BLOG > Eventi

Consigli pratici dalla CEO di Red Public per affrontare un colloquio

di Paola Cassinelli e Giorgio Calandrino Mentee | di Mentors4u

Valorizzare il proprio talento non significa soltanto cercare una posizione che permetta di dimostrare le proprie abilità, ma anche scegliere un percorso che rispetti ciò che si è e ciò in cui si crede. È questo forse il suggerimento più importante che Giada Maldotti, fondatrice e CEO della società di consulenza Red Public, ha lasciato ai partecipanti al workshop online “Come prepararsi a una Job Interview”.

Il workshop è stato gestito con un’ottica ben precisa: non limitarsi unicamente a dare dritte su come affrontare il momento cruciale dell’interview, ma soprattutto fornire gli strumenti per stimolare anche una valutazione dell’azienda da parte del candidato. In particolare, è stato spiegato come cogliere un tipo di ambiente lavorativo che realmente promuova l’inclusione e il benessere del personale. Maldotti ha infatti dispensato consigli, da un lato su cosa inserire ed eliminare in un CV o in una cover letter per far risaltare quello che davvero dev’essere valorizzato in un contesto lavorativo, dall’altro su come testare la tanto sbandierata “diversity”, partendo da semplici domande da poter fare ad un colloquio, per poi arrivare ad uno studio personale dell’organigramma e dei background del leadership team.
 
Oltre ai consigli pratici su come impostare un curriculum e una cover letter, la CEO di Red Public ha insistito su aspetti relativi al colloquio di lavoro che spesso vengono tralasciati: la legalità delle domande e la reciprocità della valutazione. Per quanto riguarda la prima, è essenziale conoscere quali informazioni non è legittimo che vengano richieste in fase di selezione (chiarimenti sull’orientamento politico, religioso, sessuale, sull’età, il paese di provenienza, la propria situazione sentimentale o un eventuale stato di gravidanza) e saper come evitare educatamente di rispondere. Riguardo alla seconda, non bisogna dimenticare che durante un colloquio non è solo il candidato ad essere valutato, ma anche il suo interlocutore, che deve fornire elementi per far conoscere meglio l’azienda e aiutare a capire se questa sia quella giusta. Infatti, le criticità che si notano nelle fasi iniziali di un rapporto di lavoro si ripresenteranno puntualmente in futuro, quando sarà più difficile tornare indietro. È perciò indispensabile farsi un’idea più chiara possibile sulla posizione per cui ci si sta candidando ed essere in grado di declinare un’offerta di lavoro se questo non attrae da un punto di vista non solo professionale ma anche personale.
 
Particolarmente apprezzato è poi stato il momento Q&A, in cui i Mentee hanno potuto sottoporre all’ospite del workshop le loro domande. Queste hanno riguardato innanzitutto alcuni aspetti di “etiquette” e il modo di trovare il giusto bilanciamento tra identità personale e rispetto del contesto. Inoltre, la CEO, rispondendo ad una serie di domande su questo tema, ha spiegato mezzi e modi per raccogliere informazioni sull’azienda per cui ci si intende candidare, sottolineando l’importanza del contatto personale in questo tipo di indagini. Un attuale dipendente, come sottolineato, sarà molto più propenso a dare un feedback veritiero in un contesto più informale piuttosto che in una call su LinkedIn, soprattutto se si ha ad esempio un contatto in comune.
 
Riportando un insegnamento che le veniva ripetuto dal padre, Maldotti ha infine sottolineato l’importanza del considerare l’orizzonte di lungo periodo nel gestire i rapporti in ambito lavorativo, invitando i Mentee a dimostrarsi sempre rispettosi, a non ingannare mai colleghi e clienti e a non lasciarsi abbindolare da proposte troppo allettanti per sembrare vere, ma a scegliere piuttosto la strada più lunga e più dura perché questa in fondo ripagherà, mentre le scorciatoie porteranno unicamente a risultati nel breve periodo.

Hai trovato interessante questo articolo?
Condividilo sui social o invialo a chi preferisci: