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Come entrare nel mondo del lavoro in modo consapevole?

di Team Editoriale | M4U

La Mentor Cecilia Papini è laureata triennale e magistrale in Chimica Bioinorganica e Supramolecolare all'Università di Pavia con prima esperienza all'estero presso l'Université Grenoble Alpes e tirocinio di tesi presso il Collège de France di Parigi. Lì ha continuato le ricerche tramite un PhD, studiando l'utilizzo di enzimi per la produzione di idrogeno verde. In parallelo, si è avvicinata al mondo del business attraverso un percorso ad INSEAD. La sua prima esperienza lavorativa italiana è stata come Junior Associate presso McKinsey & Company, per poi entrare nella Hydrogen Business Unit di Snam dove lavora attualmente.
Le abbiamo fatto qualche domanda sul suo percorso di studi e su come approcciarsi al mondo del lavoro in maniera consapevole.

Il tuo percorso ha al centro la materia scientifica: quando te ne sei innamorata? Come i tuoi studi hanno impattato sul tuo percorso lavorativo?
Sono sempre stata curiosa, osservatrice; credo durante gli ultimi anni di Liceo di aver realizzato che la Scienza risponde a tante domande e altrettante ne genera, ed è forse proprio questo il lato affascinante. Mi sono sempre piaciute le materie complesse che generano domande, stimolano il pensiero e la curiosità. 
Penso che il mio percorso nell’ambito scientifico mi abbia insegnato ad avere uno sguardo analitico e a scomporre i problemi in maniera strutturata. 
La mia esperienza nella ricerca mi ha indubbiamente aiutato a liberare il gusto per il problem solving, la vita quotidiana in laboratorio è infatti costituita in gran parte di imprevisti. 
 
Perché le ragazze non devono "aver paura" di non sentirsi all'altezza o "abbastanza" per affrontare un percorso STEM?
Non sentirsi “abbastanza” succede a tutti, forse a noi donne un po’ di più? Non lo so, ma questo deve essere solo un motore di miglioramento e uno stimolo a superarsi, non una ragione per mollare. 
Per il resto, non credo che per una ragazza oggi, in questa parte del mondo, ci siano limiti oggettivi per i quali dovrebbe evitare un percorso STEM.

Quando e dove consigli di fare un dottorato? A chi potrebbe essere utile proseguire gli studi dopo la laurea specialistica?
Come tempistica consiglierei di fare il dottorato come proseguimento naturale del percorso universitario, quindi a seguito della Laurea Specialistica/Master. 
Sul luogo, non credo vi sia una risposta univoca; in linea generale sempre meglio scegliere un istituto riconosciuto nella disciplina di interesse. Inoltre, mi sentirei di suggerire di non trascurare la scelta del luogo come posto in cui vivere per almeno tre anni… Personalmente, scelsi Parigi sia per la presenza di un laboratorio di eccellenza nell’ambito di mio interesse, sia perché, uscita di lì, nessun luogo avrebbe potuto farmi sentire così viva - elemento non trascurabile in anni così complessi come quelli di un PhD. 
Potrebbe essere utile a chi avesse voglia di immergersi in un’esperienza di ricerca per poi continuare nella carriera accademica, ovviamente, ma anche per chi, come me, volesse affrontare un percorso di ricerca per approfondire un tema di interesse e per sviluppare competenze trasversali che saranno poi utili in qualsiasi ambito lavorativo. Parlo di gestione di un progetto, delle collaborazioni, risoluzioni di problemi e di quella tanto oggi nota resilienza. 

Quali sono i consigli fondamentali a tuo parere che una studentessa/uno studente dovrebbe ricevere perché possa entrare nel mondo del lavoro in modo più consapevole?
La fase che precede l’ingresso nel mondo del lavoro è un periodo complesso e ricco di esperienze, che presenta delle sfide molto diverse tra loro e inevitabilmente uniche per ciascuno.
Non è quindi facile dare suggerimenti che valgano per tutti allo stesso modo; ma, anche qui la curiosità è un grande aiuto.
Essere curiosi per me ha sempre significato porre tante, tantissime, domande sulle cose che non conoscevo (e non conosco). E ai tempi dell’università una cosa che sicuramente non conoscevo era il mondo del lavoro.
Tuttavia, ritengo fondamentale riuscire a farsi un’idea delle possibilità che si avranno una volta terminato il percorso di studi prima del momento di scegliere e questo vale - a maggior ragione - anche per coloro che hanno iniziato gli studi pensando di sapere già quello che vorranno fare in futuro.
Il mio suggerimento è: fate una marea di domande a tutti - professori, genitori, fratelli e sorelle, amici, amici di amici, emeriti sconosciuti, professionisti affermati e chiunque altro vi capiti a tiro - perché farsi un’idea quanto più chiara di cosa potrà riservarvi il futuro aiuta moltissimo. Sicuramente Mentors4u è un canale molto prezioso per indirizzare molti dei dubbi. 
Una volta raccolte abbastanza informazioni è possibile fare una scelta parecchio importante (il primo lavoro!) in modo un po’ più consapevole.
Naturalmente se si ha l’occasione di provare, attraverso stage, tirocini o altro, meglio ancora. A volte, un lavoro può sembrare fantastico se descritto a parole, ma poi nel concreto si rivela una noia mortale (a questo proposito si tenga conto che tutto è relativo: quello che piace a me, potrebbe non appassionare altri).
L’importante è arrivare al momento di scegliere con qualche idea e potersi assumere la responsabilità della propria scelta.
Allo stesso tempo, sostengo ci sia sempre la possibilità di cambiare direzione, nel caso in cui uno ne senta il desiderio.

 
Nella tua esperienza, chi ti ha aiutata durante gli studi a riflettere sul tuo futuro? Chi ti supporta quando hai necessità di confronto oggi?  
Ho sempre cercato in maniera piuttosto attiva delle figure di mentore. Con i miei Professori, la mia famiglia e gli amici mi sono spesso confrontata sulle scelte da prendere sul mio futuro.
In generale, dalle persone che stimo ho cercato sempre consigli e feedback, e continuo a farlo.
 

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