BLOG > Storie di Mentee

L'intervista ad Andrea Zorzetto, ForbesU30 2021

di Team Editoriale | di M4U

Managing Partner di Plug and Play, membro della nostra Community e appena inserito nella lista 2021 dei ForbesU30: abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Zorzetto, giovane talento del panorama internazionale.

Andrea, quali sono le tappe salienti del tuo percorso accademico e professionale da quando hai iniziato l’università fino ad oggi, all’inserimento del tuo nome tra i 100 Forbes under 30 italiani?
Mi sono diplomato a Casale Monferrato e dal 2013 al 2019 sono stato in UK: per studiare Economia e poi per lavorare per il Ministero del Tesoro inglese.
Con l’avvento della Brexit ho deciso di tornare in Europa, così nel 2017 ho iniziato un Master in politiche pubbliche e nuove tecnologie a Parigi, il link tra i miei studi precedenti e quello di cui mi occupo oggi.
Il momento chiave del mio percorso è stato nella primavera 2018: a Parigi studiavo le big tech, l’impatto delle nuove tecnologie e ho iniziato a desiderare di trasferirmi in California, meta molto ambito per chi vuole intraprendere una professione in quei settori. 
Non essendo programmatore né tecnico non sarebbe stato facile trovare qualcosa ma mi sono attivato e ho smosso il mio network, in primis contattando il gruppo parigino dei Global Shapers di cui facevo parte, che mi hanno aggiunto al gruppo WhatsApp degli associati di San Francisco dove dopo qualche tempo uno dei ragazzi della chat ha scritto che il fondatore di Plug and Play cercava persone in Europa: da lì tutto è stato velocissimo.
L’ho incontrato in una call, american style, velocissima, sono partito per la California per due mesi, gli ho spiegato i miei obiettivi e dopo la laurea, nel 2019 ho iniziato a gestire le attività dell’azienda in Italia per due mesi, e poi durante l'ultimo anno di studi ho cercato aziende clienti - dopo aver raggiunto gli obiettivi, ad Aprile 2019 abbiamo aperto a Milano e sono tornato in Italia.
 
Di cosa si occupa Plug and Play? Che cosa, nello specifico un acceleratore di startup fa, in concreto per una startup? 
Usiamo il nome di acceleratore ma facciamo due cose con le startup: in primis investiamo direttamente in modo attivo, come fossimo un fondo di venture capital anche se non lo siamo, e poi acceleriamo, in ottica di opening innovation, dando supporto e fornendo connessioni con le grandi aziende.
Non chiediamo niente né fee né equity, solo tempo, poco tempo, focalizzato a trovare clienti, ciò che davvero serve ad una start up per crescere aiutandole a trovare fornitori innovativi e opportunità di investimento. Tra le prime realtà italiane che hanno iniziato a collaborare con noi come partner ci sono state Esselunga, Lavazza Tetrapak, Unicredit.
Parallalamente, in questi mesi stiamo partendo con un acceleratore più classico a Modena, incentrato sul mondo mobilty, dove andremo ad investire e accelerare per cinque mesi le start up insieme a CDP, UniCredit, Fondazione di Modena e CRIT.
Oggi Plug and Play fa diverse cose, grazie non solo al suo modello ma anche alla scala internazionale raggiunta: siamo in 30 città in giro per il mondo, contiamo 500 aziende partner e un centinaio di investitori.
Per una startup italiana, entrare in contatto con noi è sicuramente un’opportunità molto utile per crescere: siamo disponibili a essere contatti via mail o via LinkedIn!
 
Cosa maggiormente ami del tuo lavoro? Qual è l’aspetto che ti rende più entusiasta di ciò che fai? 
Plug and play mi appassiona su diversi livelli.
Mi piace sapere di essere in un’azienda, mi piace lavorare in questo ambito e contribuire alla crescita del Paese con un brillante gruppo di lavoro dove posso avere un impatto.
Questa esperienza mi sta permettendo di vedere come funziona il mondo corporate, come funzionano le grandi aziende, ma anche tutta la parte di innovazione e sviluppo.
 
Innovazione, ricerca e sviluppo, tre pilastri fondamentali per il futuro: come una studentessa, uno studente, universitari, oggi si deve preparare ad entrare nel mondo, su quali skill e percorsi di studio puntare?
Una cosa che diciamo sempre quando con Poliferie, associazione di cui faccio parte, incontriamo studentesse e studenti delle Superiori, è che cosa faremo da grandi ce lo chiediamo tutti, e non è un problema chiederselo sempre, bisogna semplicemente avere una mentalità flessibile ed essere pronti ad adattarsi. Una cosa che ho imparato dal sistema anglosassone è che bisogna buttarsi, fare esperienza, non per forza bisogna trovare subito il lavoro della vita ma scoprire cosa ci piace.
È importante dedicarsi ad attività di volontariato, investire tempo e passioni per coltivare le hard skill.
E sicuramente oggi, settore informatico, ingegneristico, il tema della transazione energetica, e del mondo medicale sono ambiti da scoprire.
 
Alle/ai Mentee di Mentors4u che sono indecisi sul proprio futuro, su cosa fare dai grandi: cosa consigliare? Come scegliere quale strada intraprendere? 
Tre cose: 
1) è normale essere indecisi;
2) il mito del grande nome non deve essere vincolante e bisogna rivalutare le realtà più piccole che permettono di far crescere qualcosa e costruire.
3) non sottovalutare il network perché può fare differenza in modo inaspettato e ci sono dei modi per aumentare le possibilità di essere fortunati con i propri contatti.

Hai trovato interessante questo articolo?
Condividilo sui social o invialo a chi preferisci: