Cosa omettere e cosa inserire assolutamente nel proprio cv?
È importantissimo sapersi «vendere» bene sul CV, inserendo esperienze di volontariato, Erasmus, associazioni/club universitari. Queste esperienze, infatti, fanno capire a recruiter e manager che il candidato ha altri interessi al di fuori degli studi universitari, ed è utile soprattutto quando non si hanno ancora esperienze professionali, o stage. Per quanto riguarda le cose da omettere, non è interessante includere il liceo in un CV, a meno che la persona non abbia fatto l’anno all’estero o il liceo internazionale/in un altro paese. Si possono anche omettere, o separare dagli stage, esperienze di lavoro in bar, ristoranti, babysitter e ripetizioni. Ove si volessero inserire queste esperienze, è opportuno creare una sezione a parte «altre esperienze lavorative».
Cover letter vincente: quali informazioni deve contenere?
Per la cover letter, è importante che contenga le parole chiave prese dalla descrizione del ruolo che vi interessa. Questi termini devono avere una connessione con le vostre esperienze personali o professionali, attraverso esempi di mansioni, progetti, eccetera. Non è importante che sia lunga, e assolutamente non deve essere una lista di cose copiate dal CV. Sarebbe anche bene personalizzarla un po’, adattandola alla posizione lavorativa che vi interessa.
Prepararsi prima di un colloquio? In che modo?
Per prepararsi a un colloquio, è fondamentale capire come funzionano i colloqui in quella determinata azienda. Come capirlo? Prima del colloquio con la HR, è bene fare qualche ricerca online, o chiedere a persone che già lavorano in azienda. Un consiglio che funziona sempre è: preparare una piccola presentazione di un paio di minuti per cominciare il colloquio senza dilungarsi troppo nei dettagli, scrivendo magari delle parole chiave come promemoria (e non imparando un discorso a memoria). Inoltre, molte aziende nei colloqui (HR e non) chiedono le cosiddette «situational questions», ossia le classiche domande: «potrebbe parlarmi di una situazione in cui.». Per queste domande, ci sono migliaia di video sui social (specialmente YouTube e Tik Tok) che parlano del metodo STAR, o altri metodi più moderni ma equivalenti, per strutturare al meglio le risposte a queste domande.
Quali domande fare durante il colloquio?
Partite dagli aspetti che più vi interessano: priorità dell’azienda per l’anno in corso/il prossimo anno, priorità per il ruolo a cui vi state candidando, che consiglio darebbe a una persona che sta iniziando in questa azienda, quali sono le cose che ama di più del lavorare in questa azienda, e così via. Non è importante andare troppo lontano, o troppo nei dettagli, ma mostrarsi interessati e porre domande inerenti al ruolo della persona. Una HR o un marketing manager con una responsabilità su un mercato specifico saprà dirvi meno cose rispetto alle strategie o priorità globali dell’azienda, ma sicuramente potrà rispondere con più agio e naturalezza a delle domande relative alla realtà locale per cui lavora.
Un consiglio per affrontare l’ansia e non lasciare che ci attanagli durante l’incontro?
Per sconfiggere l’ansia, è fondamentale prepararsi un po’ e avere almeno visitato la pagina internet dell’azienda, per capire a grandi linee di cosa si occupa l’azienda. Se conoscete in anticipo il nome di recruiter o manager, potrebbe essere utile anche cercarli su LinkedIn (magari con la modalità privacy) per capire il loro percorso, ma questo non è obbligatorio. Un’altra cosa che consiglio sempre è di non strafare: essere sé stessi è sempre la carta vincente. Se l’azienda non vi selezionerà, è perché non è un match nemmeno per voi… Può essere difficile da capire sul momento, ma sul lungo termine vi renderete conto che non avrebbe funzionato in ogni caso!