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L’Unione Europea spiegata ai mentee: l’esperienza di Carlo insegna ed ispira

di Federica Salvati | Team Editoriale Mentors4u

Tratto dal Magazine n.10 di Settembre 2018
Carlo, Ambassador di Mentors4u, racconta la sua carriera in Banca Centrale Europea ed in Banca d’Italia e ha tanto da insegnare sull’Unione Europea! Gli chiediamo di parlarci dei temi più caldi sull’UE: libera circolazione, istituzioni, mercato del lavoro ed opportunità per gli studenti

Carlo Salandi: il nostro Ambassador si racconta
Dopo la triennale in Finanza presso l’Università Luiss Guido Carli e un Double Degree in International Management con lode e dignità di stampa all’Università Fudan di Shanghai nel 2009-10, inizia la sua carriera tra Londra e Milano dove si occupa di M&A. A fine 2012 si traferisce a Francoforte ed inizia a lavorare per la Banca Centrale Europea, nella politica monetaria, come analista nei dipartimenti di Gestione del rischio, Statistica e Operazioni di mercato. Nel 2015, con la nascita della vigilanza bancaria europea, sempre in BCE, diventa Supervisore Bancario dove rimane fino a marzo 2018. Da fine marzo 2018, è Ispettore in Banca d’Italia. Collabora con la cattedra di “M&A and Investment banking” dell’Università Luiss Guido Carli.
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La libera circolazione di persone e di capitali è il tema europeo senz’altro più importante per i nostri mentee, in quali direzioni si svilupperà nei prossimi anni secondo te?

“Il diritto alla libera circolazione è, in generale, una delle più importanti espressioni della nostra cittadinanza europea. Ma andiamo per ordine. La libera circolazione di persone in tutti gli Stati membri garantisce il principio di uguaglianza per quanto riguarda l’accesso all’impiego, le condizioni di lavoro, la retribuzione, il licenziamento e i benefici sociali e fiscali. Il Parlamento ha recentemente ribadito che lo spazio di Shengen “è una delle maggiori conquiste dell’integrazione europea”. Continuerà ad essere il tema centrale e fondante dell’Unione Europea. La Brexit, la guerra dei dazi e il problema dell’immigrazione spaventano, ma sono certo essere uno “shock” che l’Unione sarà in grado di gestire al meglio e dai quali il diritto alla libera circolazione e l’Unione stessa ne usciranno rafforzati.
 
Per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali, nonostante i progressi conseguiti nella liberalizzazione dei flussi di capitale nell'UE, i mercati dei capitali sono rimasti in gran parte frammentati. Nel 2015, la Commissione ha avviato una delle iniziative più importanti per il completamento del processo di integrazione europea: “Unione dei mercati dei capitali”. Tale iniziativa comprende una serie di misure volte a creare un mercato unico dei capitali pienamente integrato entro il 2019.”
 
La libera circolazione ha portato anche delle distorsioni causate dalla differenza di normative sul lavoro e dai diversi livelli retributivi che caratterizzano ogni paese, come possiamo intervenire per evitare che questi fatti favoriscano tensioni, come quelle che hanno portato, per esempio, alla Brexit? 

