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Bisogna sempre essere pronti: l'intervista al Mentor Nicola Ontario

di Team Editoriale | M4U

Nicola Ontario, ha 37 anni e da circa un anno fa parte di Mentors4u in qualità di Mentor. 
Lavora attualmente nella divisione Wholesale Market di TIM dove si occupa principalmente dello sviluppo sia di progetti ad hoc, che di servizi a portfolio per i suoi clienti. La sua attività professionale è iniziata prima in Lactalis come Financial Controller successivamente nella divisione customer development in Unilever a Milano fino a ricoprire, nel 2016, il ruolo di Sales Manager in Sodalis Group. Il suo percorso universitario si è svolto presso l’Università degli Studi di Bari dove ha conseguito una laurea magistrale in Giurisprudenza, successivamente un master full time in Corporate Strategy presso la SDA Bocconi, e dal 2022 sarà un candidate eMBA presso la Luiss Business School. 

Hai gettato le basi del tuo percorso professionale all’Università di Bari: quali sono stati gli aspetti del corso di laurea che hai frequentato che ti porti dietro ancora oggi?
Sicuramente taluni aspetti del corso di laurea hanno influenzato il mio percorso professionale attuale, specialmente quelli attinenti allo sviluppo di competenze a cavallo tra quelle giuridiche e quelle economiche.
Grazie a un’integrazione delle competenze giuridiche con quelle economiche ed economico-aziendalistiche, nonché alla forte proiezione internazionale propria del nuovo percorso di studi della Laurea Magistrale in Giurisprudenza, ho avuto la possibilità di acquisire non solo skills giuridiche, indispensabili per l’esercizio delle professioni legali tradizionali (avvocato, magistrato, notaio), ma anche di tipo economico – finanziario.  
Non solo. Ha permesso di sviluppare in me quelle competenze necessarie per ricoprire quelle figure professionali che, nell’attuale contesto economico e imprenditoriale globalizzato, sono sempre più richieste. Si faccia riferimento, ad esempio, all’esperto in contrattualistica internazionale, alla figura del legal counsel, o del c.d. giurista d’impresa. Nell’attuale posizione lavorativa, per fare un esempio pratico, sovente mi capita di dover entrare nel merito della contrattualistica che propongo ai miei clienti fungendo per loro da supporto, quindi di dover valutare non soltanto il merito giuridico delle clausole in disamina, ma anche gli aspetti finanziari ad esse collegati. Le due competenze (id est: giuridica e finanziaria), in quanto strettamente connesse tra loro, mi permettono di valutare a 360 gradi il contratto proposto e quindi di fare bene il mio lavoro, prospettando una soluzione contrattuale che sia valida sia dal punto di vista che commerciale che dal punto di vista legale e finanziario. 
 
Quali sono state le skill sulle quali hai lavorato successivamente e appreso sul campo, lavorando?
Prima di entrare nel merito della mia formazione, skills, ci tengo molto a evidenziare quanto sia estremamente importante la formazione, intesa come struttura, come forma mentis, sia per entrare nel mondo del lavoro quindi percorsi universitari, ma anche successivamente e durante la carriera con percorsi di alta formazione, come ad esempio MBA.  
Nel 2009, dopo aver conseguito la laurea e prima di approdare in una delle scuole più importanti al mondo di management, SDA Bocconi, ho deciso di colmare uno dei gap che mi avrebbe precluso eventuali proiezioni di carriera internazionale. Mi riferisco alla conoscenza fluente della lingua inglese. 
Per questo motivo ho deciso di trasferirmi per 3 mesi a Londra dove ho seguito un percorso intensivo presso la University of Greenwich.
Successivamente, ho intrapreso il percorso accademico presso la SDA Bocconi, grazie a cui ho sviluppato skills di analisi economica sulla gestione delle imprese.
Certamente è stato il percorso che, in assoluto, ha completato la mia struttura accademica, consentendomi di rivestire il ruolo che attualmente ricopro. (Corporate Strategy, Finance, Statistica).
Come suddetto, e sempre in ottica di continua formazione - condicio sine qua non per avere una visione professionale “trasversale” sul business – inizierò un executive MBA presso la Luiss Business School nel 2022.
A conclusione, rimarco ancora: “Nel lungo termine le performance migliori dipendono da una formazione migliore”.
 
