L’incontro è poi proseguito con il Senior Mentor che ci ha raccontato la sua storia – ripercorrendo quelle che sono state le tappe chiave della sua carriera e cercando di estrarre da ognuna di esse insegnamenti e consigli per noi Mentee che aspiriamo ad una carriera nel Private Equity. Un punto chiave – che il professore ha evidenziato più volte durante il racconto – è il cosiddetto “Gradiente di apprendimento”, il quale deve essere criterio guida per le scelte ad inizio carriera.
Il Senior Mentor ci ha raccontato di come si sia trasferito da Reggio Calabria a Torino, dove ha conseguito una Laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino. Al termine di questa esperienza, grazie ad un progetto di tesi in azienda, ha sentito il bisogno di espandere la sua conoscenza in ambito economico. Questo è stato il driver che lo ha spinto a conseguire un MBA all’Università Bocconi, dove grazie ai suoi brillanti risultati gli è stata offerto un incarico per insegnare nello stesso corso da cui si era appena diplomato.
Terminato l’MBA, il Senior Mentor è entrato in Olivetti – allora una delle aziende più importanti al mondo del proprio settore – in una posizione di pianificazione aziendale.
Dopo un’esperienza in Italia, la stessa Olivetti propone al professor Mammola una nuova esperienza negli Stati Uniti, dove nello stesso tempo ha la possibilità di frequentare un corso a Stanford.
Lo step successivo nella sua carriera è il passaggio chiave che dà inizio alla carriera del Senior Mentor nell’ambito del Private Equity: inizia a lavorare nel fondo di Jody Vender, “padre” del Private Equity italiano, per poi passare in Banca Paribas, dove cresce professionalmente fino a diventare primo partner non francese.
In seguito al takeover ostile della Banca francese da parte di BNP, il professore si sposta a Londra – dove diventa co-head di un fondo interno a Bank of America, con focus di investimento su tutta Europa. In seguito, nel 2006 il team che gestisce il fondo avvia le trattative per dividersi da Bank of America. Nasce Argan Capital, un fondo di Private Equity con sede a Londra – con focus specifico su Italia, Francia, Paesi Nordici ed Europa dell’Est.
L’ultimo passaggio chiave della sua brillante carriera nel settore del Private Equity è stato il passaggio al Fondo Italiano d’Investimento in seguito ad un’offerta fatta dai vertici della Cassa Depositi e Prestiti. Siamo rimasti colpiti da come, durante tutto lo sviluppo della sua carriera, il Senior Mentor abbia portato avanti parallelamente la carriera accademica, insegnando in diversi corsi all’Università Bocconi – nella quale ora insegna “Innovation & Technology Management”. Il professor Mammola ha concluso il racconto riguardo tutta la sua carriera enfatizzando come proprio la passione per l’insegnamento sia stato uno dei driver principali che lo ha accompagnato per gran parte della sua vita.
Nella seconda parte dell’incontro, il Senior Mentor ha risposto alle nostre domande ed elaborato su concetti estrapolati dal suo precedente racconto. In primis, ci ha ricordato che conoscere gli strumenti finanziari è importante per intraprendere una carriera nel settore, ma non è sufficiente. Chi lavora in Private Equity deve essere un profondo conoscitore di aziende e persone. Dunque, è necessario apprendere appieno come funzionano le aziende prima di approdare nel settore. Per questo motivo, è ideale (e comune) iniziare la carriera in consulenza o in banche di investimento per poi passare in Private Equity. Una valida alternativa a questo percorso propedeutico per una carriera in PE è rappresentata da un’esperienza lavorativa in una azienda, ma in questo caso suggerisce di far parte di una azienda complessa, internazionale, innovativa e ad alto contenuto tecnologico. Infine, iniziare la propria carriera direttamente in Private Equity non è sconsigliato, ma in questo caso è ideale entrare subito a far parte di un fondo strutturato e con un team esperto, altrimenti questa esperienza potrebbe non qualificare sufficientemente coloro che ambiscono ad una carriera nel settore.
L’incontro si è concluso con una riflessione sulle “skills” necessarie per emergere nel processo di selezione: buona padronanza degli strumenti finanziari e informatici, ma non solo. Il candidato ideale è brillante e, al tempo stesso, dispone di prontezza e versatilità. Quest’ultima si evince dal curriculum quando il candidato dimostra di avere interessi ed esperienze diversificati. Il professor Mammola ha infine consigliato la lettura di “Barbarians at the gate”, un libro che racconta della nascita del Private Equity e permette di capirne le origini.