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Prepararsi al mondo del lavoro: intervista a Lorenzo Cavazzana, volontario di M4U Superiori

di Team Editoriale | M4U

Il percorso universitario di Lorenzo Cavazzana è iniziato con una Laurea in Storia e Scienze Sociali all’Università di Torino. Successivamente ha studiato all’interno del programma di Doppia Laurea in International Management di ESCP Business School e Shanghai Jiao Tong University. Attualmente, dopo alcuni stage in diversi settori, lavora ad Amazon a Londra. Dal 2020 è Mentee e dal 2021 partecipa come Junior Mentor nel progetto M4U Scuole Superiori.   

Qual è l'incognita maggiore rispetto a cosa succederà dopo la fine dell'Università? Come ti immagini tra dieci anni? Quali sono i tuoi sogni?
Ritengo che la fine dell’Università rappresenti, dopo quella del liceo, il secondo momento di stravolgimento della fase giovanile delle ragazze e dei ragazzi che intraprendono un percorso ‘tradizionale’.  Dopo alcune settimane, o addirittura qualche giorno, chi termina l’Università si ritrova ad affrontare nuovi ritmi, nuovi ambienti e nuove dinamiche. In questo contesto l’incognita maggiore credo sia rappresentata dallo svolgimento di quella che potremmo definire come una “prova sul campo” delle aspirazioni e dei sogni che uno studente ha avuto durante l’Università. 
Infatti, è comprensibile avere qualche difficolta ad affrontare l’incertezza del passaggio da una fase di programmazione della propria vita quasi esclusivamente teorica, ad una che richiede invece di svolgere in modo pratico il percorso che si è deciso di intraprendere.
Personalmente, tra dieci anni aspiro a lavorare in una istituzione governativa nazionale o internazionale, oppure all’interno di una società di consulenza operando in progetti inerenti al campo istituzionale e governativo. Il sogno che mi motiva a intraprendere questo percorso è quello di fare in modo che il mio lavoro possa avere un impatto positivo sul numero di persone più ampio possibile. Inoltre, credo che per un neolaureato sia importante considerare anche il settore pubblico come una possibile strada per la propria carriera professionale.
Infatti, sono convinto che in tutto il mondo, ed in particolare in Italia, sia sempre più necessario che un numero maggiore di giovani venga coinvolto e inserito nelle istituzioni per dare il proprio contributo su tematiche quali il Climate Change, la disuguaglianza o altre problematiche legate alla governance globale.
 
Come ti approcci alle riflessioni e alle scelte riguardanti il tuo percorso di studi e professionale? Ti confronti con qualcuno, ne parli? Chi ti supporta e si rende disponibile?
Sono fermamente convinto che, indipendentemente dalla propria esperienza, chiunque possa trarre notevoli benefici dal confrontarsi con delle persone per cui nutra stima e fiducia.
Personalmente, mi approccio alle riflessioni riguardanti le mie scelte accademiche e professionali su due piani differenti. 
Nel primo caso, che definirei progettuale, condivido le mie riflessioni e aspirazioni con i miei familiari ed amici. Con loro non cerco di analizzare direttamente un percorso accademico o professionale in sé, ma piuttosto di individuare e valutare degli aspetti indiretti come la compatibilità delle mie scelte e del mio percorso con le mie caratteristiche personali e caratteriali.
Invece, per quanto riguarda le scelte più pratiche, come decidere in quale Università iscriversi, scegliere tra percorsi di studio specifici, o candidarsi per lavorare in un’azienda piuttosto che in un’altra, mi confronto con delle persone che ritengo preparate e che possiedano un’esperienza rilevante per la scelta in questione. In questo modo ho la possibilità di ricevere delle informazioni precise e attendibili, che mi permettano di fare le mie valutazioni evitando di essere influenzato da preconcetti o da informazioni non sufficientemente accurate. In particolare, le persone a cui faccio riferimento sono i Mentor e i miei peers (compagni Universitari o colleghi) dal momento che costoro hanno avuto la possibilità di interagire in prima persona con diversi ambienti universitari e lavorativi.
 
Credi di essere adeguatamente preparata/o ad affrontare gli step futuri dei prossimi anni in termini conoscenze e opportunità a disposizione? Cosa, eventualmente ti manca? Quali sono gli aspetti sui quali ti senti sicura/o?
 