“La libera circolazione dei lavoratori è un principio fondamentale dell'UE, sancito dall'articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'UE. I cittadini dell'UE hanno il diritto di cercare lavoro in un altro paese dell'UE e di godere della parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali per quanto riguarda l'accesso al lavoro, le condizioni di lavoro, nonché qualsiasi altro beneficio sociale e fiscale.
Tuttavia, per l’area dell’euro, sarebbe necessario un approccio innovativo per promuovere e facilitare aggiustamenti dei mercati del lavoro, ancora molto rigidi (in alcuni casi) e troppo diversi tra loro. In particolare, data l’assenza di tassi di cambio, l’aggiustamento di fronte a choc ciclici avviene nella maggior parte dei casi attraverso l’occupazione.
Per esempio, un meccanismo comune che abbia la funzione di mitigare la disoccupazione ciclica e le sue conseguenze rappresenterebbe un’effettiva opportunità per fare un passo avanti verso la sostenibilità e per rafforzare la dimensione sociale dell’Eurozona. I paesi beneficiari dovrebbero comunque attuare riforme strutturali del mercato del lavoro, perché il meccanismo non riguarderebbe la disoccupazione strutturale, mentre i paesi non direttamente beneficiari ne trarrebbero vantaggi grazie a condizioni macroeconomiche di contesto migliori e più stabili. Sarebbe un ulteriore segnale di non reversibilità dell’Euro e rafforzerebbe la fiducia reciproca necessaria per iniziative future più ambiziose. La sfida del lavoro è una chiara debolezza Europea, che va affrontata con coraggio per garantire pari opportunità e accesso al mercato del lavoro e condizioni di lavoro eque.”

Il programma Erasmus ha portato grandi benefici agli studenti, è immaginabile un programma europeo che favorisca lo scambio di talenti tra vari stati anche nell’ambito lavorativo?

“Una premessa, che i nostri mentee sanno bene, ma che è sempre bene ripetere: la mobilità contribuisce in maniera determinante a fornire l'istruzione, le competenze e le qualifiche necessarie per migliorare le prospettive di carriera, oltre a consentire di vivere un'esperienza europea (e non solo) e sviluppare il senso di appartenenza a una comunità. Diverse analisi e valutazioni d'impatto hanno sottolineato il valore della mobilità, indicando che i soggiorni all'estero conferiscono ai giovani europei il doppio delle probabilità di trovare un lavoro a un anno dalla laurea rispetto agli altri, e fra gli studenti che svolgono un tirocinio all'estero uno su tre riceve un'offerta di lavoro dall'impresa ospitante.
E per 31 anni (il programma Erasmus è nato nel 1987!) il programma ha dato a 9 milioni di persone la possibilità di studiare, formarsi, fare volontariato o acquisire esperienza professionale all'estero. 
Credo che creare collegamenti più forti con il mercato del lavoro sia proprio la strategia nel nuovo programma Erasmus, chiamato “Erasmus+”. Uno degli obiettivi, infatti, è proprio quello di consentire agli studenti di trascorrere periodi di tirocinio in aziende o organizzazioni all’estero e ai giovani di prepararsi al mercato del lavoro. Soprattutto in un paese come il nostro, dove gli studenti hanno spesso uno svantaggio competitivo rispetto agli studenti francesi, tedeschi o inglesi, per esempio in termini di età (gli studenti italiani si inseriscono nel mercato del lavoro più tardi) e di esperienze (si fanno meno internship e i placement office sono spesso molto deboli), la mobilità e programmi si scambio diventano fondamentali per l’inserimento in qualsiasi tipo di settore.”

Le istituzioni europee vengono percepite come distanti dai bisogni dei cittadini. Questa impressione corrisponde a verità? Come si può ribaltare questo trend?

“Il progetto europeo sta soffrendo una crisi senza precedenti: le politiche attuate in risposta alla recessione economica e alla grande disoccupazione vengono considerate inadeguate dai cittadini europei, i quali di conseguenza non riescono a percepire il valore aggiunto dell’appartenenza all’Unione. Davanti all’ intensità e alla durata eccezionale della crisi, gli interessi nazionali stanno prevalendo sul bene comune, sta crescendo il consenso verso proposte populiste e l’euroscetticismo è in aumento in quasi tutti gli Stati membri. Tuttavia non dobbiamo trascurare i successi e i vantaggi che porta l’UE: per esempio, i suoi cittadini, oltre 500 milioni, hanno uno tra i più alti redditi medi e il maggior grado di istruzione al mondo.
Affinché l’Europa sia parte della soluzione - e non del problema - dobbiamo ricostruire la fiducia tra i nostri cittadini e tra gli Stati membri, e sviluppare una strategia a livello di Unione Europea per rilanciare la crescita e l’occupazione. E per “ribaltare veramente il trend” è necessario il completamento del progetto europeo attraverso un’unione politica, ovvero un potere federale capace di imporsi ai governi degli Stati membri.”

