Partendo da varie domande inviate dai Mentee prima dell’incontro e seguendo poi con un attivo Q&A, sono stati toccati molti aspetti del settore, dalle molteplici fonti di finanziamento di questo ambito, in cui è emerso come siano sempre più i fondi d’investimento a farla da padrone a discapito delle banche più “tradizionali”, alle possibilità di quotazioni in borsa, ad oggi non molto ricercate perché considerate da molte aziende cariche di rischi e ostacoli.
È poi stato approfondito come stiano reagendo i fondi di Private Equity e i Venture Capital alla difficile situazione geopolitica attuale, costellata di incertezze e costi crescenti. Secondo Anna Gervasoni, nonostante il quadro macroeconomico non sia da annoverare tra i più rosei per la società europea e mondiale, in Italia ci sono ancora svariate possibilità di interessanti operazioni di finanza straordinaria. Il tessuto aziendale del Belpaese, infatti, è composto prevalentemente da aziende medio-piccole, capaci di fornire prodotti e servizi di grande qualità: in un contesto simile i fondi riescono a fornire un’accelerazione alla crescita apportando competenze manageriali e grande abilità nelle operazioni di M&A.
Nel corso della Coffee Chat, oltre a parlare del settore dal punto di vista meramente economico-finanziario, è stato poi anche spiegato come si possa entrare effettivamente a farne parte da aspiranti professionisti. La Direttrice ha confermato come le operazioni di Private Equity e Venture Capital richiedano un elevato grado di esperienza finanziaria e manageriale, per cui è pressoché necessario svolgere qualche anno di lavoro in società di consulenza o in banche d’affari.
Ciononostante, rimane valido il credo che forse funge da comune denominatore tra tutti i Mentee selezionati, ovvero la fondamentale importanza di aggiornarsi, approfondire ed alimentare la propria curiosità in autonomia, facendo rete con altri giovani che coltivano le stesse ambizioni.
Data la specificità e il focus richiesto da molte operazioni di finanza straordinaria, sono poi spesso molto apprezzate anche figure verticali in specifici settori (ad esempio biotech, Web3 o energie rinnovabili), che siano in grado di affiancare a competenze strategiche anche nozioni e concetti tecnici da non trascurare in ottica di valutazione di investimenti così settoriali.
Per concludere, sono stati oggetto di discussione anche due grandi temi di disuguaglianza che storicamente hanno afflitto il nostro Paese: la carenza di figure professionali femminili nel settore e il divario nord-sud.
In merito al primo problema, Anna Gervasoni ha chiaramente riportato come il Private Equity e il Venture Capital siano storicamente dominati da professionisti di sesso maschile. Alla luce della sua visione e dalla posizione che ricopre, la soluzione risiede nel garantire Pari Opportunità in partenza ai lavoratori. Ciò permette di andare a lavorare sulla causa di questa storica asimmetria e non solo sugli effetti finali, come invece propongono di fare le quote di genere.
Per quanto riguarda la differenza di sviluppo tra nord e sud Italia, evidente anche nel PE e nel VC, Anna Gervasoni ha posto l’attenzione su come questi tipi di investimenti appartengano a una finanza di prossimità: visitare le aziende ed essere a contatto con chi ci lavora è chiave per garantire il successo delle operazioni.Per questo motivo, la riduzione del divario richiede un’uniforme distribuzione territoriale dei fondi di PE e VC, attualmente locati in netta maggioranza al nord, soprattutto in Lombardia, dove, non a caso, si concludono la maggioranza delle operazioni.
Un’ora intensa e partecipata, capace di alimentare scambi di conoscenze di grande valore, fondamentali per giovani studenti che stanno approcciando il mondo del lavoro.
Un grazie particolare alla Dott.ssa Gervasoni per la disponibilità e la chiarezza nel condividere con noi parte della sua esperienza, e a Mentors4u, tassello chiave per l’organizzazione di CoffeeChat sempre stimolanti e avvincenti come questa.