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Di Data Analytics, Mentoring e gender balance con la Mentor Gloria Massera

di Team Editoriale | M4U

Gloria Massera nasce nel 1989 in provincia di Sondrio. Dopo essersi laureata in Matematica con indirizzo Crittografia e Teoria dei Codici, approda in UniCredit come Cyber Security analyst. Dopo aver ricoperto alcuni ruoli tecnici, a 29 anni, diventa responsabile dell’ufficio di Data Security. Nel 2021 sceglie di abbracciare una nuova sfida ed entra in Banco BPM come responsabile del nascente team di Data Analytics. Al di fuori dell’ufficio la troverete spesso indaffarata ad organizzare viaggi in luoghi remoti o sommersa da libri di arte e design.

Quando parliamo di Data Analytics, di cosa parliamo?
Con Data Analytics intendiamo un insieme di metodologie che mirano a sfruttare il 100% del potere informativo del dato. Includiamo le tecniche di Intelligenza Artificiale che sfruttano Machine Learning, Deep Learning e che arricchiscono il ventaglio di strumenti della statistica classica. Queste tecniche ci danno l’opportunità di generare informazione dal dato nudo e crudo, e con questa informazione supportare la crescita sostenibile della nostra azienda in primis, ma anche della società.
 
Quali sono a tuo parere i percorsi migliori per diventare una/un professionista del tuo settore?
Nel mio settore si mescolano molte professionalità, e il data scientist è sicuramente il re del team! All’interno del mio gruppo però lavorano molte figure diverse: data analyst, data engineer e esperti di settore. Ecco perché ad una solida formazione di tipo statistico e matematico, va abbinata da un lato conoscenze di tipo ingegneristico e informatico, e dall’altro lato le competenze specifiche del settore in cui si opera; nel mio caso è fondamentale collaborare con un esperto del contesto finanziario e bancario che supporti l’ala tecnica nell’interpretazione del significato del dato.
 
Quanto oggi sono ancora radicati stereotipi legati a una maggiore predisposizione maschile verso facoltà STEM?
La mia percezione è che questi stereotipi stiano perdendo terreno. Personalmente credo che ciascuno debba seguire le proprie passioni ed i propri interessi, e debba coltivare i propri talenti. Negli ultimi anni effettivamente mi sono resa conto che sempre più ragazze si sono lanciate in discipline scientifiche e poi in un mondo aziendale prima prevalentemente maschile, e ciò mi rende felice. Se posso aggiungere un commento personale, credo che comunque questo non sia il nocciolo della questione. Credo che il vero gender balance non sia avere lo stesso numero di uomini e donne in azienda, o in posizioni manageriali: credo che il gender balance si ottenga quando ogni persona ha le stesse possibilità di raggiungere una posizione indipendentemente dal suo genere, valutando solo competenze e capacità.
 
Quando hai scelto il tuo percorso universitario e poi quello lavorativo, hai avuto un riferimento/una figura parificabile a quella del Mentor? 
Purtroppo no! Anzi, riguardando il mio passato vorrei aver avuto qualcuno che mi supportasse, soprattutto nella scelta dell’università. Mi sono resa conto solo anni dopo di quante altre possibilità ci fossero nel mondo accademico, sia in termini di percorsi di studio che di sbocchi professionali. Nonostante questo sono molto soddisfatta della mia formazione che ad ora ritengo essere stata una scelta vincente. E ne sono così soddisfatta da aver convinto un cugino più giovane a fare la stessa facoltà… ed è stato un successo!
 
Perché a tuo parere una/un professionista come te dovrebbe fare give back e mettere a disposizione la sua esperienza alle/ai più giovani?
Il give-back è qualcosa che in generale fa parte di me e del mio modo di vedere il mondo. Credo che la condivisione non sia una divisione ma una moltiplicazione. Inoltre in questo periodo storico vedo molti giovani pieni di idee e energia, e riconosco in qualcuno di loro il desiderio di confronto o la volontà di chiarezza su questo mondo del lavoro velocissimo e in cambiamento in cui siamo immersi. Nel tempo però mi sono resa conto che lo scambio che ho con i miei mentee, così come con i ragazzi del mio team, è estremamente costruttivo anche per me in quanto mi permette di avere un punto di vista diverso e fresco, e a mia volta di crescere come manager e come persona.


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