Qualora ciò non basti, c’è sempre la possibilità di chiedere consiglio a colleghi più esperti, anche all’estero: quando Umberto si è trovato ad avere a che fare per la prima volta con il trading energetico, ha potuto beneficiare dell’esperienza e dei consigli di un collega di McKinsey France.
La cosa che più colpisce è, però, la varietà di situazioni che ci si trova ad affrontare come consulente: trasformazioni aziendali, problemi di profittabilità, transizione all’e-commerce, ingressi in nuovi mercati... In consulenza non si smette mai di imparare e di sperimentare la novità!
Si è inoltre parlato del processo di selezione e di come prepararsi al meglio per l’ingresso in consulenza strategica. Oltre ad un ottimo profilo accademico, contano molto esperienze quali un internship o uno scambio internazionale. Queste aiutano a sviluppare soft e hard skills che tornano utili tanto nel processo di selezione quanto nel lavoro di consulente. Conta molto anche come ci si approccia al processo di selezione: è consigliato lavorare sulla struttura del CV ed evitare lettere motivazionali eccessivamente dispersive.
È necessario poi allenarsi ad affrontare i casi aziendali, sviluppando un modo di ragionare strutturato e analitico. Esercitarsi attraverso mock interviews e incontri con altri aspiranti candidati aiuta ad acquisire a familiarizzare con l’approcio aumentando il proprio grado di padronanza per affrontare al meglio i business cases senza farsi prendere dall’ansia.
Un aspetto da non trascurare sono poi le domande con cui si chiede al candidato di raccontarsi: in McKinsey si vuole capire il candidato, il suo carattere e le sue inclinazioni, ossia la persona che si cela veramente dietro un CV.
L’incontro si è concluso con una riflessione più generale sulla scelta della propria carriera. Non bisogna fermarsi al brand, ma capire cosa si nasconde dietro di esso. La consulenza è un costante “stretching intellettuale”, aiuta a sviluppare profili distintivi molto apprezzati nel mercato, ma bisogna anche tenere presente che è un lavoro intenso e coinvolgente, lo si potrebbe definire ‘ adrenalinico’, in cui i ritmi sono molto sostenuti e il cambiamento è continuo. Gli ultimi anni di università e quelli immediatamente successivi alla fine degli studi devono quindi essere l’occasione per sperimentare, attraverso stage e internship, settori e lavori diversi, al fine di capire cosa piace realmente e per cosa si è portati.