Ho iniziato il mio percorso professionale prima dedicandomi a quello che dovevo imparare più che a quello che mi sarebbe piaciuto fare perché avevo l'impressione che una volta intrapreso un percorso più specifico, mi sarei dedicato meno a completare alcuni contenuti professionali meno adatti a me ma comunque da apprendere in qualche modo. Quindi ho iniziato approcciando le risorse umane e i temi organizzativi, per poi passare ad aspetti più amministrativi e finanziari per poi dedicarmi ai vari aspetti del mondo commerciale: comunicazione, marketing, vendite, ambito questo che poi è stato quello in cui ho trascorso la maggior parte della mia vita professionale.
Ho cambiato diversi settori con la curiosità di vedere aspetti diversi in "industries" diverse, fino a raggiungere una rotondità di esperienze che mi hanno permesso di accedere a posizioni di Direzione Generale.
In concreto, di cosa occupi durante una tua giornata tipo?
Di fatto il tempo lavorativo è composto da vari aspetti: riunioni programmatiche e di processo (per assicurarsi che le priorità di business vengano portate avanti con i contenuti e i tempi necessari), attività prospect (nuove opportunità di business, nuovi prodotti, nuove idee), learning (attività di formazione che possono essere di vario tipo: viaggi, contatti con altre aziende, web-learning, studio, ricerca, ...) e networking (per mantenere le antenne alte e per costruire le relazioni per potenziali collaborazioni) ed infine riunioni istituzionali con stakeholder interni ed esterni. La gestione del tempo è molto importante: programmazione e priorità ne sono la chiave.
A tuo parere, quali sono le skill fondamentali e trasversali per inserire oggi nel mondo del lavoro al di là del percorso che si sceglie di intraprendere?
Direi di sorvolare sugli aspetti tecnici che sono indispensabili ma specifici, di sicuro sono importanti la capacità di lavorare in gruppo, la curiosità di esplorare ed approcciare cose nuove cercando punti di vista diversi, la capacità di raccogliere e selezionare le informazioni. Purtroppo molte cose della vita sono dominate dal concetto di equilibrio e quindi non esiste una ricetta sempre valida e buona per tutti; l'equilibrio è per definizione precario e anche questo è un concetto con cui convivere, infine necessità di uno sforza e quindi energia e motivazione sono indispensabili. Quest'ultima a mio parere è il motore del mondo e se non viene da fuori dobbiamo cercarla dentro di noi. Non sempre grandi imprese ma quel piccolo scatto quotidiano che ci fa dire "ok andiamo avanti".
Quali sono i consigli fondamentali che una/un Mentee dovrebbe dare alla/al propria/o Mentor?
Direi di sicuro la costanza e resilienza: non spaventarsi di fronte alle difficoltà e allo stesso modo di fronte ai primi insuccessi; oggi spesso vengono presentati modelli di ricerca della perfezione che possono rischiare di scoraggiare. Niente di più sbagliato; il percorso professionale è un viaggio di lungo periodo in cui le tappe sono a volte anche casuali o inattese, coltivando formazione e voglia di apprendimento per un bagaglio che non si finisce mai di arricchire.
E quali sono invece le domande che da Mentor ti stimolano maggiormente e che ti fanno sentire “prezioso”?
Le domande più stimolanti riguardano le opzioni di scelta più che la richiesta di una strada da seguire; credo sia compito di un Mentor stimolare la consapevolezza nelle scelte individuali più che indicare una strada ideale, con la certezza che nulla è ineluttabile e nulla è necessariamente per sempre.