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Trend, skills, e professioni del futuro: intervista al Mentor Enrico Santarelli

di Team Editoriale | M4U

Enrico Santarelli è un Manager con oltre 20 anni di esperienza professionale durante i quali si è misurato nella gestione di trasformazioni aziendali e di business sia in realtà di piccole e medie dimensioni, sia in contesti più grandi, complessi e internazionali.
Enrico – fra i top 100 Marketing Leader di Forbes – è da sempre un appassionato di tecnologia e innovazione e da qualche anno lavora assiduamente nel mondo delle startup. 
47 anni e 3 figli (Matteo, Luca e Giorgio), Enrico ha una laurea in Economia e un MBA.
 

Hai una pluriennale esperienza nel mondo Corporate: perché lavorare in questo settore è un’ottima idea?
Io ho avuto la fortuna di misurarmi sia con il mondo della consulenza, sia con quello dell’industria. Ebbene mentre il primo è una straordinaria palestra manageriale in cui formare e riempire la propria “cassetta degli attrezzi”, le aziende sono il contesto ideale in cui mettersi effettivamente alla prova. “Walk the talk” si dice nel mondo anglosassone; passare dalle parole ai fatti potremmo dire da noi. È questa la straordinaria chance che le aziende mettono a disposizione dei professionisti, in contesti in cui, tra l’altro, si entra in contatto con tanta, tantissima umanità vera, avendo la possibilità di rinforzare anche le proprie soft skills e, in particolare, la capacità di costruire legami (auspicabilmente) duraturi nel tempo.
 
Come scegliere in quale azienda lavorare e in quale ambito aziendale inserirsi?
A differenza di tanti miei colleghi, non ho mai pensato alla mia carriera come una linea retta. Piuttosto, come un puzzle, una somma di esperienze diverse funzionali ad avere un profilo umano il più possibile rotondo. E in queste mie esplorazioni - che mi hanno portato a vedere contesti anche molto diversi fra loro - ho capito che alla fine quello che fa davvero la differenza non è tanto il settore o il brand, quanto piuttosto i colleghi con cui lavoriamo che sono sempre determinanti per la felicità delle persone e per il successo o meno di una esperienza lavorativa.
 
Quali sono secondo te i prossimi trend del futuro e le skills necessarie per essere professioniste/i aggiornati, informati e competitivi?
Ci stiamo abituando a un’epoca di ridefinizioni in cui passeremo da una trasformazione all’altra. Ciò che è futuristico oggi, può diventare obsoleto già domani. E visto il turbinio in cui viviamo faccio davvero fatica a identificare un tema più rilevante di un altro. In questo scenario fluido, ritengo che le persone debbano abituarsi a carriere ed esperienze umane continuamente in divenire, in cui qualità come, ad esempio, la capacità di improvvisare possono fare la differenza. Più in generale, giorno dopo giorno, mi sto convincendo che, rispetto all’umanità aumentata dall’utilizzo del digital in cui ci muoviamo, saranno proprio le discipline umanistiche, come la psicologia, la filosofia, etc., a diventare fattore di successo nel futuro prossimo.
 
Come Mentor quali sono a tuo parere le tre parole chiave che devono guidare ogni studente nelle proprie scelte consapevoli?
Permettetemi una divagazione sul tema. Io ritengo che oggi le 4 (e non 3) parole chiave che dovrebbero guidarci tutti sono: necessità di rimettersi quotidianamente in gioco. Come accennavo sopra, non possiamo proprio più permetterci di fermarci. E questo a prescindere dal contesto in cui si opera, sia questo un’università o un’azienda. Quotidianamente, dobbiamo verificare l’attualità delle nostre competenze e dei nostri comportamenti, consapevoli che potremmo trovarci nell’urgenza di “sparigliare”, rimettendo in discussione anche quelle dimensioni che consideravamo fondamentali.
 
Cosa consigli a chi sta studiando e non ha ancora chiaro il suo futuro professionale?
Porsi continuamente delle domande. La qualità della nostra vita dipende dalla qualità delle domande che ci poniamo. Questo è sempre vero ed è in particolar modo vero per gli studenti che hanno la possibilità di plasmare i loro obiettivi e le loro aspettative. In un mondo che cambia e da reinterpretare quotidianamente la cosa migliore (l’unica?) che tutti quanti noi possiamo – e dobbiamo - fare è porci continuamente domande e curiosare nell’universo sempre più multidimensionale che ci circonda.
 

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