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"Mantenere una visione d’insieme del progetto": i consigli e il percorso del Mentor Paolo Mattiello

di Team Editoriale | M4U

Il Mentor Paolo Mattiello è un Executive Director nel team di M&A di Morgan Stanley a Londra, a cui si è unito dopo aver completato un MBA presso la London Business School ed aver lavorato presso 21 Invest e Vitale & Co. 
Ha conseguito la laurea magistrale in Economia e Legislazione per l’Impresa (CLELI) presso l’Università Bocconi e la laurea triennale in Economia e Commercio presso l’Università degli Studi Padova.
Gli abbiamo fatto un po’ di domande sul suo lavoro e ci siamo fatti dare qualche consiglio per chi desidera intraprendere il suo percorso.

Nell’M&A, l’ambito in cui lavori, quali sono le skill necessarie che bisogna sviluppare a livello personale e professionale, che agevolano le operazioni in M&A, in particolar modo quelle più complesse?
Sono molte e variegate, dall’abilità di saper gestire la pressione fino alla capacità di mantenere il focus e performare per lunghi periodi. Credo però che forse la skill più importante sia quella di mantenere una visione d’insieme del progetto. Specialmente da junior è facile perdersi nella task singola, mentre è essenziale considerare come i vari pezzi sono interconnessi l’uno all’altro, in modo da poter da poter preparare le giuste tattiche negoziali; prima di prendere una decisione, bisogna pensare alla potenziale risposta della controparte e quindi alla prossima mossa, un po’ come negli scacchi. Ai Mentee suggerisco di imparare a staccare per un momento da quello che si sta facendo e fare un passo indietro per riflettere: la prospettiva cambia radicalmente.
 
Parlando sempre del tuo settore: qual è la cosa che c’è da sapere e non si studia sui libri/non viene spiegata durante le lezioni all’Università?
Ci ho pensato molte volte, e credo sia la capacità di imparare dai fallimenti. Sin da piccoli ci viene insegnato di puntare al massimo; purtroppo la realtà dei fatti e che a volte fare il massimo non è sufficiente, nella carriera lavorativa ci saranno dei fallimenti, l’importante è come questi vengono gestiti. Ma non sempre sappiamo affrontarli nella maniera giusta e ci focalizziamo solo sul come evitarli invece che sull’imparare da essi. Durante la mia carriera ho fatto innumerevoli sbagli, ma posso dire di avere imparato molto di più da questi che non dai successi. I successi sono dati per scontato, gli errori sono invece preziosi. 
 
Quali sono le domande che più spesso ti senti porre da studenti e studentesse in merito a percorsi di carriera e tuo settore lavorativo? Qual è il consiglio che daresti a chi vorrebbe ricalcare le tue orme?
Molti studenti mi chiedono cosa serve per avere successo durante le interview; ripeto spesso di ricordare che i colloqui non sono fatti per trovare robot capaci di fare calcoli perfetti, ma per assumere persone; persone con hobby, famiglia ed amici. Quello che voglio dire è che essere un top performer non è sufficiente e che non si deve sottovalutare l’aspetto umano di questo lavoro, si passano così tante ore assieme che questo elemento diventa determinante nel processo di selezione ma anche per avere successo una volta assunti. Questo è più che mai un people business.
 
Sei partito con i tuoi studi da Padova per poi spostarti a Milano, a Londra. Ai/alle fuorisede, e ai/alle Mentee che si sono appena trasferit* in una città diversa dalla loro, quali suggerimenti dai? Qual è la prima cosa da fare quando ci si trasferisce in un nuovo posto? E quando si è scarichi, che si pensa che non ce la faremo e che è tutto difficile, su cosa bisogna focalizzarsi per reagire e non farsi abbattere?
Le esperienze da fuori sede sono state incredibilmente utili alla mia formazione; essere in una città diversa dalla propria e lontano dalla famiglia in un ambiente nuovo ti porta a responsabilizzarti. Come prima cosa suggerirei agli studenti fuori sede di crearsi una rete sociale, partendo dai compagni di corso; lo studio è assolutamente importante, ma tanto quanto lo sono le relazioni personali. Quando ero a Milano avere un nutrito numero di amici mi ha aiutato infinitamente a sentirmi parte di una famiglia anche se la mia era lontana. E molti dei miei amici ora sono colleghi o professionisti con cui lavoro. 
I momenti di sconforto sono normali, bisogna affrontarli con la consapevolezza che sono temporanei focalizzandosi sulle cose che ci fanno stare bene.
 
Qual è la lezione più importante che l’esperienza in tutti questi anni ti ha lasciato e della quale fai tesoro?
Un MD senior di Morgan Stanley una volta mi disse che questo lavoro è una maratona e non uno sprint; nel corso degli anni ho capito il vero significato di questa frase. Per avere successo in banking, ma questo è vero in altri ambiti, trovare il giusto bilanciamento tra vita lavorativa e personale è essenziale; questo non sarà mai un lavoro d’ufficio dalle 9 alle 17, ma si deve comunque trovare tempo per la famiglia, lo sport e gli amici. Solo così si potrà essere felici e di riflesso capaci di dare il 100% di sé stessi.  

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