Dagli studi in economia all’imprenditoria con un salto nella consulenza: quali sono stati gli step principali del tuo percorso e che puoi cristallizzare come fondamentali?
Innanzitutto, aver studiato management in Bocconi mi ha permesso di mettere delle basi solide per intraprendere poi il percorso professionale e imprenditoriale. Grazie ad un’intensa attività associativa in Bocconi ho avuto la fortuna di conoscere studenti più grandi che mi hanno guidato nel percorso accademico e formazione critico di quegli anni.
Successivamente in BCG a Mumbai il metodo di lavoro, il ritmo ed il livello delle aspettative mi ha aiutato a definire gli obiettivi in qualsiasi successiva esperienza.
In Alkemy Iberia a Madrid, come primo dipendente al fianco del CEO & Co-founder, Ferdinando Meo (conosciuto proprio come mio mentor in M4U) ho potuto vedere cosa significa lanciare un business profittevole partendo da zero, così come l'importanza della pianificazione nei cicli industriali e di vendita.
Questo variegato bagaglio di esperienze, mi ha fatto sentire pronto ad affrontare il viaggio imprenditoriale di Alpian, la prima banca privata digitale in Svizzera. La vita imprenditoriale richiede tantissima flessibilità e capacità di adattamento. Aver vissuto sempre in contesti in continua evoluzione è stato, e continua ad essere, fondamentale nel mio processo di formazione.
Quando e come è nata l’idea di Alpian? Di cosa vi occupate?
Alpian è nata dall'idea di innovare il settore del Private Banking con un'offerta digitale che lo rendesse accessibile anche per i mass affluent, tipicamente esclusi dai servizi private.
A distanza di poco più di 3 anni dalla fondazione, siamo una banca svizzera, regolamentata dalla FINMA, in fase di scale-up e abbiamo raccolto circa 50 milioni di franchi. Oggi, attraverso un team interno basato in Svizzera, offriamo servizi tipici del private banking come mandati d'investimento discrezionali, consulenza patrimoniale, e conti multi-valuta. Abbiamo inoltre aggiunto alla nostra offerta altri servizi comunemente offerti delle neo-bank come metal debit cards, esperienza digitale mobile-only ed un servizio clienti sempre disponibile da remoto.
Gli investimenti in tecnologia sono stati fondamentali e ci hanno permesso di creare Alpian Technologies, dove oltre 40 software engineers continuano a costruire prodotti e soluzioni tecniche proprietarie ed all’avanguardia.
Mentre studiavi e durante le tue prime esperienze lavorative, quali sono state le sfide che hai accettato e quelle che invece non hai affrontato per paura di metterti in gioco?
Durante gli anni di studio e le mie prime esperienze lavorative, ci sono state tre sfide che ho accettato con risultati e conseguenze diverse. Innanzitutto, durante gli studi ho scelto di avere un ruolo attivo nella rappresentanza studentesca, arrivando ad essere eletto al Consiglio d’Amministrazione della nostra Università. Questa attività extra-curricolare ha richiesto tante energie, che forse non mi hanno permesso di sfruttare a pieno l’esperienza accademica del MSc in International Management cui ero iscritto.
La seconda scelta “forte” è stata scegliere l’India come meta per il programma di Double Degree, sempre durante gli studi specialistici. In questo caso la sfida è stata soprattutto umana: mi ha permesso di conoscere meglio i miei limiti e anche ad adattarmi ed integrarmi in una cultura molto diversa.
L’ultima sfida che ho sì accettato, ma poi purtroppo abbandonato è stata lanciare Chiaja Swimwear, un brand di accessori maschili fatti a mano in Italia e distribuito via ecommerce. La voglia di provarci, nell’anno di transizione prima dell’inizio del lavoro full-time, è stata sufficiente a partire. Poi con l’inizio del lavoro in consulenza il doppio impegno s’è rivelato per me insostenibile e quindi l’azienda è stata accantonata.
In che modo l’attività di imprenditore ti spinge ad uscire dalla comfort zone? Quali skills sono richieste per costruire una propria attività, un proprio progetto?
È vero che ogni attività imprenditoriale ci spinge fuori dalla zona di comfort. Per creare valore bisogna assumersi dei rischi, provando a fare qualcosa di nuovo o farlo in maniera diversa.
Purtroppo, non esistono blueprints e forse solo l’esperienza ed un network molto solido possono aiutare un po’ a mitigare la sensazione di costante insicurezza e inadeguatezza.
Riguardo gli ingredienti necessari per provarci, da bravo ex-consulente ne menzionerei di nuovo tre:
⁃ Essere capaci di fare networking e creare relazioni solide che risultano fondamentali a superare i momenti più difficili
⁃ Avere molta ambizione e voglia di riuscirci. Come imprenditori, alla fine, si è sempre quelli che più di tutti credono nell’iniziativa e questa energia viene poi percepita e trasmessa al team che permette di realizzare la vision
⁃ Avere il giusto mix in termini di risorse ed esperienze nel founding team. Purtroppo avere una buona idea o modello non è sufficiente. L’iniziativa va sostenuta economicamente nella fase di J curve e bisogna essere pronti. L’esperienza aiuta a fare meno errori (che saranno comunque tantissimi) e velocizzare alcune fasi di setup e crescita
Quale Mentor, quale consiglio ti senti di dare per chi desidera intraprendere un percorso come il tuo?
Innanzitutto, approcciare ogni attività sempre con professionalità e passione. Sia durante gli anni universitari, magari nelle attività extra curricolari, sia su lavoro.
Assumere responsabilità moltiplica le opportunità di impattare in positivo e negativo la vita delle persone. Quando queste responsabilità poi si ottengono non è accettabile trovare scuse che giustifichino non provarci al massimo, sempre.
Per chi volesse iniziare un percorso imprenditoriale, un consiglio è non compromettere nella selezione del personale i propri standard e valori. Trovare le persone giuste può richiedere tempo, ma ne vale sempre la pena nel lungo termine.
Infine, prendersi cura del proprio corpo e della propria salute mentale. La pressione cui si è esposti è sempre molto elevata ed essere allenati a gestirla, conoscendosi introspettivamente, aiuta ad evitare errori e reggere le fatiche del percorso.
In bocca al lupo!