Dalle prime lezioni ho capito che il metodo svizzero, o per lo meno quello ZHAW, era un po’ diverso da ciò a cui ero abituato. Oltre che ad uno studio intenso e dettagliato, consideravano molto anche la partecipazione in aula, i lavori di gruppo ed i role plays talvolta organizzati. Questo mix di studio teorico e di pratica, mi ha aiutato a capire come applicare il contenuto dei libri a situazioni di business reale. Inoltre, l’attiva partecipazione degli studenti, contribuiva a rendere le lezioni più vivaci ed interessanti, per non parlare, a volte, della nascita di veri e propri dibattiti. Una mattina, durante il corso di International Negotiation, abbiamo speso gran parte della lezione discutendo dell’indipendenza della Catalogna con studenti in scambio da Barcellona.
Lo scambio in Svizzera non è stato solo studio e lavoro. Anche lo svago, giustamente, ha avuto la sua parte. I trekking sulle alpi, i bagni nel lago, le cene a base di fonduta, raclette e rösti e le sciate con gli amici, sono una parte indelebile dell’esperienza. Viaggiare ti apre la mente. Permette di vedere il mondo da un’altra prospettiva e di conoscere persone che affrontano i tuoi stessi problemi in maniera totalmente differente. D'altronde la cultura non nasce insita nelle persone. È qualcosa che impariamo vivendo, per lungo tempo, a contatto con determinati usi e costumi. Molti nostri comportamenti sono effetto della cultura di cui facciamo parte e riteniamo che essi siano giusti solo perché ci è stato insegnato così. Viaggiando, invece, capisci che esistono mille e più modi per affrontare uno stesso problema.
Professionalmente, la Svizzera mi ha insegnato ad applicare la teoria alla pratica ed a gestire il mio tempo in maniera ottimale. Il tempo. Un altro elemento fondamentale della cultura svizzera. Personalmente, ho imparato a guardare il mondo con più occhi. Talvolta da Italiano, talvolta da straniero.