Cosa consiglieresti a chi desidera lasciare la propria città, la propria regione per trasferisci altrove? Cosa non dimenticare mai? E a chi invece desiderare rimanere nella propria terra d’origine, cosa suggerire?
La scelta di lasciare la propria città non è mai indolore, quindi bisogna avere una forte dose di coraggio. Nel mio caso, l’ambizione di una carriera internazionale mi ha portato a guardare oltre la mia regione di origine. Tale scelta è obbligata soprattutto per chi vive al sud. Tuttavia, non bisogna mai dimenticare la cultura di origine e le proprie tradizioni perché contribuiscono alla formazione del proprio DNA professionale e influiscono sulle future scelte lavorative.
A coloro che decidono, invece, di rimanere nella propria città di origine consiglio di essere audaci e di non scoraggiarsi mai, perchè bisogna sempre inseguire i propri sogni. Del resto, “ciò che è destinato a te, troverà il modo di raggiungerti”. Se c’è tenacia, se c’è voglia di impegnarsi, studiare e crescere e non si cede mai ai momenti di sconforto o stanchezza, prima o poi il mercato del lavoro ripaga il tuo impegno.
E poi, è meglio essere delusi per aver tentato, che avere rimorsi per non averci provato.
 
Lavorare nel settore corporate: cosa aspettarsi? 
In termini di formazione, si ha la possibilità di imparare il modo migliore per svolgere le proprie mansioni. Il tuo capo diventa il tuo Mentor, che ti consegna, se te lo meriti, i suoi anni di esperienza e questo ti permette di imparare, crescere, con una marcia in più rispetto agli altri.
 
Quali sono gli aspetti più stimolanti di lavorare in un’azienda? 
Uno degli aspetti più stimolanti di lavorare in un’azienda è sicuramente la possibilità di apprendimento e di crescita professionale. Avere la visibilità del percorso di carriera, ti stimola e tranquillizza allo stesso tempo. Vedi ciò che puoi diventare, nella consapevolezza che raggiungere quell’obiettivo che già vedi, dipende esclusivamente da te.
Se poi hai la possibilità di lavorare per una grande azienda, o addirittura per una multinazionale, porti con te per sempre il prestigio di lavorare per un brand noto e questo fa la differenza quando ti proponi al mercato del lavoro.
Inoltre, l’aspetto che personalmente trovo più stimolante di tutti è la complessità che si porta dietro un ruolo corporate: dalla gestione di difficoltà operative giornaliere, alla possibilità di contribuire alla definizione e realizzazione delle strategie di business a medio e lungo periodo, chi si occupa di corporate deve sempre e costantemente avere un occhio al futuro dell’azienda, senza mai tralasciare il dettaglio che fa la differenza in ogni occasione.
 
Quali invece a tuo parere possono essere meno entusiasmanti?
Lavorare per una azienda che sia piccola e/o grande può in talune situazioni rendere il tuo ruolo molto specializzato, ed è qui che ciascuno deve fare leva sulle proprie motivazioni originarie. 
Bisogna essere pronti a uscire dalla propria “confort zone” e mettersi continuamente in gioco. 
 
Nello specifico, quali sono le attività di cui ti occupi? Com’è strutturata una giornata tipo?
Il mio è un ruolo particolare, in cui spicca la necessità di competenze tecniche specializzate e di esperienza, al fine del raggiungimento del “goal”. Obiettivo è quello di sviluppare sia progetti ad hoc, che servizi a portfolio per il mio cliente, con il supporto sia di un team Presales Manager, e di un team di Project Manager, predisponendo quindi soluzioni c.d. chiavi in mano. 

Quando ci si prepara ad un colloquio, al di là dell’ambito per cui lo si sta per sostenere, come approcciarsi a quel momento e ad una eventuale risposta negativa?
Mi preme premettere che presentarsi preparati ad un colloquio è fondamentale.
In primis, è una forma di rispetto nei confronti dell’intervistatore, in secundis, è una forma di rispetto per la nostra professionalità e per tutto il lavoro che c’è alle spalle di quell’intervista. 
L’approccio deve essere sin da subito professionale e improntato al realismo.
È necessario, per entrare nel merito, aver analizzato la società che pone in essere l’intervista (ad esempio, attività, dimensioni, mercato di riferimento, competitors ecc) e soprattutto la posizione lavorativa eventualmente ricoperta. Soprattutto con riferimento a tale ultimo dato, è necessario, sulla base della posizione lavorativa “aperta”, indirizzare le proprie risposte in guisa da carpire l’interesse del recruiter il quale, al termine, sarà convinto che le skills e le attitudini professionali del candidato sono perfettamente in linea con ciò che la società cerca.
Tuttavia, bisogna sempre essere pronti, soprattutto all’inizio, a ricevere un’offerta diversa da quella che ci si aspetta (da qui il riferimento al realismo) o addirittura un no, a fronte del quale, bisogna cogliere le motivazioni addotte dalla società intervistatrice, al fine di migliorarsi per una eventuale opportunità futura.

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