Iconsulting è tra le 15 aziende della classifica di Great Place to Work® Italia: quali sono le caratteristiche che vi contraddistinguono che vi hanno permesso di entrare in classifica?
Fin dalla nascita di Iconsulting 21 anni fa, l’attenzione al benessere delle persone è stato uno dei principali obiettivi dei soci fondatori. Tra i valori cardine che Iconsulting ha sempre voluto preservare c’è l’impegno a sviluppare al meglio il potenziale delle proprie persone, in un ambiente che ascolti le diverse esigenze, che supporti umanamente e professionalmente e che permetta di vivere l’esperienza di lavoro divertendosi. Questo spirito non si è perso nel tempo e, per quanto non sia facile mantenere questa attenzione alle singole persone con l’aumentare delle dimensioni dell’azienda e in un periodo in cui il remote working è la modalità di lavoro più diffusa, Iconsulting sta continuando a riflettere e trovare soluzioni per mantenere un ambiente giovane e collaborativo, l’attenzione alle esigenze del singolo, l’attenzione alla salute e la propositività nell’organizzare incontri aziendali ed extra lavoro.
Io stessa, come People & Culture Director, ho incontrato singolarmente più di 200 colleghi in meno di un anno per raccogliere feedback su come poter continuare a lavorare bene. Pertanto, oltre all’attenzione che riserviamo alla formazione tradizionale e alla comunicazione interna per condividere esperienze e buone pratiche, ci stiamo attivando per organizzare piccoli eventi nei locali aziendali e al di fuori. Esempi di questo sono le colazioni informali tra colleghi, tornei di scacchi post lavoro con pizzata, incontri su tematiche innovative proposte dai nostri consulenti. I nostri consulenti sono più di 350 professionisti, con conoscenze tecniche distintive riconosciute dai nostri clienti e dal mercato, ma lo spirito giovane, fresco e informale che si respira nei nostri corridoi è ancora quello di un centro di ricerca o di una start-up!
Cosa si intende per wellbeing? Quali sono i principali obiettivi di un welfare aziendale di successo?
Wellbeing significa letteralmente “benessere” e per sapere cosa fa star bene le persone bisogna ascoltarle; credo che senza un reale ascolto delle esigenze delle persone non sia possibile costruire un piano di welfare di successo.
Quello che funziona benissimo per una realtà non funziona altrettanto bene ovunque. Siamo una società con un’età media di 28 anni e con persone provenienti da tutto il territorio nazionale, per cui fondamentale diventa l’attenzione al lifestyle, la possibilità di avere flessibilità nel lavoro e non vincoli rigidi di presenza in ufficio su base settimanale, così come poter godere di occasioni di socialità in cui stare bene insieme. Stiamo costruendo il nostro piano intorno a questo, coinvolgendo sui tavoli di lavoro piccoli gruppi di consulenti volontari che ci aiutino a prendere le decisioni.
Formazione continua, diversità e tecnologia: quanto sono elementi strategici?
In Iconsulting si dà molta importanza alla formazione e accompagniamo il consulente nel suo percorso in Azienda fin dal suo ingresso, supportandolo nella crescita professionale e personale, e dandogli le opportunità di rafforzare non solo le competenze tecniche ma anche gli aspetti people/soft: dallo sviluppo di capacità di comunicazione, leadership, delega a tutto ciò possa essere utile per i nostri collaboratori nella lora crescita come professionisti e come persone.
Abbiamo inoltre un processo di valutazione che si svolge due volte l'anno nel quale dedichiamo molta attenzione a considerare eventuali aree di sviluppo: i nostri Career Advisor, consulenti più senior che hanno il ruolo di supporto della crescita professionale, comunicano con i nostri colleghi e consulenti e individuano insieme il piano di sviluppo e le necessità formative per i mesi successivi, sia sulla base delle valutazioni ricevute rispetto alle aree di miglioramento presenti, sia sulla base delle inclinazioni personali e del tipo di percorso o di crescita che la singola persona desidera fare.
Well being e work life balance: in che modo sono strettamente correlati?
Negli ultimi anni wellbeing e work-life balance sono stati considerati strettamente correlati. Wellbeing vuol dire letteralmente “benessere”, e il benessere delle persone è fatto di tante cose: è importante vivere in un ambiente di cui riconosciamo i valori e con persone con le quali passiamo volentieri del tempo non solo lavorativo, con le quali c'è serenità anche nel potersi esprimere. Ormai non c'è più una distinzione netta tra il lavoro e la vita privata, soprattutto dopo l’avvento del covid e con l’accelerazione del lavoro da remoto; nel momento in cui noi lavoriamo da casa, la vita privata e la vita lavorativa si fondono e non è più nettamente visibile questa separazione. Se prima si lavorava unicamente in presenza in ufficio e si definiva una distinzione chiara tra vita lavorativa e vita privata, oggi questo confine è più labile e le due dimensioni tendono molto più facilmente a mescolarsi. Quindi, se lavoro per un’azienda di cui riconosco e amo i valori, nella quale mi rispecchio e alla quale sento di appartenere, probabilmente considererò il lavoro come parte integrante della mia vita senza la necessità di separare i due ambiti.
La vera sfida per le aziende, sulla quale ci si deve interrogare, è come creare questo senso di appartenenza e condivisione dei valori anche in una modalità di lavoro da remoto. Come trovare delle soluzioni per un coinvolgimento positivo delle proprie persone e permettere loro di creare quei legami, anche personali, che rendono la nostra vita lavorativa più piacevole e soddisfacente.