolarità del Master in Business Administration (MBA) continua a crescere sia con i datori di lavoro, sia con i potenziali studenti per le competenze trasferibili acquisite durante il rigoroso corso di studi, che includono: pensiero strategico, comunicazione efficace, versatilità e leadership. Per molti datori di lavoro, un MBA è essenzialmente una credenziale che conferma che un candidato possiede queste abilità, ed è pronto per avere successo in posizioni aziendali di livello superiore. Un altro vantaggio offerto da questa qualifica è il network di alumni, che spesso diventano mentori, business partners o datori di lavoro. Secondo il QS Global Employer Survey, i talenti che hanno conseguito di recente un MBA presso una business school prestigiosa, e lavorano in Italia, ricevono in media un compenso annuo inclusivo di bonus, di oltre 103.000 €. L’impegno economico è notevole, oltre agli stipendi persi (nel caso si studi un MBA full-time), e calcolare il ritorno sull’investimento è necessario prima di fare una scelta così importante.
Esistono alternative al classico formato full time: part-time MBA e online MBA. Per figure senior, esiste l’Executive MBA (o EMBA), che in alcuni casi viene sponsorizzato dall’azienda. 
-Scopri i migliori programmi MBA full time;
-Scopri le tendenze dei compensi MBA e i settori che assumono;
-Per incontrare business school che ricercano candidati italiani per i propri corsi MBA, QS organizzato il primo marzo, Connect MBA, un evento gratuito virtuale. Gli aspiranti studenti MBA sono invitati a caricare il proprio CV per la pre-selezione e l’abbinamento con le business school, per colloqui individuali o in piccoli gruppi, di mezz’ora l’uno.
 
Se il conseguimento di un MBA amplia le possibili opzioni professionali e può essere decisivo per cambiare percorso di carriera, un master ottiene l’effetto opposto: consente di specializzarsi in un campo preciso e definito. I master proliferano, specie quelli nell’area business. QS classifica i più ricercati dai datori di lavoro: QS Business Masters Rankings.
Sono generalmente meno costosi rispetto a un MBA, e solitamente non richiedono previa esperienza professionale, ma è difficile calcolare il ritorno sull’investimento, perché non tutti i datori di lavoro pagano un premium per assumere candidati con una qualifica master. 
Per le competenze più ricercate, questo avviene. Gli aspiranti studenti master possono incontrare virtualmente oltre cento università, business schools e altre graduate school internazionali al QS Virtual Connect Master (tenutosi lo scorso 2-3 marzo) o per chi preferisce eventi live al QS World Grad School Tour il 21 Marzo a Roma e il 23 Marzo a Milano. Per concludere, costruire una carriera a prova di futuro, investire nella propria crescita professionale e personale, è essenziale. Inoltre, è importante consultare fonti indipendenti per effettuare una scelta informata prima di iscriversi a eventuali MBA o Master. QS da oltre trent’anni fornisce informazioni indipendenti e gratuite a milioni di potenziali studenti di tutto il mondo.
 

Hai trovato interessante questo articolo?
Condividilo sui social o invialo a chi preferisci: