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Who you needed when you were younger: la Mentor Francesca Ballatore si racconta

di Francesca Ballatore | Mentor di Mentors4u

Dopo un’infanzia trascorsa in un ambiente nel quale la gente spesso lavora per vivere, complice il desiderio di evadere da una realtà che non poteva soddisfare le mie ambizioni, ho maturato la decisione di trasferirmi in un ambiente diametralmente opposto: Milano. Un sistema sì dinamico ma anch’esso ricco di contraddizioni: prepotentemente competitivo, iper-accelerato, quasi incapace di respirare. In pratica, un ambiente nel quale la gente spesso vive per lavorare.

Questo shift brutale da un sistema all’altro può provocare tuttavia un senso di disagio che induce a riflettere sulla propria vita. La conclusione è che non esiste un sistema più “giusto” di un altro: possono essere entrambi vincenti ma possono essere altrettanto letali, se non approcciati in modo sano.

Nel primo sistema il pericolo è quello di vivere una vita da spettatori e non da protagonisti.

Nel secondo sistema il rischio, specialmente da giovani, è quello di cadere nella trappola fatta di pregiudizi che inculcano la convinzione di dover percorrere una certa strada ancor prima di capire se effettivamente quella strada sia giusta per noi. Viviamo allora in un perenne stato di non presenza, accettando di diventare schiavi del nostro tempo. La nostra vita si satura quindi di appuntamenti e scadenze, andando persino a normalizzare il lavoro fino a tarda ora nella speranza di vivere di più… peccato si finisca soltanto per lavorare di più.

Ecco allora che la figura del Mentor può rappresentare un’ancora di salvezza: qualcuno che ci aiuti a dosare bene tutti gli ingredienti della ricetta evitando un’indigestione e che ci aiuti a costruire un cammino equilibrato per diventare la versione migliore di noi stessi, senza rinunciare alle nostre ambizioni.

Essere Mentor riempie d’orgoglio perché dà la possibilità di mettersi al servizio degli altri, condividendo esperienze dirette e fornendo senza superbia ricette utili a superare momenti di difficoltà, timori, ansie e complessi di inferiorità. In questo percorso ho acquisito la capacità di mettermi in ascolto con umiltà: troppo spesso ci si dimentica infatti che comunicare non significa “fare monologhi” oppure porre domande con la presunzione di conoscere già le risposte.

Un percorso di Mentorship è autentico nel momento in cui diventa un’opportunità di formazione per entrambe le parti, in quanto il lavoro di analisi delle percezioni dei Mentee fornisce al Mentor strumenti di miglioramento personale nonché una lente di ingrandimento sulle nuove generazioni.


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