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Storie di Mentee: Il nostro Mentee Christian Esposito racconta la sua esperienza di studente e co-fondatore di Musa Srl

di Christian Esposito | Magazine M4U

Sono un allievo magistrale della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e co-fondatore di Musa Srl, una start up che vuole rendere l’apprendimento musicale più intuitivo e divertente. Stiamo costruendo un gioco in 3D adatto per pc, tablet o mobile letteralmente suonando uno strumento reale: il bambino, invece che interagire premendo lo schermo del tablet, si interfaccia con il gioco attraverso la musica che produce.  

Funziona grazie ad un algoritmo di riconoscimento che capta in tempo reale le frequenze emesse dallo strumento: riusciamo a costruire così un metodo didattico avvolto nel gioco affinché il bambino studi divertendosi. Vorremmo diffondere maggiormente l’educazione musicale, superando il primo periodo di esercizio meno divertente, che tanto scoraggia chi comincia.
Iniziare non è stato semplice: il Sant’Anna richiede frequenza a 3 corsi in più rispetto all’università statale all’anno, ad un corso di lingua e una tesina da discutere annualmente di fronte ad una commissione; pertanto il tempo libero scarseggia. L’agio del percorso, inoltre, dipende in gran parte dai compagni di viaggio scelti: se la squadra è forte si ottiene motivazione reciproca per proseguire anche nei momenti personali più difficoltosi. Per me l’aspetto più complicato è stato rinunciare ad un appello per riuscire a partecipare ad un concorso con la start up (che alla ne abbiamo vinto): è arduo venire a patti con il tempo, con le possibilità e soprattutto con il proprio orgoglio. Ogni scelta che si compie, soprattutto se si vivono più percorsi contemporaneamente, implica sacrifici, implica dire di “no”; illudersi di potere fare tutto è la ricetta migliore per naufragare, a mio parere.
Questo non ostacola certo il seguire le proprie passioni, basta non esserne governati: uno dei criteri a cui mi sono sempre riferito è il tentativo di capire quale sia l’impatto che voglio avere sulla realtà che mi circonda, che cosa voglio fare concretamente nei miei giorni, non in relazione agli oggetti o agli onori che un certo ruolo permette di collezionare. In breve, concentrandomi su ciò che voglio essere, non su ciò che voglio avere. Siamo sempre vincolati ad urgenze incalzanti che possono portarci lontano da ciò che siamo, o a non chiederci mai chi siamo; seguire le proprie passioni in maniera ragionata permette l’acquisizione di una visione di lungo periodo, consentendo di raggiungere anche ciò che per la propria realizzazione è più importante.
Penso sia rilevante, in questo, essere consapevoli di sé: fallire rappresenta un momento formativo. “Andare avanti a tutti i costi” denota un atteggiamento che può indurre ad ignorare ciò che possiamo imparare dal fallimento. D’altra parte, esserne costantemente preoccupati impedisce di vivere al meglio il presente. Sperimentando l’insuccesso è necessario il coraggio di concedersi il giusto tempo per riflettere. In relazione a questo aspetto, l’ambiente che ci circonda ha un ruolo significativo: non dobbiamo solo essere indulgenti verso noi stessi per permetterci di essere creativi, ma anche verso gli altri. Penso sia un passo culturale molto importante per consentire la crescita di startup nel Paese.
Dialogare con il mio Mentor, Edmondo Barletta, è stato fondamentale. Molti di questi pensieri li ho elaborati insieme a lui: mi ha permesso di essere più realistico ed efficace nelle mie scelte, oltre a darmi consigli concreti di sviluppo e maggiori informazioni sul mondo del lavoro. In questo, Mentors4U offre un servizio decisivo: è molto complesso comprendere cosa significhi concretamente occupare certe posizioni o lavorare in determinati contesti. Ciò che le presentazioni aziendali, le descrizioni di siti ben costruiti o gli annunci di lavoro non colgono è la vita che si cela dietro ai ruoli e ai titoli; forse, quindi, l’unico elemento veramente essenziale. 


Team Mentors4u

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