Durante la Laurea Triennale possedevo una visione molto generica e approssimativa delle caratteristiche del mio futuro percorso universitario e professionale. 
Infatti, non mi sentivo adeguatamente preparato ai miei step futuri poiché consideravo la dimensione universitaria e quella lavorativa come indipendenti l’una dall’altra. Successivamente, ho invece avuto la possibilità di comprendere come sia importante iniziare a svolgere esperienze professionali già durante gli studi, e quanto sia poi fondamentale mantenere la capacità di imparare, propria degli anni universitari, anche durante il proprio percorso professionale. 
Ho raggiunto questo progresso in termini di conoscenze e opportunità principalmente durante il Master (in Management di ESCP Business School) che ho frequentato negli ultimi due anni. All’interno di questo percorso ho vissuto in diversi paesi, intrapreso alcuni stage, ma soprattutto conosciuto molte persone diverse all’interno e all’esterno dell’ambiente universitario. Infatti, ritengo il confronto con persone differenti, esponendomi a nuove idee e diversi punti di vista, mi abbia permesso di ottenere una visione più completa del mondo del lavoro e, allo stesso tempo, di definire con maggiore sicurezza cosa mi manchi per raggiungere i miei obiettivi.
 
In cosa pensi che la tua generazione somigli a quella dei tuoi genitori e dei tuoi professori? In cosa invece siete differenti? 
Credo che intercorrano numerose differenze tra la mia generazione (appartengo ai ‘Millenials’ ma faccio riferimento anche alla ‘Generazione Z’) e le generazioni precedenti (‘Baby Boomers’ e ‘Generazione X’). 
Infatti, la ‘Rivoluzione Digitale’ iniziata alla fine dello scorso millennio ha stravolto la maggioranza degli aspetti della vita di ciascuno di noi. In particolare, le conseguenze di questa ‘rivoluzione’ si manifestano negli aspetti riassunti efficacemente nell’acronimo VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity), ovvero la velocità, l’incertezza, la complessità e l’ambiguità del contesto in cui chiunque, ed in particolare noi giovani, ci troviamo a vivere. 
In aggiunta, l’ultimo biennio definito dalla pandemia da Covid-19 ha accelerato gli effetti di questa ‘rivoluzione’, ponendo davanti a chi si avvicina al mondo del lavoro uno scenario profondamente cambiato rispetto a prima della pandemia.
Allo stesso tempo, ritengo opportuno considerare che la ‘dimensione’ e la competitività proprie del mondo in cui sono cresciute le generazioni precedenti alla mia sono drasticamente differenti da quelle con cui si interfacciano i giovani nel 2022. Negli scorsi decenni infatti Asia, Medio Oriente e Africa avevano un ruolo decisamente più contenuto rispetto all’enorme importanza che hanno acquisito recentemente. Questo processo, nella mia opinione, ha aumentato significativamente la ‘dimensione’ del mondo con cui la mia generazione si deve confrontare, aumentandone conseguentemente anche la competitività. 
Perciò, considerando quanto detto, credo che ci siano pochi aspetti in comune tra la mia generazione e quella dei miei genitori e dei miei nonni.
 
Quando è stata la prima volta hai sentito parlare di Mentoring? Quali sono a tuo parere i plus di essere seguiti dalla figura del Mentor?
Ho sentito parlare per le prime volte di Mentoring durante gli ultimi anni del Liceo, periodo in cui molti dei miei compagni, me compreso, erano indecisi sulla scelta del percorso di studi. In questo momento ho realizzato l’evidente differenza tra chi possedeva una figura di riferimento con cui confrontarsi e chi invece doveva ponderare le proprie scelte senza un supporto esterno. Infatti, orientarsi nella scelta universitaria senza i consigli di una o più persone che stiano svolgendo o abbiano terminato l’Università è molto complesso e può condurre molte ragazze e ragazzi a incontrare delle difficoltà o a perdere la motivazione. 
Il progetto ‘Scuole Superiori’ di Mentors4u si inserisce proprio in questo contesto, con il fine di aiutare chi sta affrontando questa difficile scelta grazie alla grande esperienza maturata dai Junior Mentor durante il loro studi e i loro primi anni nel mondo del lavoro.
Alla luce di queste considerazioni, ritengo che il primo plus di essere seguiti dalla figura del Mentor sia la possibilità data al Mentee di non commettere una lunga serie di errori proprio grazie ai consigli e alle indicazioni ricevute. 
Proseguendo, ritengo che un secondo importante plus della dinamica del Mentoring sia l’impatto su ampia scala che può avere. Sono infatti convinto che la creazione di una comunità come quella di Mentors4u, composta da studenti motivati, da una parte, e da professionisti di successo, dall’altra, possa dare vita sul lungo termine a delle dinamiche virtuose tramite le quali chi ha fatto parte del programma come Mentee in prima persona possa diventare un futuro Mentor, creando un processo di give-back che si mantiene e rinnova nel tempo. 
Inoltre, credo che il valore del give-back permetta di non limitare le finalità del Mentoring al semplice rapporto Mentor-Mentee. Al contrario, è fondamentale interpretarlo come parte dei valori che, se diffusi, possono migliorare significativamente una società facendola divenire più coesa e orientata verso uno spirito di condivisione e di collaborazione. 
Infine, è importante evidenziare come anche i Mentor traggano un beneficio dal loro ruolo, poiché insegnare è imparare due volte.
 
 

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