Le iniziative di mentoring come Mentors4u possono essere uno strumento valido per avvicinare giovani talenti italiani a Francoforte? 

“Francoforte, attualmente secondo hub finanziario in Europa dopo Londra, attrae in maniera continua tantissimi giovani talenti italiani ogni anno. La Brexit sta contribuendo ancora di più ad aumentare questo fenomeno, dato che molte banche considerano Francoforte come un’alternativa a Londra per continuare ad offrire servizi in Europa. 
Complice un mercato del lavoro in Italia che ancora mostra segni di grande difficoltà, soprattutto per gli under 30, l’interesse verso istituzioni come la Banca Centrale Europea (BCE) è in continuo aumento. Nel mio piccolo, ho ricevuto, nel corso dei miei 6 anni in BCE, sempre più spesso richiesta di informazioni e domande per capire cosa significhi lavorare in BCE e consigli su come affrontare il processo di selezione.
Certamente iniziative come Mentor4u contribuiscono ad aumentare la consapevolezza dell’importanza e del prestigio di lavorare in istituzioni di eccellenza come la BCE, riducendo il gap informativo in termini di processo di selezione, ambiente di lavoro e possibilità di carriera.”

Hai vissuto e lavorato a Francoforte, una città dove si incontrano e collaborano i rappresentanti di tutti i paesi dell’UE, secondo te questi incontri hanno creato una nuova coscienza comune o le differenze nazionali sono anche qui ben presenti?

“Non soltanto è inevitabile, ma è persino positivo che ciascun Stato membro abbia il suo progetto di Europa, purché sappia e voglia articolarlo ed esprimerlo nelle sedi europee. Non dobbiamo temere il confronto e la competizione fra idee d’Europa e progetti. Tutt’altro: dobbiamo stimolarlo. Al contrario, dobbiamo essere molto preoccupati dagli Stati membri e dai loro governanti e rappresentanti che non hanno nessuna capacità e volontà di guardare avanti, di indicare obiettivi, di formulare strategie. Sapete cosa credo? In crisi non è l’idea d’Europa, non sono le istituzioni europee. Purtroppo, la crisi riguarda coloro che fanno politica nei loro paesi.”

Sei da poco tornato in Italia…. Percezioni raccolte fino ad ora? 

“Sono tornato in Italia dopo quasi 10 anni tra Shanghai, Londra e Francoforte, tre città molto diverse, ma sicuramente con una marcia in più. Non nego, che nonostante la felicità di sentirsi a casa, l’impatto è stato forte. Sicuramente gli effetti dell’ultimo decennio, molto difficile da un punto di vista economico, sociale e politico, sono evidenti rispetto all’Italia che ho lasciato nel 2009. Premesso che non si può ovviamente generalizzare e che sono tornato da meno di 3 mesi, la percezione che ho è sicuramente di un malcontento diffuso, inutile negarlo, in risposta però al quale avverto, soprattutto tra i giovani, una voglia di mettersi in gioco e di rischiare, che credo sia sano e positivo.”

Quale consiglio vorresti dare ai mentee? 

“Ci dicono da sempre che per eccellere bisogna fare quello per cui si ha grande passione. Verissimo, ma preciserei che è una condizione necessaria, ma non sufficiente. Disciplina e forza di volontà sono gli ingredienti fondamentali del successo professionale, accompagnati da un desiderio costante e genuino di conoscere e dalla capacità di sapere ascoltare. Prendete sempre con la massima serietà tutto ciò che fate, senza mai però prendersi troppo sul serio!”
 
 

 

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