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Quale Futuro? #studiaregiurisprudenza

di Team Editoriale | M4U

Un approfondimento realizzato con il supporto della Community M4U dedicato a studentesse e studenti delle Superiori per fornire testimonianze concrete di chi, prima di loro, ha intrapreso determinati percorsi di studio. ​
Oggi Filippo Saverio Cimento ci parla della sua esperienza c/o la facoltà di Giurisprudenza dell’Alma Mater Studiorum.

Che metodo hai usato per scegliere la facoltà universitaria?
Credo che sia stato fondamentale il bilanciamento tra l’analisi delle mie capacità e delle mie inclinazioni e la comprensione delle mie aspirazioni ed ambizioni. Alla base di questo bilanciamento vi è una profonda riflessione su se stessi, sul proprio carattere, le proprie qualità e i propri difetti. 
Nel mio caso, avevo constatato una scarsa attitudine verso le materie quantitative, e tuttavia avevo un forte interesse verso le scienze sociali in generale e le questioni politiche in particolare. Scartando quindi le facoltà scientifiche, avevo ristretto il campo a tre facoltà: Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche.
Scartai Economia perché ritenevo che potesse essere troppo quantitativa per me e che quindi non mi avrebbe permesso di essere brillante come volevo. Scartai in seguito Scienze Politiche perché mi accorsi che gli sbocchi lavorativi offerti da questa facoltà erano garantiti anche da Giurisprudenza, mentre la maggior parte degli sbocchi offerti da Giurisprudenza non erano accessibili con una laurea in Scienze Politiche.
 
Da quali materie principali è composto il piano studi del tuo corso di laurea?
Il piano di studio è composto principalmente da materie giuridiche. Il fulcro del percorso attiene ancora alle fondamenta dell’ordinamento giuridico, comprendendo pertanto i tre grandi filoni del diritto sostanziale e quindi Civile, Penale ed Amministrativo, unito alle materie processuali.
La facoltà di giurisprudenza, tuttavia, offre un’ampia gamma di esami opzionali, in cui lo studente ha la reale possibilità di indirizzare il proprio percorso verso l’ambito che più lo interessa, tra cui quello internazionale, europeo, commerciale, bancario, finanziario…
 
Potresti elencarci e spiegare gli sbocchi lavorativi che si possono conseguire dopo la tua laurea?
Anzitutto le tre professioni classiche del giurista: avvocato, magistrato e notaio. 
La professione forense sta vivendo da più di vent’anni una forte crisi in Italia, principalmente dovuta all’eccessivo numero di professionisti in attività. Tuttavia, è ancora possibile riuscire ad emergere in questo ambito, e negli studi più tradizionali, magari accompagnando la professione ad un’attività di ricerca accademica, e soprattutto negli studi internazionali d’affari. Questi ultimi rappresentano ancora una parentesi dorata del mondo dell’avvocatura, offrendo prospettiva di crescita, retribuzioni e responsabilità molto interessanti.
Alla professione di magistrato si accede per concorso, forse il più difficile in Italia. Il concorso è bandito circa ogni due anni e i posti messi a bando sono di solito poco più di 300. Per accedere al concorso è necessario seguire un iter post-laurea obbligatorio che prevede strade alternative: il dottorato di ricerca, il tirocinio in tribunale, la Scuola di Specializzazione per le professioni legali, l’avvocatura. Una volta vinto il concorso si accede alla prestigiosa professione, divisa in due rami, tra i quali tendenzialmente si può scegliere: magistratura giudicante, magistratura inquirente. All’interno della magistratura giudicante ci si può specializzare in diritto penale, civile o amministrativo.
Alla professione notarile si accede tramite un concorso estremamente selettivo, a seguito di una pratica notarile obbligatoria di 18 mesi. Il vincitore del concorso può associarsi ad uno studio esistente oppure può aprire uno studio proprio nelle sedi indicate dal Ministero della Giustizia. 
Il giurista può inoltre affacciarsi al mondo del lavoro dal punto divista dell’impresa. Può infatti entrare nell’ufficio legale di una società, di una banca, di un’assicurazione, di un istituto di credito per occuparsi degli affari legali della stessa in un’ottica preventiva; quindi, prima che la norma venga infranta. Chiaramente anche qui la concorrenza è molto alta, quindi al fine di ottenere una posizione più prestigiosa, è consigliabile accumulare prima qualche anno di esperienza come avvocato all’interno di uno studio legale. Più la società è grande, maggiore saranno le responsabilità e anche le retribuzioni.
Infine, la laurea in giurisprudenza apre tendenzialmente ad ogni concorso pubblico indetto dalle pubbliche amministrazioni. Le posizioni possono essere le più disparate, tra cui Regioni, Ministeri (qui le professioni di diplomatico e prefetto), Autorità amministrative indipendenti, enti pubblici economici.
I concorsi pubblici possono essere considerati anche in ottica internazionale ed europea. I concorsi EPSO aprono tutti gli anni a posizioni in ambito legale, diritti umani, antitrust, trade. Anche qui tuttavia, data l’alta selettività dei concorsi, è altamente consigliato approcciarsi alle prove dopo qualche anno di esperienza forense, possibilmente in ambito internazionale.
 
È possibile passare un periodo all’estero seguendo questo tipo di corso? Ci sono controindicazioni?
È possibile aderire al programma Erasmus, Erasmus+ o anche fuori dall’Europa attraverso i vari Exchange ed Overseas. Inoltre, sono sempre più comuni i programmi di doppio titoli in cooperazioni con università straniere, soprattutto Francia, Inghilterra, USA, Spagna, Germania. 
Non ci sono particolari controindicazioni, anzi l’esperienza è fortemente consigliata, se non obbligatoria per chi ha ambizioni in ambito internazionale. È tuttavia necessario prestare molta attenzione agli esami da sostenere all’estero, dal momento che diversi esami sono caratterizzanti di ogni ordinamento, e non possono essere sostituiti.
 
Consigli e ulteriori informazioni: cosa suggeriresti a chi frequenta le scuole superiori e vorrebbe intraprendere il tuo medesimo percorso?
Consiglio di informarsi profondamente sulle opportunità di internazionalizzazione di un percorso che solo all’apparenza sembra radicato alla natura territoriale nazionale. Consiglio di capire fin da subito l’ambito di interesse al fine di specializzare il proprio percorso il prima possibile. Consiglio di studiare bene le lingue, oltre all’imprescindibile inglese, ogni lingua in più si rivela utile. Consiglio di arricchire il proprio curriculum con esperienze di ogni tipo, dalle Moot Court, alle Seasonal School, ai tirocini, ad ogni esperienza di leadership.


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